Re: il 63%deicampi coltivati sono in mano all'8%delle aziende
08/07/2011, 6:42
grintosauro ha scritto:l'agricoltura italiana soffre di parecchi mali primo di tutto funge da polmone di manodopera, questo si spiega il motivo epr cui che va" a cantare in un altro cortile" raramente vende alemno i terreni , e in pratica fa 2 lavori , non si sa mai in un futuro , per cui vedi aziende di 15/20ettari in proprieta , con emzzi sovradimensionati come potenza , usati , condotti d apersone che fanno un altri lavori .
in second 'ordine ce in atot uan speculazione immobiliare . di fatto se prendiamo la pianura padana , ce una continuita immobiliare tra tporiono e tireste passando x milano brescia bergamo verona ectect , in cui non ci ce 1km in linea di aria , in cui non ce un casa , un capannone, ectect .. mentre mi pare di capire che gia solo oltralpe , nella zona a nord di lione vi e' uan tutela del paesaggio , in cui e' impossibile costruire.. e veramnete tra un paese e l'altro passano 5/6/7km in cui ce il nulla piu assoluto.
come consegeunza della specuazioen immobiliare , diventa piu difficle anche il ricambio generazionale , riuscire a comprare dagli altri eredi mezza cascina, ristruturala , ampliarla , far einvestiemnti , e' impossibile ... con tutta pace di chi nelle successioni ci specula sopra ...
utima ma non emno importante
una politica agricola "al_brod'usel" chi vuole la traduzione gliela scrivo in MP
per questo l'interprete nonn serve!!!!
Sono perfettamente d'accordo, purtroppo Se non hai la fortuna di avere una cultura di nicchia non ce la si può fare. Faccio un esempio: nella nostra zona è ricercatissima una qualità di prugna che tradizionalmente si usa per fare una marmellata deliziosa. Mio padre è uno di quelli che in paese ha il frutteto più grande, lo cura come un figlio e garantisco che i frutti sono i più belli di tutti, per dimensione e gradevolezza al palato (senza falsa modestia). Risultato? In una buona annata, se la produzione generale non è eccessiva si spuntano dei prezzi veramente buoni (sono capitati anni in cui erano talmente tante e il prezzo talmente basso che parte della produzione è rimasta attaccata alle piante, micca sempre va bene), nopn dico che ci si campa col guadagno ma quasi! L'anno scorso ne abbiamo raccolte per quasi 80 quintali in 3 settimane!
Re: il 63%deicampi coltivati sono in mano all'8%delle aziende
08/07/2011, 7:49
anche anni la fa la orlosky nell'astigiano aveva una cascina a base di prugna, ma poi la buon costume la fatta chiudere..
scherzi a parte, ben inteso non sono un esterofilo , pero se consideri che qusi la meta degli agricoltori della zona sud est della francia , la quasi totalita di certe zone dell'argentina , brasile , sono di origine italiana, senza tralasciare il nord america , canada , australia nouva zelanda , capisci che i ogni epoca abbimo portato se non l'imprenditorialita italiana( mi son veuti i brividi quando su invasioni barbariche , Ricucci si definito uno degli Imprendtori migliori in questo momento..) abbimo portato all'estero la professionalita nel fare le cose.
ma Nemo proteta in Patria, quel gran bene che facciamo altrove , non riusciamo a farlo qui , e dire che gia solo con l'eccellenza dei formaggi , e delle carni , potremo veramente avere un indotto che da benessere ( come del resto i francesi hanno quel bell'indotto legato a vini e formaggi, gli spagnoli sulle primizie fuori stagione , il brasile col carnevale..)
solo che si crede ancora che chi piu' possiede immobili sia ricco ,mentre forse chi e' ricc e' chi riesce a far lavorare di piu e persone
Re: il 63%deicampi coltivati sono in mano all'8%delle aziende
08/07/2011, 9:21
io non sono convinto del fatto che la colpa di tutti i mali sia della distribuzione che quadruplica i prezzi. Come resto dubbioso sul fatto che con la vendita diretta si possa fare denaro. Il problema non e' li' ... se fosse quello , la distribuzione avrebbe tutto l'interesse a pagare meglio l'agricoltore. Mi spiego.. Facendo finta di essere IL COMMERCIANTE oggi compro frutta a 10 euro a quintale e la rivendo a 200 euro quintale. Dunque volendo comprare frutta di prima scelta, certificata , prodotta sotto casa, e cosi via, e ammettendo di pagarla il DOPPIO DEL MERCATO a fronte di una selezione migliore. Pagherei la frutta 20 euro a quintale, (per il produttore significa raddoppiare il fatturato 100% in PIU'), Ammettendo di riportare pari pari questo aumento al cliente finale, il consumatore avrebbe un aumento di 10 euro a quintale cioe' pagherebbe il quintale 210 euro invece che 200 .cioe ' il suo prezzo varierebbe solo del 5% a fronte di un prodotto MOLTO MIGLIORE e molto piu vendibile. E' chiaro che se metto sul banco frutta normale a 2 eruo kg e vicino frutta selezionata a 2euro e 10 cent io vendo molta piu frutta selezionata che frutta normale. Va da se che se fosse solo speculazione della grande distribuzione , i prezzi si equilibrerebbero a vantaggio del produttore in grado di migliorare la qualita' . Invece vediamo che la qualita' cala e i prezzi per forza di cose non possono calare piu di tanto. Il punto critico, quello che strozza il contadino, secondo me non e' solo il ricarico della distribuzione ma e' da ricercarsi altrrove...
Re: il 63%deicampi coltivati sono in mano all'8%delle aziende
08/07/2011, 11:20
Raviolo il ricatto della grande distribuzione c è!! Di frutta e verdura nelle campagne c e ne tantissima poi c e la concorrenza dell estero. Il contadino con la sua pur modesta produzione non può imporre il prezzo al grossista che se non fai come vuoi va altrove o si fa arrivare i prodotti dal estero, tanto sa che i consumatori si baseranno in maggior parte sul prezzo. Vendere direttamente i prodotti non vuol dire che il contadino deve stare con le 10 cassettine di zucchine al mercato invece di stare nei campi. Il problema lo si potrebbe risolvere, e qui arriva il difficile, organizzando più agricoltori in cooperative ma anche società con dei propri dipendenti che si occupano dello smercio al dettaglio dei prodotti. Per fare questo occorre principalmente una mentalità imprenditoriale, fiducia tra persone, voglia di cambiare. Parlo chiaramente dal mio punto di vista, e non creso che sia una utopia, con la crisi stringente che c è la vendita diretta sta cominciando a prendere piede, deve solo evolvere. Speriamo !!
Re: il 63%deicampi coltivati sono in mano all'8%delle aziende
08/07/2011, 11:37
Di frutta e verdura nelle campagne ce n'e' tantissima. Dunque c'e' un eccesso di offerta e (forse ) una mancanza di domanda. Vista la deperibilita' del prodotto e la scarsa capacita' di assorbimento della filiera, In una situazione simile e' il produttore che cede. I rivenditore ,se non ha venduto il suo magazzino, riduce l'acquisto. Dunque il produttore resta con il cerino in mano. Come se ne esce? I rivenditori possono aumentare i volumi con offerte a sconto, oppure gli incassi con prodotto migliore piu caro. C'e' da dire inoltre che il supermercato vende l'alimentare sottocosto e utilizza l'alimentare come specchietto per attirare i clienti che "pizzica" poi in altri modi (Bar, pettinatrici, settore elettronico,Giardinaggio). Dunque il produttore opera in una sorta di area a "concorrenza sleale" portata soprattutto dai grossi centri di distribuzione.
Re: il 63%deicampi coltivati sono in mano all'8%delle aziende
19/07/2011, 11:14
posso dire la mia sulla questione? senza stare a fare analisi socio-politiche- storiche, rifletto solo sul fatto che una figura professionale come l'agronomo, a meno che non abbia un'azienda da condurre (in proprio o per conto di altri) è assolutamente ....inutile, a cominciare dalla Pubblica Amministrazione, che conosco molto bene perchè ci lavoro! nel senso che l'agronomo (di un tempo: oggi si chiama "tecnologo alimentare", "enologo", "esperto in zootecnia" "economista agrario"....) di fatto si forma su contenuti e materie di cui la società (italiana) sembra non avere bisogno! da qui il problema: se già il percorso formativo superiore presenta queste discrasie, che si pretende da tutto il resto? voi che consultate il forum, siete tutti pienamente impegnati? e soddisfatti che quel che fate risponde alle vostre formazioni, alle vostre aspettative? Poi in italia,secondo me, in molti casi bisognerebbe avere l'umiltà di andare a vedere (e se è il caso, a imparare) dove le cose funzionano.
Re: il 63%deicampi coltivati sono in mano all'8%delle aziende
19/07/2011, 11:22
Vietta obbiettivamente parlando , penso che la vita di ogni persona abbai lati positivi , che negativi, in fondo anche chi governa ha dei grattacaoi e non da poco
una domanda noi possimaoa nche andare veder eall'estero dove le cose funzionzno , ma: 1° come si fa a importare , per esempio, la mentalita tedesca in italia? dove manco riusciamo a fare la diffirenzaita, figuriamoci avere un approccio meritocratico , in un settoee dove ch fa politica arriva da altri settori ( vedi industriale e bancario)
2° ammesso che riusciamo cambaire la P.A. dei vecchi retrogadi che c ene facciamo , mica vorrai dire che dobbiamo apgargli pansioni d'oro dopo tutto quello che hanno fatto?
Re: il 63%deicampi coltivati sono in mano all'8%delle aziende
29/07/2011, 8:14
rifletto solo sul fatto che una figura professionale come l'agronomo, a meno che non abbia un'azienda da condurre (in proprio o per conto di altri) è assolutamente ....inutile
Puoi spiegare meglio questa tua affermazione, cosa intendi di veramente?. Se per agronomo intendi l'esperto o ricercatore di agronomia in senso stretto posso essere d'accordo con te (poca ricerca agronomica seria in Italia). Ma se intendi il Dottore Agronomo come figura tecnica simile al geometra ma con specializzazione agro-ambientale allora non mi trovi d'accordo Io sono un dottore agronomo e sono in contatto con molti colleghi che lavorano tutti, e chi più chi meno è soddisfatto di quel che fa.Sono giovane eppure lavoro (e molti coetanei con altre lauree no!) Senza voler tornare sulle statistiche, citate in altri post e sezioni di questo forum però agraria è una di quelle lauree che assieme ad ingegneria e poche altre, garantisce qualche possibilità in più di lavoro, ed apre le strade verso tanti settori non solo "agricoli".Anche gli iscritti agli ordini sono in aumento (siappur contenuto). Queto non significa che tutto va bene, pero' non è nemmeno cosi' tragica come dici tu...., e poi gli agronomi che si occupano di conduzione di aziende agricole proprie o altrui sono tutto sommato una piccola quota. Ma nemmeno nella pubblica amministrazione mi sembra che manchino, o sbaglio?
Re: il 63%deicampi coltivati sono in mano all'8%delle aziende
29/07/2011, 11:34
@TecMn
io ti stimo , perche l'universita e' uan cosa che non ho potuto fare o almeno tentare di fare x via di problemi famigliari,
secondo me l'approccio dei dottori agronomi vc agricoltura e' in parte sbagliato , senza pero caricare di responsabilita ne gli uni nei noi altri .
e ti motivo a spiegazione: non c e un piano di sviluppo abbatanza armonico all'interno della filiera agro idustriale
e dall'altra aprte ma naggioranza degli agronomi , sono sul libro paga delle ditte sementiere/concimi /fitofarmaci , epr cui dietor ce sempre un interesse.
e comunque ammesso di trovare il libero professionista , avrebeb dei costi poco supportabili x le competenze in base alle superfici. tecmn scusa ma se x esempio io facessi tutto prato x fare fieno , tolta un analisi ogni 5 anni del terreno , grandi linee grandi interventi agronomici , in terreni i cui non si possa fare altro che prato-pascolo non li vedo
mentre s eio vado su coltivazioni indstriali (pomodoro , bietola , frutteti , vigneti) in genre lassitenza tecnica e' data o in forma cooperativistica, o dal trasformatore ..
sempre col massimo rispetto delle competenze.
caso diverso se offro un gestione nn solo agronomica , ma anche economica in quei casi che siamo al limite dell'affitto.