Francesi o no, cinesate o no, per investire ci vuole il capitale.
se ce l'hai c'e' da aver paura a esporlo, a meno di ripiegare su beni rifugio tipo terra agricola e vedere come evolve la situazione, se non ce l'hai e' quasi utopico pensare di riuscire ad ottenerlo.

E da qui si blocca tutto il resto a cascata...

e' utopico anche da parte del governo fare pubblicità sulle reti rai , sul "benessere" che porta l'europa, sul fatto che possiamo esportare in tutti i mercati.
sul fatto che basta essere competitivi per vender ei ns prodotto, o venderli allo stesso prezzo degli altri ma cn una qualità superiore.

una risposta simile l'avevo data al direttore provinciale del ex-sindacato anni fa quando nel 2009 , disse ad un assemblea dell'apa di torino , che per poter continuare a vendere vitelle , bastava solo essere competitivi...
competitivi vuol dire anche avere dei costi standard con l'estero in primis affitti ,( dopo tutto perché comprare terra, se tra tasse sul reddito dominicale e successione, in 40anni te la compri...) e applicazione direttiva nitrati , cosa che im genere loro se ne lavano altamente le mani, anzi ci hanno guadagnato ancora con le denunce del pua/puas..

ma sopratutto dare valenza economica alle associazioni degli agricoltori, visto che per legge queste possono avere solo titolo di rappresentanza sindacale, ma non commerciale..
osi x il commerciale ci va una coop fatta a doc, che in parole povere altra gente da mantenere..

buona l'e l'iniziativa di legare i prodotti a una bandierina gialla con scritte verdi, ma sec me un po troppo legata a un agricoltura da piccoli numeri, di nicchia ,

........ che sconforto

non so se a torto o a ragione , bisognerebbe fare attenzone a quello che fa l'industria come marketing.

se il consumatore , compra alcuni beni di uso quotidiano , nn stiamo li a guardare se di prima necessita' o voluttiario , o di utilita ( vedi ricambi ) e nn questiona sul prezzo , ci sarebbero molte domande da farci.

primo di tutto dare identità a un prodotto: cosa che tedeschi non vogliono , nn ci sono riusciti coi galli francesi , ci son riusciti benissimo , pur di non tutelare i ns prodotti .

io nn sarei cosi tassativo sul fare i formaggi con le cagliate estere , o le olive del marococ con l'olio
ma ..NON TI TUTELO , NON PUOI METTERE l'appellativo italiano sulle confezioni.

se il vino italiano oggi "sfonda" anche se i prodotti chimici che si usano in vigneto arrivano dall'estremo oriete , e chi vendemmia e' dell'est... ci sta tutto..

Bel discorso grinto, resta il fatto che nonostante tutto deve essere applicabile nel momento storico ed economico attuale.

il discorso della nicchia con la bandierina vale se c'e' la capacita' di spesa per acquistarlo il prodotto di nicchia.
Io ho commerciato come sai per quasi 3 anni questi prodotti e da inizio anno ho sbolognato la ditta che con questi pochi soldi che girano, in un paese dove gli stipendi sono bassi, ce l'aveva dura come il ferro. E gli altri italiani che sono qui e importano made in Italy di qualità stanno orientandosi sul prodotto economico simil industriale, balle non ce ne sono.

Sul resto, a parte che tra pagare l'affitto e comprare, potendo, preferisco avere la terra mia, dico solo che la musica e' questa, e non cambiera' velocemente.
Inoltre, sapendo bene gli effetti del divide et impera, la classe dirigente sembra guardarsi bene dall'attuare politiche a lungo periodo e ad ampio raggio sulle aree agricole per dare concorrenzialita' sul mercato estero.

E non dimentiamoci che una buona parte del latte e' ormai versato, parlando di pianificazione del territorio, riaccorpamento fondiario, diminuzione della SAU, servizi e considerazione del settore primario e reddito medio dell'agricoltore.
Come quando il Parco Nazionale V.G. cercava alpigiani per il recupero di pascoli e casere abbandonati dagli anni 60... andassero loro con le loro lauree e soprattutto con le loro vacche tra le vipere e i rododendri..

sara' che chi compra terra compra guerra , son dell'idea e come em molti altri che bisognerebbe avere un canale alternativo alla gdo.

ma la domanda che mi faccio e' questa se al gdo , va x fare un esempio , dalla cocacola, si mette a contrattare, oppure compra ricarica e vende?

se uno va d aun ricambista e chiede il tubo del depressore che comanda il polmoncino della geometria variabile della turbina , e x 1metro di tubo costa 56euro , sec te si mettono a contrattare??

possibile che x gli altri settori si, e noi no?

Non sono sicuro di aver capito il discorso..

DA che mondo e' mondo, e il commercio e' commercio, il potere di negoziazione lo fanno le quantita' mosse...

se compri un tubo lo paghi 56 euro, se ne compri un container lo paghi 45..
Se vendi un bocino lo farai 1000 euro, se ne vendi un box lo farai 950..

fatto sta che l agricoltore da solo nn potramai contrattare e quindi contare qualcosa. La cosa migliore sarebbe avere canali alternativi alla gdo. Piccoli mercatini ben organizati pitrebbero fare qualcosa essere uno sfogo.

il problema dei piccoli mercatini e' che o sei al mercato o sei a produrre ed e' di nuovo un mordersi la coda..

io opterei direttamente x un canale tipo bofrost

Problema spinoso..
problema della clientela (capire come vogliono il prodotto e dove) e del produttore (famiglia lavoratrice o meno, da solo non vai lontano in ogni caso) e di legislazione (come devi attrezzarti per lavorare a norma e se ne vale la pena) e di logistica (in quanti si devono coalizzare per mettere in piedi tutto e quanto devono andare avanti senza litigare).