Mi sono imbattuta in un articolo che mi piace. Può darsi che appaia semplicistico ma a pensarci bene è così che funziona e almeno finchè si può... meglio fare a meno delle tentazioni indotte dagli speculatori. Inserisco il link:
In fin dei conti sta a noi fare che si avveri... per quanto vi sono cose per le quali dobbiamo fare i conti con la speculazione, per tutto ciò che possiamo controllare, vale la pena farlo. Molti dei cosiddetti "bisogni" sono indotti dalla società dei consumi. Poi ci fanno credere che più compriamo più siamo ricchi ma non è completamente vero... Mi sono sentita ricchissima quest'anno che quasi non ho acquistato ortaggi e abbiamo consumato quelli prodotti da noi.
Mi fa piacere la tua condivisione, Daniele, sopratutto perchè viene da una persona giovanissima. Penso che più che "ragionare" il problema sia la disponibilità a fare delle rinunce... Nei giorni scorsi ho abitato nella stessa casa di una bimba di 7 anni alla quale avevano regalato due vasi nei quali con i genitori ha interrato i semi di alcuni fiori. Era difficile riuscire a convincerla a dare l'acqua alle piantine (troppo faticoso!) ma aveva uno di quei giochini elettronici che vanno tanto di moda al quale dedicava molto tempo. E non conosceva il nome delle piante presenti nel giardino intorno alla casa (nella quale trascorre qualche mese all'anno) ma si crucciava di non avere una casa più grande con un parco come quella di un'altra bambina. Non ce l'ho con la bimba, ovviamente, tra l'altro è deliziosa e fa molte altre cose più intelligenti che giocare con la tastierina ma in questo senso dico che molti bisogni sono indotti e, nella nostra società dei consumi, sono indotti da precise strategie di annebbiamento delle nostre coscienze. Almeno cosi mi pare.
uno e' il fattore spazio e uno e' il fatotre tempo
il fattore spazio e che in genre il luogo della produzione non coincide con quello del consumo( vedi olivi e arumi) eil fattore tempo e che molte volte produciamo cose che nn si conservano nel tempo ( vedi ortaggi e frutta non frigoconcervabile , topo ciliege e uva)
Grintos, magari è un po' carente sotto alcuni aspetti, ma forse potremmo sostituire i frutti con altri logisticamente e cronologicamente compatibili e il significato sarebbe salvo. Ciliegie e uva possono divenire marmellate poi per conservarle ma, a prescindere, ognuno l'adatta a quel che può fare. Sicuramente non si potrebbe basare la vita e l'economia, sopratutto oggi, solo su questo scambio, mi pare di averlo detto (o forse in un altro post) ma la mia idea è che vi siano molte cose, le "tentazioni del consumismo" a cui potremmo pacificamente rinunciare e vivere in modo più sano e sobrio. pioppino e molti altri che frequentano questo forum mi pare che già pratichino questa filosofia di vita, non è da tutti vivere in campagna in zone in cui si raggiungono -10 gradi (ma anche con una temperatura più clemente la vita può essere molto meno comoda di quella a cui molti di noi -me compresa- sono abituati). Insomma, non prestare il fianco alla speculazione economica, capisco che non si possa applicare a tutto, ma laddove si può..... resistere!resistere!resistere!
oggi come oggi x far girare l'economia dentro un azenda per piccola che sia hai bisogno di 10 mila euro che grossomodo sono la somam che si spende tra contibuti inps, eletricita , telefono , e imposte tasse , cioe x chiuere a zero a fine anno.
su queste ci si aggiunge cio che si consuma di prima necessita pane pasta riso detersivi , detergenti , se riesci a stringere la cinghia per bene siamo altri 3000 euro?
assicurazione auto bollo benzina , e mettiamo uan quaota di 1500 euro l'anno per ogni tanto cambaire auto? altri 2500??e siamo a 15.5mila euro
di qui in avanti inizi a pensare cosa produrre , ma penso che a vasetti di marmellata e conserve in gnere x arrivare a 20mila euro ne devi fare e sbatterti..
Vabeh, diciamo che è una bella utopia? E' che sempre più mi disturba, diciamo così, la necessità di dipendere da banche e meccanismi economici che alla fine controllano le nostre esistenze, in qualche modo...
Non so se sia un volo pindarico, mi viene in mente la larga diffusione, almeno da queste parti, di terreni ceduti per la realizzazione di impianti fotovoltaici. Ok, magari erano terreni incolti, ma mi piace pensare che qualcuno resista alle lusinghe di chi propone l'impianto e magari decida di coltivarlo. Accade? accadrà? speriamo.