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invito i "colleghi moderatori" a scrivere di se stessi
Autore |
Messaggio |
elmo
Iscritto il: 06/04/2011, 11:35 Messaggi: 3348 Località: prov Palermo
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.. Ah la famosa zia di mia nonna era morta nel 1963.... ed eravamo nel 2000 ... non so perchè ebbi il permesso di vendere ... piddu non me lo disse ... forse il sensale non aveva detto niente a nessuno della vendita della mia proprietà ... ed aveva sbagliato .... o forse era veramente il rispetto verso la zia Rosalia ....o forse avevano deciso che era meglio per i loro affari visto che me ne andavo ... al nemico che fugge ponti d'oro ....il vento della politica era cambiato ... li la puzza era ormai troppa.... ogni tanto vado al cimitero ringrazio la zia per i soldi che ho guadagnato con la vendita ....capisco cosa aveva fatto sola e vedova per mantenere, ai suoi nipoti i suoi agrumeti .....e mi scuso con lei per non averli più.... credo però che mi abbia perdonato ... ogni tanto la sogno e mi sorride ma numeri non me ne dà ... sembra dirmi ... tu il terno lo hai gia preso ....buona notte alla prox
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16/02/2012, 3:18 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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Bravo Elmo, storia tosta e ben raccontata Difficile commentare...
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16/02/2012, 10:17 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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gianni1 ha scritto: In primavera c'erano poi altre attività che interessavano le campagne di allora. C'era la potatura delle viti (non c'erano le vigne da noi ma i cosiddetti "filoni", cioè filari molto distanti tra loro e tra un filare e l'altro c'erano le coltivazioni), la potatura degli alberi, ogni albero era ben potato e curato, il taglio delle siepi, la pulitura dei fossi...
Insomma ogni angolo della campagna di allora era ben curato e ovunque c'era la mano dell'uomo, anche in angoli o attività non immediatamente produttive.
C'era poi la cura dell'orto che era una cosa che coinvolgeva più le donne, salvo la parte della vangatura, che coinvolgeva tutti. Devo dire che l'orto, pur amandone i prodotti, non mi ha mai appassionato.
Ma è sul finire della primavera e l'inizio dell'estate che l'attività nelle campagne diventava veramente importante, ne parleremo... E' passato parecchio tempo da questo messaggio che conteneva una promessa, e siccome ogni promessa è un debito eccomi qua a saldarlo
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16/02/2012, 10:21 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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Voglio raccontare la trebbiatura nelle Marche come avveniva un po' di temp fa, troppo tempo fa, 40 anni e passa Anzi per essere precisi devo iniziare dalla mietitura, la mietitura da noi coincide più o meno con la fine delle scuole. Chissà perchè ma tra tante mi è rimasta impressa l'immagine del mio ritorno da scuola l'ultimo giorno della, credo, 1° elementare. Il ricordo è un po' sfocato, sono passati tanti anni, quello che ho in mente è una luce viva, come si ha all'inizio dell'estate, un sole splendido, l'erba ai lati della strada di breccia (l'asfalto c'era solo nelle strade principali) era di un verde intenso, folta e alta, con i fiori nel massimo splendore, i campi gialli del grano cosparsi di macchie rosse dei papaveri e, più radi dei papaveri, delle spruzzate di azzurro degli splendidi ed ormai scomparsi fiordalisi! Chi ricorda i fiordalisi? Io li amavo ed era il fiore più portato a scuola da noi scolaretti campagnoli per la felicità della maestra cittadina (perchè il piccolo paesotto dove abitava la maestra agli occhi di noi campagnoli era una città!!! ). La borsa a tracolla era una borsa riciclata (di mia sorella più grande) con una fettuccia nera che ci attaccava mia madre per poterla portare a tracolla appunto, i calzoni corti, e ricordo un paio di scarpette marroni con i calzini corti afflosciati alle caviglie. Arrivo e sul nostro campo a fianco della strada c'era il trattore con la mietilega, e mio nonno, mamma e babbo che stavano armeggiando con le falci (la falce fienara ) sui bordi del campo. Felice e leggero mi misi a correre verso di loro e chiamai babbo che era quello che mi stava più vicino: " Babbo, so' stato promosso!!!" Questo ricordo credo che lo porterò con me per sempre! E allora parliamo di questa mietitura. Io ero bimbetto è c'erano già i trattori, o meglio un vicino aveva il trattore e faceva i lavori per tutto il vicinato. La mietitura col trattore funzionava così: Al trattore veniva attaccata una macchina che aveva una barrafalciante che aveva dietro una superfice piana sualla quale le spighe tagliate si adagiavano belle ordinate ed una sorta di ramponi che ruotando, portavano le spighe in un punto di raccolta dove, una volta raggiunto il giusto volume, venivano automaticamente legate. La mietilega richiedeva la presenza di un uomo seduto su un sedile nella parte posteriore della stessa, aveva la funzione di regolare la barra falciante e di controllare che la macchina non si inceppasse o le gregne (i covoni in dialetto) non uscissero sciolte. Allegato:
Mietilega.jpg [ 178.42 KiB | Osservato 572 volte ]
Questa è l'immagine di una mietilega
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16/02/2012, 10:48 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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Come si vede dall'immagine sopra la mietilega tagliava il grano, aveva la barra falciante, a fianco del trattore, cioè il trattore aveva i cingoli dove il grano era già tagliato e la mietilega tagliava a fianco del trattore, in questa foto si capisce meglio cosa voglio dire Allegato:
Mietilega 1.jpg [ 50.75 KiB | Osservato 571 volte ]
Questo fatto comportava la necessità di fare le cosiddette "strade" per permettere il passaggio del trattore, cioè, tutto intorno al campo si tagliava e si legava a mano il grano per consentire il primo passaggio del trattore che, altrimenti, avrebbe calpestato le spighe rovinando il raccolto. La mietitura a mano veniva poi fatta anche nelle zone particolarmente scomode che, nelle nostre colline marchigiane, nell'entroterra scomodo e poco fertile, si lavoravano anche i pezzi più scomodi, oggi abbandonati. Ora questi momenti, tutta la parte della raccolta del grano, ad iniziare dalla mietitura, erano una festa per noi ragazzi, forse per i grandi lo era meno, anzi sicuro che il lavoro era tanto e duro, eppure c'era un'allegria tra quegli uomini e donne che oggi forse abbiamo perso. Il mio ricordo è di chiacchiere infinite, risate, sfottò, battute "grasse" come dicevano loro, tra uomini e donne che il buon caro vecchio sesso è sempre un argomento interessante, ma era così per ridere. Che so' ad esempio c'era mio nonno, nonno Andrea, vedovo da tanto (io non ho conosciuto mia nonna) e c'era una donna simpaticissima, pure lei vedova, che aveva più o meno la stessa età, Annetta, che mi regalava sempre qualcosa e veniva ad aiutarci, e così era una sfinente sfilza di battute sul fatto che i due si vedessero di nascosto e via così, tra una risata e l'altra, una gregna e l'altra...
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16/02/2012, 11:03 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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Il bello di questi avvenimenti per noi ragazzi era che la scuola era finita da poco, eravamo liberi che i grandi avevano troppo da fare per starci addosso in maniera asfissiante come fanno tante mamme oggi , si radunava tutto il vicinato, c'erano a pranzo quelli che aiutavano e, quindi, si mangiva anche meglio Il mio ricordo è che, essendo libero di fare quello che volevo, mi ostinavo a voler fare la mia parte, per quello che potevo , ero sempre li, intorno a nonno, un po' aiutando e un po' devo dire, anche facendo i dispetti a quel sant'uomo di nonno che sopportava e mi diceva "e scanst, e levet, va più n'la no...." (era originario della costa, dove parlano coì ). Quando poi invece il mio impegno era apprezzato dai grandi, specie gli ospiti, allora il mio sforzo si moltiplicava grogiolandomi di quelle lodi che sentivo fare dai grandi Ora, con la mietitura fatta come ho raccontato le gregne legate dalla mietilega erano sparse per tutto il campo. I terrore dei contadini in questa fase dell'anno era la pioggia, perchè le gregne dovevano essere "battute" come si dice, cioè avere quella lavorazione che separa i chicchi dal gambo del grano, la trebbiatura! e una pioggia che sorprendesse le gregne sparse era una vera iettatura per il raccolto. Lo stratagemma per proteggere le gregne nel periodo tra la mietitura e la trebbiatura era quello di raccogliere le gregne in mucchietti chiamati "cavalletti" dove le gregne erano messe in modo tale da proteggerle dalla pioggia. Non ho trovato immagini di questi cavalletti, comunque erano fatti così: si mettevano 4 gregne a croce, tutte con le spighe verso il centro, poi si mettevano le altre gregne sopra sempre a croce e sempre con le spighe al centro, ogni cavalletto avrà avuto più o meno 6/7 file di gregne e quindi poteva avere 24 / 28 gregne radunate nello stesso punto. Fatto questo lavoro i passi successivi era "ardunare" Cioè raccogliere tutti i cavalletti in un punto specifico dove sarebbe arrivata la trebbia per la trebbiatua... (continua)
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16/02/2012, 11:24 |
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miriap
Iscritto il: 26/09/2009, 9:08 Messaggi: 734 Località: Grosseto
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ragazzi hol letto con molto piacere i vostri scritti, mi fa piacere sapere che in un mondo fatto ultimamente solo di apparenza esistono ancora persone "reali" con problemi, gioie dolori desideri e aspettative normali Elmo tua zia continuerà a sorriderti sempre nei sogni, è un legame speciale che hai con lei, che non si è interotto nemmeno quando sei stato costretto a vendere le sue terre Gianni il tuo racconto sulla trebbiatura mi ha catapultata indietro nel tempo ai primissimi anni della mia infanzia, in un mondo ormai "antico" che i nostri figli non hanno avuto il piacere di conoscere
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16/02/2012, 13:09 |
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martu67
Iscritto il: 20/02/2011, 22:46 Messaggi: 323 Località: piana di Gioia Tauro
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... i cavalli sono stati ammazzati al sindaco di Taurianova il comune dove vivo e lavoro.... ed è pure la seconda volta... Elmo ti do un suggerimento... di questo tuo racconto.. che spero continuerai...fanne un film prova a mandarlo al tuo conterraneo quel reggista famoso Tornatore se non sbaglio....Con il dovuto rispetto verso gli altri moderatori... credo che siano in pochi a poter raccontare storie di vita come quella che stai raccontando tu.... continua se ne hai voglia... Ciao Martino
_________________ ungi spingi e tira che ogni ruota gira
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16/02/2012, 14:04 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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Grazie mariap . Non crucciarti martu67, la storia di elmo è sicuramente, direi, importante. Io racconto soltanto qualche ricordo di come eravamo nelle nostre campagne Allora, come eravamo? Abbiamo visto la mietitura, ora bisognava portare tutti i covoni nell'aia fare un grosso mucchio, chiamato "barcone" dalle mie parti, in modo che fosse possibile la trebbiatura. Tecnicamente l'operazione era chiamata: ardunare, ardunà Per ardunà serviva aiuto e, come sempre, tutto il vicinato aggrediva un campo per volta fino ad ardunà il grano di tutti i vicini. Spesso si usavano le vacche per questa operazione che i trattori erano pochi e se stavano da una parte non potevano essere da un'altra e le vacche, spesso c'erano 2 3 carri con quindi 2, 3 paia di vacche più il trattore. E li entravo in gioco io , il ruolo dei ragazzi era "tenere le vacche", le vacche erano delle stupende e mansuetissime vacche marchigiane bianche e aggiogate a coppia al carro e io le spostavo da un cavalletto a un altro e badavo che non si muovessero mentre gli altri caricavano. In genere c'erano 2 persone a terra e una sul carro che aggiustava le gregne. Si faceva un grande carico, molto alto e, una volta finito il carico si andava sull'aia a scaricare. Cos'era l'aia? L'aia era un posto spazioso e comodo da raggiungere, tale da consentire alla trebbia (piuttosto ingombrante), di fare tutte le sue manovre. Si facevano normalmente due barconi, uno per il grano e uno per l'orzo e si mettevano, possibilmente, in modo tale da non dover spostare la trebbia (operazione piuttosto complessa) quando si passava dalla trebbiatura del grano a quella dell'orzo o viceversa. Anche tirare su il barcone richiedeva una certa perizia, bisognava farlo in modo tale che, in caso di pioggia, l'acqua potesse scorrere senza fare danni, questi lavori tecnici li faceva di solito mio nonno che era un po' una sorta di saggio del vicinato, interveniva nei parti delle vacche, faceva i pagliai in modo che venissero dritti (vedremo poi), insomma era una sorta di esperto. Delle vacche ricordo la grande pazienza, le mosche che affollavano il loro muso nella loro quasi indifferenza, salvo ogni tanto dare una bella stestata per scacciarle, e bisognava stare attenti alle corna che allora ruotavano piuttosto velocemente. Avevano un grande naso nero umido e viscido e una lingua lunga e ispida con la quale si ostinavano a provare a leccarmi Allegato:
Marchigiane.jpg [ 77 KiB | Osservato 553 volte ]
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16/02/2012, 16:24 |
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nadia48
Iscritto il: 11/03/2009, 17:12 Messaggi: 216 Località: Soesina CR
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Vedo con piacere che sono ritornati i racconti di vita dei moderatori, sono tutti molto belli, ma devo dire che mi ha colpito in particolare il racconto di Elmo. Le mafie esistono in tutto il mondo, ma quello che fa la differenza in Italia è che manca una seria lotta alle mafie, troppi i politici collusi e forse anche uno stato colluso. Negli ultimi anni hanno scoperto che le mafie hanno conquistato tutta l'Italia magari non con le lupare ma in doppiopetto, anche se tanti politici sostengono che non è vero negando l'evidenza.
Grazie Elmo .
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16/02/2012, 21:23 |
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