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milli ha scritto:Monta, si parla del 1968, l'epoca delle rivolte studentesche, che ha formato la classe dirigente italiana che ha fatto disastri negli anni 70- 80- 90, ecc e che ha portato gli anni di piombo negli anni 70.
All'epoca , se non sbaglio, gli studenti pretendevano voti positivi a prescindere dell'esito dell'esame, non il 18, ma il 30 di gruppo. Chi si è laureato in quegli anni, non so quanto abbia studiato.
06/08/2020, 0:22
pantagruele ha scritto:milli ha scritto:Monta, si parla del 1968, l'epoca delle rivolte studentesche, che ha formato la classe dirigente italiana che ha fatto disastri negli anni 70- 80- 90, ecc e che ha portato gli anni di piombo negli anni 70.
All'epoca , se non sbaglio, gli studenti pretendevano voti positivi a prescindere dell'esito dell'esame, non il 18, ma il 30 di gruppo. Chi si è laureato in quegli anni, non so quanto abbia studiato.
Forse è meglio specificare cosa si intenda per classe dirigente:
i nostrani capitani d'industria e i finanzieri non credo che si scalmanassero in piazza e uscissero dall'università senza aver mai studiato (perlopiù provenivano da istituti privati blasonatissimi);
poi ci sono i politici di professione, ma quelli hanno percorsi formativi alternativi, guardando solo ai leader di oggi: Giorgia Meloni, liceo linguistico, Luigi Di Maio, liceo e un po' di cazzeggio all'Università, Nicola Zingaretti: percorso simile a quello di Di Maio e così via, i leader del passato perlopiù liceo e giurisprudenza (DC e PCI avevano scuole di formazione politica a livello universitario);
poi ci sarebbero gestori della cosa pubblica, i manager di stato, i dirigenti, i ministri tecnici, prima di arrivare, negli anni '90, alle ministre che potevano vantare un calendario discinte, e a un amministratore della più grande industria di stato che aveva, come curriculum "autista di Umberto Bossi", ricordo gli "Andreatta Boys", che hanno attivamente partecipato a modernizzare il paese e, di sicuro, non si erano laureati con il "18 politico".
Sui disastri delle contestazioni degli anni '60 faccio notare che da noi sono arrivate di rimbalzo e che in Francia e Germania sono anche state più violente, per non parlare di cosa è accaduto negli USA, eppure non vengono giudicati paesi particolarmente disastrati.
Vero che quelle contestazioni sono state terreno fertile per la violenza politica ma hanno portato anche effetti positivi: saldandosi con le proteste dei lavoratori hanno portato a un incremento dei salari, a una maggiore libertà individuale, all'affermazione della parità di genere (le prime cose che mi vengono in mente).
Io, comunque, nel 68 avevo 6 anni, e la strage di Bologna l'ho evitata perché avevo rinunciato alla sessione estiva per lavorare come stagionale in un albergo.
06/08/2020, 6:15
06/08/2020, 10:22
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