abbandono nave. era l'una di notte ci trovavamo a capo spartivento calabro eravamo diretti a venezia ma quella notte il mare ci disse di no. ci costrinse a rifugiarci fuori crotone,in una insenatura tranquilla.non sapevamo che quella notte sarebbe stata indimenticabile. montai di guardia giu in macchina,facevo la settimana enigmistica quando il mio collega dal ponte mi chiama(per telefono di bordo) e mi dice di vedere un pò di fumo uscire dalle intercapedini.tutti gli altri riposavano la loro vita era affidata a noi.mi sentii il sangue gelare nelle vene,pensai che se c'era del fuoco questo si trovava sopra di me,ai piani superiori.urlai all'ufficiale di coperta di svegliare tutti,e pregai che per me non fosse finita,di trovare la strada libera.salito di due piani mi ritrovai d'avanti un fumo nero e denso,mi ci buttai dentro facendo affidamento solo sul ricordo di come si districavano i corridoi,senza più fiato in gola riuscii ad arrivare all'aria. l'aria fredda della notte mi morse la carne,ma era nettare per la mia gola.la poppa della nave che era stata la mia casa per 6 mesi era già avvolta dalle fiamme...(continua)
continua..storia vera una volta accertatomi che in coperta tutto l'equipaggio fosse presente.mi resi conto che finchè c'era tempo dovevo ritornare in cabina per indossare qualcosa di più pesante.essa non distava molto dall'ingresso di sinistra,quindi andai, e con stupore mi accorsi che la mia cabina non era ancora invasa dal fumo.quindi mi spogliai della leggera tuta,indossai un jeans,un maglione ed un pesante giaccone.intanto diedi una ultima occhiata a quella che era stata la mia casa per sei lunghi mesi,le foto dei miei figli alla parete,il bellissimo veliero che avevo finito di costruire(la sovrana dei mari).la livella di toto di fianco alla cuccetta,quante volte quel libro mi aveva aiutato a superare la nostalgia della casa?di li a poco si sarebbe ridotto tutto in cenere. in quel piccolo stanzino avevo pianto tante volte.faceva parte di me,e con gli occhi umidi mi voltai e richiusi quella porta per l'ultima volta.(ne conservo ancora la chiave).il nordik one crepitava ,come un assordante lamento a cui era impossibile dare sollievo.raggiunsi i miei compagni che intanto cercavano di approntare una scialuppa.ma ben presto ci accorgemmo che le scarpe si stavano sciogliendo,la lamiera era incandescente.sotto di noi il fuoco urlava il suo dominio- continua
continua..storia vera sapevamo che al piano sottostante c'era un locale con almeno una ventina di bombole di gas tra vuote e piene(ci servivano per impermeabilizzare le stive)dovevamo scappare,non c'era il tempo per la comoda scialuppa.quindi ci recammo a prua portando di peso il mozzo,un ragazzino siciliano al suo primo imbarco che preso dal terrore voleva lanciarsi fuoribordo andando incontro a morte certa.il marconista turco ufuk esperto uomo di mare portò con se due ricetrasmittenti e subito lanciammo il primo meidei con il cuore in gola(in italiano ...salvate le nostre anime)ma dopo appena mezzora la batteria si esauri,decidemmo cosi di preservare l'altra per più tardi.forse qualcuno avrebbe visto quell'orribile rogo scuarciare quel cielo stellato.-continua
continua..storia vera decidemmo nel frattempo di darci da fare ,cosi' recuperammo nel cavone di prua dei fusti vuoti che legammo insieme con delle tavole facendo cosi' una sorta di scialuppa,anche se sapevamo che sarebbe andata in pezzi una volta lanciata da 15 metri d'altezza,in più avremmo dovuto lottare per guadagnarci un posto,non potevamo starci in dodici,ma questa rimase una muta consapevolezza.intanto si susseguivano le esplosioni,sono esplose le bombole di gas,quelle d'acetilene,i fusti dell'olio,i fuochi d'emergenza che erano nelle scialuppe,questi volavano nel cielo lasciando scie colorate a mo' di beffa. il calore ormai ci aveva raggiunto. la nave si contorceva e sussultave lottando con le fiamme nel tentativo estremo di tenerci a galla.-continua
continua..storia vera pensavo ai miei figli,a mia moglie,a quella vecchietta di mia madre che ogni volta, nonostante fossi sposato si recava a casa mia per prepararmi le maledette valigie(che dio la abbia in gloria). li avrei più rivisti? a questo pensiero mi legai un grosso galleggiante con una cima intorno ad un polso cosi'avrebbero almeno ritrovato il corpo ed una conseguente tomba su cui piangere...-continua
continua..storia vera a questo punto il buon dio ha pensato che poteva bastare,erano credo le sei quando la radio gracchiò,incredibilmente ci rispose una nave turca,cosi in un attimo il buon ufuk nella sua lingua sputò fuori la nostra voglia di vivere. si tornava a casa.il resto è noia,vi basti sapere che salvammo anche il gatto ,nostra mascotte.ci salvammo tutti tranne il buon nordik one,lui a smesso di solcare i mari di tutto il mondo.ora giace negli abissi,riposa dopo aver salvato il suo equipaggio,e con lui c'è un'importante fetta della mia vita....Adolfo Tedisco,primo ufficiale della M.N. NORDIK ONE
Adolfo, sono senza parole Mi è sembrato di leggere i Malavoglia di Verga...in due parole ci hai regalato una emozione forte e singolare rendendoci partecipi all'evolversi di questo avvenimento così drammatico... Una testimonianza dei sacrifici con cui la gente di mare (che io conosco sopratutto a Monte di Procida) cercava di guadagnarsi da vivere... Non ho altro da aggiungere se non che sono fiero di essere tuo amico... Complimenti Domenico