Switch to full style
Tutto ciò che non trova spazio nelle altre sezioni (Off-Topic)
Rispondi al messaggio

Re: Diamo sfogo all'indignazione.

25/11/2009, 22:31

Il guaio nasce già a monte, la prima cosa che manca è il riconoscimento del nostro lavoro, dall'inizio alla fine. Per fare un esempio banale che vivo frequentemente, se un ragazzo è intelligente e volenteroso va indirizzato al liceo classico ... scientifico già meno ... ma se è un vagabondo, "limitato", andrà all'istituto agrario e questo lo dicono o lo pensano in tanti, compresi dirigenti/presidi delle nostre scuole, che ci dirigono con questa opinione di noi, credeteci perché vivo una esperienza diretta. Pertanto la categoria parte già con un grave hanticap a cui si aggiunge il fatto che...che spesso e volentieri anche presentandosi ad un colloquio con diplma, laurea, 10 pagine di curriculum, referenze e capacità pratiche reali...in agricoltura tutti sanno tutto, ed il tecnico è l'ultimo dei fessi, così l'informazione più ricercata è se si ha la patente C per fare pure (SOLO) il trasportatore.
Ma con pseudo imprenditori con aziende ereditate, trasformate con contributi statali e portate avanti solo grazie a redditi di altre attività...che solidarietà si può avere?
...Mario...ma se sei scoraggiato tu...un giovane che cerca di iniziare una carriera come può sentirsi?
;)
so long

Re: Diamo sfogo all'indignazione.

26/11/2009, 1:08

Capisco è stata la storia della mia vita, impegno continuo e professionalità ma con quali risultati? e ancora quale imprenditore del secondario e terziario lavorerebbe come un nostro agricoltore??? saluti, Mario

Re: Diamo sfogo all'indignazione.

26/11/2009, 9:00

io ne aggiungo un altro ed e' quello che sta capitando a molti nella mia condizione, e cioe' quello della polverizzazione degli appezzamenti in seguito ai passaggi generazionali , cioe che una unita di terreno idonea a vivere (anzi sopravvivere) con l'andar delle generazioni , ci si ritrova dopo 60 70 anni , ad avere una briciola, e qui piu che la speculazione fa scintille...

in utta italia , chi va via , lascia la radice ,perche fa comodo , da una parte non paga un tubo di tasse, dall'altra vede il suo valore crescere anno x anno , mentre chi rimane deve vedersela con chi compra terreni , come alternativa o integrazione ai classici investimenti ( bot cct, fondi pensioni)

anche la maggiore tassazione ,per chi non e' agricoltore non e' un deterrente abbstanza forte, e le scappatoie sono molteplici..

quanti di noi non conoscono persone che una volta andate in pensione avendo un riudere , prendono la p.iva x 5 anni , solo per aver degli sconti , facendosi figurare come piccoli coltivatori (al di sotto dei 5 000 euro di volume d'affari , ) per avere delle agevolazioni , per poi chiuderla alla soglia dei 70 anni...

questa sarebbe agricvoltura , bah!!!

Re: Diamo sfogo all'indignazione.

26/11/2009, 10:23

scusa Grintosauro,
intervengo anche se non sono un agricoltore e sono un pensionato che vendendo la casa in città e con la liquidazione ha comperato un po di terra, un sogno di tanti anni...
Ma la realtà è molto dura!!
Mi sono affacciato a questo mondo di contadini (mi sembra meglio e più onorevole il termine contadini che imprenditori agricoli) e ne son rimasto sconvolto..
Ho girato molte aziende per capire ... ho anche provato a fare delle coltivazioni, ma ho capito quanto sia difficile, duro, poco comodo e quanta esperienza e conoscenza occorre avere per fare questo mestiere..
E' un mondo che se non ci sei dentro non te ne rendi conto..
Da parte mia ho già ridotto le mie aspirazioni , (ho fatto un paio di volte un campetto di farro) metà mi è andato a male :twisted:
Ho piantato un centinaio di viti e sono tutte morte o seccate o mangiate, ho distrutto diversi atrezzi e corso pericoli (me ne sono accorto dopo)
per cui adesso mi limito all'orto famigliare...
Un'altra difficoltà che ho trovato andando a visitare le famiglie contadine sono i rapporti con le mogli..
mi immaginavo la figura delle vecchia "sdora" che badava alla casa e ai piccoli lavori , invece solo le anziane sono così ma le "giovani" sopportono male l'impegno totale di tempo e denaro che i loro uomini danno alla terra, quasi gelose e metono in piedi una rivendicazione continua.. con rapporti molto critici o matrimoni distrutti..

ciao

Re: Diamo sfogo all'indignazione.

26/11/2009, 10:49

Pioppino ciao, bene , ma tu parli con esperienza diretta, quindi sono sicuro che non chiedi lo sconto sull' insalata perchè sai quanto costa produrla,
Per le mogli che dire.............. meglio non generalizzare come sempre, ma qui è colpa della tv Balia, perchè quando non c'era la tv molti ragazzi giocavano con la fantasia e il lavoro del papa era una cosa bellissima da poter ripetere da grandi, oggi invece la tv Insegna che non è importante studiare, bisogna fare soldi subito modo lecito o non e le ragazze devono essere belle "facili"e alla moda.
Inoltre la società si è crogiolata su se stessa lasciando sempre i giovani da soli, mediamente adesso si trova lavoro su i 35 anni, non è un problema visto l'allungamento dell' eta , ma è un problema biologico molte donne fanno bimbi a 40 anni, questi bimbi forse non avranno i nonni per evidenti conti anagrafici, in sintesi la ns società attuale è frutto delle scelte delle generazioni passate sia in postavo che in negativo.
Io sto valutando di chiudere la mia azienda perchè al di la del lato economico, non voglio più alzarmi alle 5 (dormire delle volte sulle balle di paglia) quando lavoro in estate lavoro 15/18 ore al giorno, ma il mio titolo di studio non è uguale a quello che lavora per lo stato???? che lavora 18/20 ore a settimana, ha ferie e non si preoccupa di nulla (avendo il tempo di farsi un doppio lavoro) inoltre non tutti, ma molti sono raccomandati e sono li senza voglia e senza competenza??? ovvio ci sono altre ragioni, il fatto che non ho più pascoli perchè i cinghiali e cervi pascolano alla grande su i miei coltivati, (ti rimborsano dopo 3/4 anni con prezzi irrisori) quando ti abbattono animali positivi per malattie nuove (lingua blu e Anemia equina ti danno 3 lire) ecc ecc, quindi sommando il sacrificio, il sudore e la poca remunerazione mi considero un fesso da solo e lascio spazio a chi ha più capacità di me. Dimenticavo per non parlare anche della cattiveria umana tra paesani, che per gelosia tutta particolare non ti acquistano prodotti perché fai soldi su di loro (questo lo pensa anche chi non ti conosce) e vendi solo ai villeggianti.
Saluti Paolo

Re: Diamo sfogo all'indignazione.

26/11/2009, 15:30

pioppino niente di personale,ma quello che volevo spiegare io e' un altra cosa

nella mia zona ho visto troppi come dire soprusi o storture ,

come esempio e' un caso che e' sotto la vista di tutti,:
ho un mio amico che oltrte essere della leva e' stato in un altro periodo anche lui nell'arma.

ora si e' specializzato in tessitura e ha un piccolo laboratorio in un paese vicino al sui , perche non pu trasferirsi a casa sua , e nella tettoia che suo padre usava come fienile spostare tutto l'armamentario , e smettere di dare 4000 euro al mese di affitto .

a rigore di logica sarebeb giusto , perche al zona agricola agricola deve rimanere.


peccato per una cosa...

che ci son delle persone che a 200 metri siano sorte 2 villette in punta di una collina , nel bel mezzo di un campo , con la scusa di fare un cemtro per la produzione biologica di frutt e verdura , si per carita' , avrenno dovuto fare nel seminterrato un piccollissimo laboratorio , avrenno pure il terreno a sufficienza , molto del quale in affitto(affitto , bah ho i miei dubbi sulla destinazione effettiva--..)

peccato che loro non vengano da una diciamo esperienza frutticola ortiva, e' anche vero che in tempo di crisi ci si adegua, pero nn so tutti li intorno hanno una vaga sensazione di presa x i fondelli , sai come e' ville di 140 metri quadri , non sono alla portata di tutti

vedi pioppino , tu puoi paragonarti a loro?
puoi dire che i soldi per pagare i contibuti agricoli siano di origine strettamnete agricola?

non ti viene il sospetto che oltre all'attivita agricola abbaino altre attivita economiche?( la legge lo permette daltro canto..)

Re: Diamo sfogo all'indignazione.

27/11/2009, 1:08

grinto ha scritto:

"quanti di noi non conoscono persone che una volta andate in pensione avendo un riudere , prendono la p.iva x 5 anni , solo per aver degli sconti , facendosi figurare come piccoli coltivatori (al di sotto dei 5 000 euro di volume d'affari , ) per avere delle agevolazioni , per poi chiuderla alla soglia dei 70 anni..."

caro grinto, non siamo più negli anni 70,
con la semplice partita iva, il tuo ipotetico pensionato, se non hai la posizione inps, non prende nessun sconto

e per avere la posizione inps deve presentare le fatture per dimostrare che il reddito agricolo esista e che raggiunga una certa percentuale del tuo reddito complessivo

e queste regole servono a tutelare te, professionista, "meno siamo e meglio stiamo" , no?

queste cose certamente le sai ma sul forum, per piangere un po', dici cose inesatte

ciao

Re: Diamo sfogo all'indignazione.

27/11/2009, 9:09

gampi , quanti pensionati ex operi ci sono in agricoltura?

perche hanno la p.iva?

se l'agricoltura non rende perche continuano ?

Re: Diamo sfogo all'indignazione.

27/11/2009, 19:20

Italia: un agricoltore su 3 teme di dover chiudere l'impresa

Scoraggianti i dati che emergono da un'indagine compiuta dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori sull'intero territorio nazionale relativamente all'indice di fiducia degli imprenditori agricoli davanti alla complessa congiuntura che sta penalizzando il mondo agricolo del nostro Paese.

Un agricoltore su tre teme di essere costretto a chiudere la propria azienda a causa delle grandi difficoltà (costi eccessivi, prezzi in crollo e burocrazia asfissiante) che incontra; sei su dieci hanno conti "in rosso", il 96,3% ritiene totalmente insufficienti per l'agricoltura i provvedimenti varati nell'ultimo anno, mentre il 34,8% si dichiara scoraggiato e pensa addirittura ad un abbandono dell'attività produttiva.

Per il 95,6% l'attuale situazione di profonda crisi che sta investendo il settore primario, sempre più in emergenza, rischia di protrarsi ulteriormente e difficilmente si riuscirà a superare nel giro di tre-quattro anni.

L'indagine della Cia, che verrà presentata in dettaglio nelle prossime settimane, conferma ancora una volta la gravità dei problemi che attanagliano l'azienda agricola italiana. La quasi totalità dei produttori interpellati (97%) punta l'indice sui costi divenuti insopportabili, sulla burocrazia che toglie risorse e soffoca ogni iniziativa, sui prezzi che sui campi sono in caduta verticale.

Praticamente, si produce sottocosto in molti comparti, primo fra tutti quello dei cereali, dove i listini sono diminuiti anche del 30%, con punte del 40-45% per il grano duro. La situazione - si rileva nell'indagine della Cia - è però allarmante un po' per tutti gli altri comparti, dalla vitivinicoltura all'ortofrutta, dall'olivicoltura alla zootecnia, al lattiero-caseario.

Sta di fatto che il 75,6% degli agricoltori intervistati ha dichiarato che quest'anno ha compiuto solo le spese necessarie per l'impresa, ma nessun tipo di investimento innovativo. L'85,7% ha avuto enormi difficoltà per gli adempimenti burocratici, mentre il 25,8% è stato costretto a modificare la propria attività produttiva, in quanto la precedente era totalmente in perdita.

Sempre secondo i risultati scaturiti dall'indagine della Cia, il 97,4% dei produttori agricoli interpellati vorrebbe misure molto più incisive da parte del governo. Tra le principali richieste, si trovano il finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali, la fiscalizzazione degli oneri sociali (richiesta che viene in particolare da chi opera in zone svantaggiate e di montagna), le riduzioni fiscali sul gasolio e sui mezzi di produzione, gli incentivi per i giovani, un più facile accesso al credito.

Il futuro molto incerto dell'agricoltura italiana viene determinato, per l'85,5% degli intervistati, anche dall'attuale politica agricola europea che continua a mostrare troppi squilibri. Le decisioni prese a Bruxelles - si rileva nell'indagine Cia - vengono giudicate, per l'83,2%, insufficienti per ridare impulso al settore. Il 76,9%, invece, ripone molta fiducia al Trattato di Lisbona, in quanto - viene sottolineato - si avrà un maggiore potere da parte del Parlamento di Strasburgo, il cui operato viene giudicato positivamente dal 72,3% degli intervistati.

Fonte: www.agi.it

Re: Diamo sfogo all'indignazione.

27/11/2009, 19:42

Volevo precisare una parte del mio precedente intervento, dei soldi a rimborso io non so cosa farne, non perché sono ricco, anzi, ma perché vengono dati troppo tardi, se non ho raccolto il foraggio devo acquistarlo subito non dopo 3 anni, e con i tempi che corrono trovare foraggio in giro è una grossa impresa (come anticipare soldi non messi in preventivo), ancora bestie abbattute parlo dei cavalli prezzi di 300 euro fattrici di 8 q di carne vendibile al banco!!!, perché chi vende la carne deve guadagnarci e non l'allevatore????
Saluti Paolo
Rispondi al messaggio