oggi, dopo tre settimane troppo impegnate con olivi, vigna e cantina, ho visitato l'apiario, 6 fallanze su 20 alveari, per uno potrebbe trattarsi di peste, c'è ancora un pugno di api e non è iniziato il saccheggio, domani sera le porto a casa e procedo alla sanificazione (sciolgo cera a vapore bollente, butto miele e fiammeggio nido). Per le altre non so, erano perlopiù sciami in buona salute, orfanità? Intolleranza al trattamento a base di formico? Varroa? Avvelenamento? Gli alveari erano vuoti e senza api sul fondo, la caduta non era eccezionale, boh! A parte il lavoro in più per recuperare la cera e ripulire i nidi la cosa non mi tocca più di tanto, quando ero giovane volevo moltiplicare gli apiari, ma ora faccio fatica a seguire una decina di famiglie, mi tengo una consistente quota di rimonta tutti gli anni e posso permettermi di perderne anche la metà, partire l'anno prossimo anche con solo 5 famiglie sarebbe sufficiente, per me (e presumendo un paio di fallanze invernali, mi troverò probabilmente con almeno una decina di nidi).
Causa il maltempo in piemonte un amico ha visto partire lungo il fiume Sesia 70 casse e 100 nuclei in cassetta di polistirolo, la stessa sorte è toccata ai suoi amici e colleghi che stavano facendo l'ultima fioritura di non so quale pianta
Io persi tutte le mie quindici famiglie nella piena del torrente Marano anni fa, erano state accuratamente selezionate per carattere e produttività per anni, dopo quell'evento mi si è rotto qualcosa, sono diventato fatalista, mi impegno di meno, capisco che, nel caso illustrato, la perdita economica è stata enorme.
vabbeh, ferie finite, sono abbastanza prostrato, domani si torna in ufficio. E dopo due settimane in magliette macchiate devo stirarmi qualche camicia poi mi preparo ad andare a nanna, un giro di sliva per tutti. (io un latte tiepido)
Ultima modifica di pantagruele il 04/10/2020, 21:43, modificato 1 volta in totale.