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invito i "colleghi moderatori" a scrivere di se stessi
Autore |
Messaggio |
eugenio
Sez. Orticoltura
Iscritto il: 09/08/2008, 9:24 Messaggi: 10192
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io la trebbiatura sull'aia l'ho vista nelle aree del Sannio fino alla metà degli anni settanta con l'aggiunta dell'imballatrice per la paglia.Qlc anno prima avevo visto fare anche i covoni Ricordo anche la semina del grano fatta a spaglio e lo sfalcio del prato con il falcione
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08/01/2011, 11:13 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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Eugenio, racconto con piacere dei 3 vitellini. Avrò avuto 7 - 8 anni, perchè andavo a scuola. La scuola era a un paio di km da casa e si andava a piedi, c'erano due percorsi, la corta, attraverso i campi quando era asciutto, e la lunga passando per le strade imbrecciate (non c'era l'asfalto in campagna). In entrambi i percorsi avevo le mie tappe lungo la strada, una stalla da visitare, un cane da salutare, una vecchietta che mi dava una fetta di pizza da andare a trovare ecc... ma soprattutto un pezzo di strada la facevo con una bambina, e per strada giocavamo Ma torniamo ai vitellini , ero tornato da scuola e mamma mi dice che nonno "...è andato da Pierino, che je fija la vacca...", nonno era un po' l'esperto degli animali della zona, i vicini lo chiamavano sempre quando c'era un parto o un qualche problema, tipo una mucca che non ruminava ecc, che quella volta non c'erano i celulari e il veterinario per andare a chiamarlo toccava andarci in bici o a piedi, che i mezzi non c'erano, e non era molto agevole. Io, sentita la notizia, mangio come un fulmine e parto per andare da questo Pierino. Arrivo e non mi fanno entrare nella stalla, c'era un po' di agitazione che però passò abbastanza velocemente e finalmente posso entrare nella stalla, c'erano due deliziosi vitellini che provavano ad alzarsi. C'era anche la mucca distesa, e ricordo che questo era fonte di preoccupazione per nonno, perchè non si alzava, le attenzioni dei presenti erano più per la mucca che per i vitellini... La mucca non si alzava, qualche donna cominciò a piangere, Pierino mise le mani nei capelli, che perdere una vacca allora per un contadino significava giocarsi l'anno intero... La mucca non si alzava... nonno la guardava preoccupato, nessuno badava più a me e così io mi misi da una parte deciso a seguire tutta la vicenda. Ed ebbi qualche confusa risposta alle mie domande su come ero nato... A un certo punto nonno arrotolò la camicia fin sopra ai gomiti ed infilò il braccio nella vulva della mucca "...ce n'è n'altro..." disse concitato. I momenti che seguirono non saprei raccontarli con precisione, ci fu concitazione, alcuni uomini mi coprirono per qualche attimo la visuale, spuntò la testa del vitellino e poi velocemente tutto il resto! Era nato, erano tre!!! Erano tre vitellini marroni che provavano ad alzarsi... Le donne si fecero il segno della croce, Pierino passò da bere a tutti, anche a me diedero un goccio di vino , nel frattempo la vacca si era alzata e nonno dispensava consigli sui tre vitellini, toccava prendergli il latte in polvere che la mucca da sola non ce l'avrebbe fatta a portarli avanti, il dubbio era se fossero sopravvissuti tutti e tre che erano un po' piccoletti, così diceva mio nonno. E sopravvissero!!! La notizia venne data alla radio nella cronaca regionale ed a Pierino mi pare venne dato un contributo per portare avanti i tre giovanotti. Al ritorno da scuola, per parecchio tempo, tutti i giorni li andavo a vedere... Se interessa posso anche raccontare la mietitura, la raccolta dei covi, la battitura, la fienagione, quando si ammazzavano i maiali, quando si apriva la strada innevata con le mucche e ci si fermava a bere casa per casa... E tante altre cose
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08/01/2011, 12:59 |
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eugenio
Sez. Orticoltura
Iscritto il: 09/08/2008, 9:24 Messaggi: 10192
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08/01/2011, 14:45 |
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eugenio
Sez. Orticoltura
Iscritto il: 09/08/2008, 9:24 Messaggi: 10192
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08/01/2011, 14:47 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68657 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Qui possiamo vedere il nostro amico Gianni con il suo stallone Delfino: http://www.rivistadiagraria.org/riviste ... &cat_id=35Marco
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08/01/2011, 15:04 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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Bellissima Iena (una Piemontese giusto?) e le 4 (caspita) vitelline Grazie Marco per le foto con Delfino Io sono un po' incasinato con la salute dei miei ed ho un po' di problemi a mettermi davanti al computer con calma, pero' datemi un po' di tempo e vi racconto com'era la campagna marchigiana qualche decina di anni fa A presto...
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08/01/2011, 15:38 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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Comunque, rieccomi con Delfino A presto
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08/01/2011, 15:43 |
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Candy
Iscritto il: 24/11/2008, 14:52 Messaggi: 1418 Località: Umbria, ascendente Toscana
Formazione: laurea
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Complimenti a Gianni per il bellisimo racconto (dalla frase "...è andato da Pierino, che je fija la vacca..."...evinco che sei in zona PG!!! Un mio corregionale!) speriamo ne seguano altri sugli argomenti proposti
_________________ Are you going to Scarborough Fair? Parsley, sage, rosemary and thyme……
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08/01/2011, 18:15 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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Ciao Candy , io confino con l'Umbria, sono marchigiano, prov di Ancona nell'entroterra Allora, da dove cominciare? Parliamo delle campagne di allora. Intanto bisogna contestualizzare: la mia infanzia l'ho passata in una zona marchigiana abbastanza a ridosso dell'Appennino, il monte Strega, il Cucco ed il Catria sono a un tiro di schioppo. Questo per dire che quelle campagne erano, e sono (io ci vivo ancora), campagne poco fertili, terreni scomodi da lavorare, scoscesi ed a bassa resa, frazionati in appezzamenti di pochi ettari, 6, 7, 10, raramente di più, e quasi mai tutto a un corpo, come si dice. Le singole proprietà erano cioè suddivise in tanti appezzamenti, spesso anche lontani tra loro. Piccoli "campi" che, tutti insieme, formavano il podere. Una terra di cui mio padre diceva che "...dovrebbe piovere un giorno l'acqua e un giorno la m...a...", tanto che se andò a fare il muratore, all'estero per tanti anni, poi in Italia. In questa situazione quei contadini, piccoli proprietari, tiravano avanti la famiglia, con economie allucinanti, ma tiravano avanti. Ed ai nostri occhi erano fortunati quelli che erano proprietari dei piccoli appezzamenti, si perchè noi eravamo a mezzadria prima ed in affitto poi... e poi i miei comprarono un piccolo appezzamento di terra e passarono attraverso le fasi del grande sviluppo vissuto dall'Italia, e dalla zona in esame, più di qualche decennio fa. Ma questo non ci interessa, ci interessa come era la vita allora. Avevamo la stalla, noi non avevamo le mucche perchè la terra era poca e non potevamo permettercele, però tenevamo uno o due tori che allevavamo e vendevamo al macellaio del paese, abbiamo avuto anche le mongane (mucche pezzate forti produttrici di latte) per un certo periodo, che vendevamo il latte. Mio nonno, nonno Andrea, faceva della stalla il baricentro della sua vita. D'inverno passava le giornate in stalla, aveva sempre qualcosa da fare, una scala, dei canestri di canne e venchi, aggiustare le sedie, banchetti e mille altre cose. E fumava la pipa. La colazione del nonno d'inverno era grandiosa. A casa mia c'era l'usanza di cuocere il fegato, i polmoni e il cuore del maiale (la "coradella" bianca e nera), si faceva tipo un arrosto che poi, raffreddandosi si rapprendeva e veniva conservato in una pentola di coccio e ogni mattina si prendeva una o più cucchiaiate (a seconda dei commensali) si scaldava sulla stufa e, giuro, era una vera leccornia, un bicchiere di vino e via ad affrontare il freddo dell'inverno ben corrazzati di calorie. I miei ricordi sugli inverni di allora sono di nevicate più lunghe di adesso, e c'era più freddo, ma forse chissà, magari è solo il mio ricordo... (segue )
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08/01/2011, 21:32 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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Forse le nevicate di allora le ricordo più lunghe perchè nessuno passava ad aprire la strada e per qualche giorno si restava isolati. Poi a volte qualcuno prendeva un paio di vacche marchigiane ci attaccava una cosa che chiamavamo "la lupa", delle tavole a V che, trainata dalle mucche, scansava la neve ai lati della strada, cioè faceva "la rotta". Era una festa. In ogni casa si faceva tappa e in ogni casa si beveva uno o più bicchieri e si finiva che erano tutti su di giri (eufemismo, il termine giusto sarebbe sbronzi finiti ). Ho un simpatico ricordo di questa rotta. Un anno andai anch'io a seguire questa lupa, si perchè gli uomini salivano sopra quella struttura di tavole per fare da peso ed assicurare che strusciasse perterra. eravamo tutti seduti sulla struttura, io bimbetto ero stato affidato da mia madre proprio a quel Pierino di cui sopra che mi teneva per mano, quando, a un certo punto la struttura di tavole, la lupa, cedette, si ruppe. Quello davanti che guidava le bestie (dopo che si erano fatte varie case e assaggiati vari tipi di vino ...) si guardava bene dal controllare cosa succedeva dietro e in pratica tutti gli uomoni erano sparsi per la strada, tranne io e Pierino. Perché Pierino, anche lui un pò "caldo" si era aggrappato ostinatamente ad una tavola che continuava ad essere trascinata dalle vacche, e con l'altra mano teneva me, fedele alla consegna di mia mamma di avere cura di me. Grida, fischi e ancora grida finchè quello davanti fermò le vacche... Che ridere... e che nostalgia
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08/01/2011, 21:52 |
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