09/03/2011, 23:59
3 luglio 1990, il giorno della semifinale tra Italia e Argentina, a Napoli. Io ero a 2.500 metri, come ogni estate, a lavorare al rifugio XII Apostoli, nel cuore delle Dolomiti di Brenta. Pioveva da alcuni giorni e il rifugio era vuoto. Per questo poco dopo cena siamo andati a letto. Io, per avere un più di libertà, dormivo in un piccolo spazio che avevo ricavato all’interno della legnaia, una baracca in lamiera. Così potevo ascoltare un po’ di musica e leggere un libro con la luce della candela (allora non c’era la luce al rifugio). Quella sera ovviamente mi potevo ascoltare la telecronaca della partita. Il tempo era da lupi, sentivo la pioggia scrosciare sul tetto di lamiera e riuscivo a scaldarmi solo perché avevo portato con me la borsa dell’acqua calda. Dopo il gol di Vialli, la partita si trascinò senza particolari emozioni per più di un’ora. Mancava poco alla fine e, improvvisamente, un silenzio ovattato avvolse la mia baracca. Che strano, pensai, deve aver smesso di piovere. Pochi minuti dopo lo sventurato pareggio di Caniggia. A circa metà dei tempi supplementari mi venne un dubbio… Mi alzai, aprii la porticina e feci la scoperta: stata nevicando fitto fitto e erano già parecchi i centimetri di neve che ricoprivano la roccia. Accidenti, se continua così, domani ce n’è mezzo metro! E allora sono guai, visto che non avevo svuotato i tubi dell’acquedotto. Dovevo vestirmi in fretta e risalire fino quasi al ghiacciaio per chiudere l’acqua e poi, nella discesa, svuotare le tubature. E partire subito perché con molta neve il percorso poteva diventare pericoloso. La neve, infatti, avrebbe ricoperto le fessure tra le rocce, rendendo tutto piatto.
E fu così che, mentre Goycochea neutralizzava i rigori di Donadoni e Serena, e l’Argentina li segnava tutti, io mi feci la lunga camminata fino ai piedi del ghiacciaio di Protofiorito (così si chiama perché, in estate, le morene che lo circondano si rivestono di dorati papaveri di montagna).
Ero molto allenato e in poco più di mezz’ora ero già di ritorno: purtroppo però l’Italia era stata eliminata !
Notte,
Marco
10/03/2011, 0:58
si vede che hai i "preliminari" lunghi ma poi una volta partito sei una valanga
Grazie per aver condiviso con noi questo episodio credo un tantino insolito della tua vita
10/03/2011, 1:07
Marco ha scritto:3 luglio 1990, il giorno della semifinale tra Italia e Argentina, a Napoli. Io ero a 2.500 metri, come ogni estate, a lavorare al rifugio XII Apostoli, nel cuore delle Dolomiti di Brenta. Pioveva da alcuni giorni e il rifugio era vuoto. Per questo poco dopo cena siamo andati a letto. Io, per avere un più di libertà, dormivo in un piccolo spazio che avevo ricavato all’interno della legnaia, una baracca in lamiera. Così potevo ascoltare un po’ di musica e leggere un libro con la luce della candela (allora non c’era la luce al rifugio). Quella sera ovviamente mi potevo ascoltare la telecronaca della partita. Il tempo era da lupi, sentivo la pioggia scrosciare sul tetto di lamiera e riuscivo a scaldarmi solo perché avevo portato con me la borsa dell’acqua calda. Dopo il gol di Vialli, la partita si trascinò senza particolari emozioni per più di un’ora. Mancava poco alla fine e, improvvisamente, un silenzio ovattato avvolse la mia baracca. Che strano, pensai, deve aver smesso di piovere. Pochi minuti dopo lo sventurato pareggio di Caniggia. A circa metà dei tempi supplementari mi venne un dubbio… Mi alzai, aprii la porticina e feci la scoperta: stata nevicando fitto fitto e erano già parecchi i centimetri di neve che ricoprivano la roccia. Accidenti, se continua così, domani ce n’è mezzo metro! E allora sono guai, visto che non avevo svuotato i tubi dell’acquedotto. Dovevo vestirmi in fretta e risalire fino quasi al ghiacciaio per chiudere l’acqua e poi, nella discesa, svuotare le tubature. E partire subito perché con molta neve il percorso poteva diventare pericoloso. La neve, infatti, avrebbe ricoperto le fessure tra le rocce, rendendo tutto piatto.
E fu così che, mentre Goycochea neutralizzava i rigori di Donadoni e Serena, e l’Argentina li segnava tutti, io mi feci la lunga camminata fino ai piedi del ghiacciaio di Protofiorito (così si chiama perché, in estate, le morene che lo circondano si rivestono di dorati papaveri di montagna).
Ero molto allenato e in poco più di mezz’ora ero già di ritorno: purtroppo però l’Italia era stata eliminata !
Notte,
Marco
Io 46 giorni dopo sono venuto al mondo!
27/05/2011, 23:13
faccio l'invito a scrivere di se a marco 77 che ho conosciuto personalmente lunedi scorso nella sua splendida Catania
ps
se ha gia scritto gia qlcosa può continuare
27/05/2011, 23:49
mi aspetto una bella descrizione della sardegna prossimamente..
28/05/2011, 9:56
grintosauro ha scritto:mi aspetto una bella descrizione della sardegna prossimamente..
o di qualche bel sardo...
28/05/2011, 11:48
devo ammettere che e' insaziabile la tua brama di scopire nuove culture
28/05/2011, 12:03
grintosauro ha scritto:devo ammettere che e' insaziabile la tua brama di scopire nuove culture
beh, alcune sono già conosciute...
28/05/2011, 14:20
forse era scontata gia fosse conosciuta da altri
27/06/2011, 23:11
Mi chiamo PierVittorio Benza. Sono nato a Dolcedo (IM) 55 anni fa (11/9/1956).
Dopo gli studi umanistici (maturita' magistrale) effettuati a Velletri (RM),
la grande passione per la terra mi ha spinto a dedicarmi all'azienda di famiglia.
A quei tempi si occupava di floricoltura e olivicoltura.
A 30 anni mi sono sposato e ora sono padre di un ragazzo e una ragazza entrambi
meravigliosi.
Ora la mia azienda si occupa esclusivamente di olivicoltura.
Cerchiamo di effettuare la filiera corta, infatti il 70% della produzione viene
venduta direttamente da noi sia in azienda che spedito ai clienti confezionato.
La grande passione che mi lega alla "la mia terra" inteso come territorio in
generale e come azienda olivicola, mi ha spinto nel corso degli anni a leggere
molto su olivicoltura e olio spingendomi a modernizzarla il più possibile e
a chiedemi sempre il perchè delle operazioni culturali che faccio.
Ho frequentato vari corsi professionali, tra i quali quello di marketing e
packaging importanti per la vendita diretta. Da ultimo quello di assaggio mi
da l'opportunità di conoscere, dal punto di vista organolettico, molti ottimi
oli delle più disparate provenienze.
Non è un caso che i miei sport preferiti sono il ciclismo e lo sci (entrambi
praticati a livello agonistico) e la pallapugno (praticata nelle zone rurali
di Langa e Liguria di ponente) di cui sono un tifoso sfegatato.
Il mio (poco) tempo libero lo impiego ad andare per boschi e montagne.