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Droni ed Agricoltura 
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Salva e tutti,
mi chiamo Luca Massimiliano e da ormai 8 anni mi occupo di droni , non ho nessuna competenza di agricoltura se non che la mia , da ormai vent'anni , casa di campagna (nella quale tra breve mi trasferirò), è un ex stalla per i cavalli con muri in sasso situata in zona agricola nella bassa Valtellina.

Un pò di storia
Posso dire di essere stato uno dei pionieri nella realizzazione ed nell'utilizzo dei multirotori o se preferite dei droni come vengono ormai comunemente e poco correttamente chiamati oggi.
Tutto è iniziato una decina di anni fà quando grazie alla disponibilità di componenti elettronici a basso costo come igirometri Murata un azienda canadese ha realizzato il primo multirotore hobbystico che volava unicamente grazie ad una stabilizzazione elettronica.
A ruota un paio di aziende, una canadese ed una tedesca la Mikrokopter , hanno realizzato delle schede elettroniche che insieme a motori brushless, regolatori ed eliche normalmente imnpiegate nel volo aereo areomodellistico hanno reso possibile la realizzazione dei primi multirotori a 4 rotori .
I primi avevano delle funzioni assai basilari, volavano in assetto stabile ed erano molto semplici da utilizzare, gli aeromodellisti dicevano che in pratica volavano da soli.
Poi rapidamente si sono aggiunte schede con altri componenti elettronici come bussola magnetica, GPS , barometro etc ed è stato possibile il volo automatico cioè la programmazione del volo secondo un elenco di punti e quote pre stabiliti.
Fui il primo in Italia a importare e e vendere Mikrokopter che erano venduti come parti OEM oppure come kit completi ma da montare.
Il kit base costava una bella cifra circa 800 Euro , in più ci volevano anceh per chi masticava da 20 anni aereomodellismo parecchie ore prima di capire come si doveva assemblare , configurare e poi settare per il volo.
L'oggetto era affascinante perchè era molto stabile ed non aveva la grande complessità meccanica degli elicotteri da aereomodellismo.
Le uniche parti mecccaniche erano e sono motori ed eliche.
Quasi una magia...

(segue)


23/01/2016, 8:14
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Molto interessante, adesso quanto costa un kit? :roll:

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23/01/2016, 10:17
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Io mi sto interessando da pochissimo. E sono molto curioso...

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23/01/2016, 15:02
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@JeanGabin oggi un kit con pari caratteristiche al primo quadro Mikrokopter acquistato in Cina può costare circa 120 euro

Da avventurosi prototipi alla produzione industriale
La grande semplicità meccanica e la grande facilità di pilotaggio misero subito fuori gioco l'oggetto volante a decollo verticale che imperava fino a sette o otto anni fà nel modellismo, l'elicottero.
Fù per molti aereomodellisti una sorpresa perchè nel mondo reale si vola dal dopoguerra con gli elicotteri mentre di multirotori volanti non ce n'è neppure uno a parte qualche fantasioso prototipo.

Il motivo è semplice , il grande rotore dell'elicottero è molto più efficiente delle piccole eliche del multirotore.
L'elicottero può volare senza alcuna stabilizzazione elettronica mentre un multirotore vola solamente grazie alla stabilizzazione elettronica, senza di quella un drone multirotore vola quanto un mazzo di chiavi.
La complessità meccanica dell'elicottero , la difficolta a gestire le vibrazioni e il costo della riparazione in caso di crash ne decretarono il tramonto come oggetto di svago modellistico, inoltre l'elicottero era molto, ma molto più difficile da pilotare del multirotore che in pratica volava e vola stabilmente da solo.
i puristi diranno che più che volare "trasla" in aria , ma la sostanza è che qualsiasi persona che sà andare in bici o in auto è in grado di pilotare un multirotore.

L'industria dei modelli aeromodellistici inizialmente fù molto riluttante a considerare i multirotori come possibile bussiness ma appena visto che la grande facilità nel volo avvicinava persone che mai avrebbero pensato di pilotare un aeromodello ci si buttarono a capofitto .
Negli Usa , un azienda che aveva cominciato in un garage e dove mamma e figli gestivano il magazzino dopo quattro anni di vita di un progetto interamente Open Source ricevette un finanziamento di 15 milioni di dollari, in Europa la prima azienda tedesca a fare droni professionali ricevette 30 milioni di euro per progetti "statali" forse della difesa.
Cinesi e coreani che hanno in mano la produzione dell'aeromodellismo delle batterie al litio etc si lanciarono nella mischia .
La coreana DJI fù la prima a proporre un prodotto "chiuso" a basso costo ma della buone prestazioni RTF cioè pronto al volo.
Erano passati solo 5 anni dai multirotori in kit della Mikropter dove c'era bisogno di 20 ore di lavoro al neofita per assemblare il tutto e magari 20 secondi per disintegrarlo, adesso con gli stessi soldi c'era il multirotore completo di radiocomando e supporto camera belle e pronto.
Inoltre c'erano multirotori pronti al volo dal giocattolo a quello capace di portare una camera di qualche etto disponibili dai 30 euro ai 3000.

Grazie smartphone , grazie Arduino !
Quello che ha reso possibile tutto ciò è stata l'industria della telefonia che ha equipaggiato gli smartphone di IMU , un sistema integrato dalle dimensioni ridotte con tre accellerometri, tre giroscopi, un barometri ,un magnetometro .
Prodotte in milioni di pezzi ha fatto crollare il loro costo . Altre elemento di questo sviluppo è stato Arduino , microcomputer con processore a 8 bit a basso costo con software open source con la caratteristica di integrare facilmente sensori , porte seriali etc e la sua evoluzione a 32 bit con grande potenza di calcolo.
Questi i due elementi fondamentali del rapido sviluppo dei droni multirotori.


23/01/2016, 17:37
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Sez. Coltivazioni Forestali
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c'è qualcuno sul forum che usa il drone con qualche applicazione in agricoltura?

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29/01/2016, 17:37
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