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Decrescita e risparmio come valori sociali 
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Nonostante la crisi economica mondiale, la convinzione che sia possibile una crescita illimitata è ancora oggi largamente diffusa, al punto che è divenuta l'ideologia dominante della nostra società. La logica che soggiace a questa ideologia dell'espansione continua è la logica dell'«avere» e del «consumare», la quale si appoggia sulla creazione di bisogni sempre nuovi, indotti dall'esterno mediante la pressione sociale — i media esercitano al riguardo una funzione determinante — e in larga misura alienanti.
Lungi dal costituire una rinuncia che mortifica le possibilità di espressione della persona, la decrescita, che comporta il rifiuto del consumismo e l'abolizione del superfluo, è considerata da chi la sostiene una opportunità — per questo si parla di decrescita «serena» o «felice» (a questa ultima dizione si rifa in particolare il movimento fondato in Italia da Maurizio Pallante) — , cioè come un mezzo per dare sempre più spazio ai valori immateriali, a quelli relazionali in particolare, e per migliorare la qualità della vita. Essa implica anzitutto l'adozione di alcune scelte prioritarie in campo socioeconomico e politico, implica anche l'adozione di precise scelte personali, quali la pratica del riciclo dei rifiuti, la preferenza data alle energie alternative, l'abolizione degli sprechi alimentari e dell'abuso di risorse naturali, l’autoconsumo e il barato (basato anche sulla coltivazioni di orti familiari).
La posta in gioco è, in definitiva, culturale ed etica. Si tratta di decidere se si vuole assegnare il primato alla ricerca del benessere economico a ogni costo o si vuole invece privilegiare la ricerca della felicità, la quale implica anche la limitazione dei bisogni materiali — specialmente se superflui o alienanti —e l'acquisizione di stili di vita capaci di fare spazio a istanze valoriali che restituiscano alla vita il suo senso vero e favoriscano una più equa distribuzione dei beni tra gli uomini. A queste condizioni infatti la decrescita acquisisce un significato altamente positivo poiché diviene occasione di una autentica crescita umana.

Cosa ne pensate? Quali i possibili comportamenti individuali virtuosi?
Marco

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12/01/2012, 13:09
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Ciao Marco
E' proprio il libro che sto leggendo in questi giorni.....poi ti dirò...


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12/01/2012, 13:44
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Caro Marco

in qualche post qua e là ho accennato la mia propensione verso questo stile di vita, ho anche letto uno dei libri di Pallante e sposo, per quanto possibile, l'orientamento adottato dal movimento per la decrescita.
In linea di massima sono stata sempre abituata a non sprecare, a cercare di conservare, ho rifiiutato la prassi dell'"usa e getta" e degli oggetti all'ultimo grido, scegliendo ad esempio oculatamente anche l'abbigliamento (capi possibilmente duraturi senza per questo rinunciare a qualche frivolezza).
Con mio marito cerchiamo di attuare comportamenti "virtuosi" per quanto possibile, autoproducendo ciò che possiamo, cercando di limitare l'uso della plastica, riparando gli oggetti che si rompono, non cedendo alle ultime tecnologie, con uno stile di vita abbastanza semplice senza per questo privarci dei piaceri della vita.

Ora ad esempio ho deciso di re-imparare a lavorare a maglia, vuoi mettere la soddisfazione di un maglione fatto a mano? nonchè ad usare la macchina da cucire invece di portare i capi a far riparare ad altre pesone.
Penso poi che si potrebbero innescare piccoli sistemi di economia locale, ripeto per quello che è possibile, scegliendo i prodotti locali ad esempio.

Sicuramente ci sono molte altre cose che ora non mi sovvengono ma sono contenta che tu abbia aperto questo argomento poichè penso che potremmo tutti davvero rinnovare la società...

a presto

anna

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12/01/2012, 13:52
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marinella ha scritto:
Caro Marco

in qualche post qua e là ho accennato la mia propensione verso questo stile di vita, ho anche letto uno dei libri di Pallante e sposo, per quanto possibile, l'orientamento adottato dal movimento per la decrescita.
In linea di massima sono stata sempre abituata a non sprecare, a cercare di conservare, ho rifiiutato la prassi dell'"usa e getta" e degli oggetti all'ultimo grido, scegliendo ad esempio oculatamente anche l'abbigliamento (capi possibilmente duraturi senza per questo rinunciare a qualche frivolezza).
Con mio marito cerchiamo di attuare comportamenti "virtuosi" per quanto possibile, autoproducendo ciò che possiamo, cercando di limitare l'uso della plastica, riparando gli oggetti che si rompono, non cedendo alle ultime tecnologie, con uno stile di vita abbastanza semplice senza per questo privarci dei piaceri della vita.

Ora ad esempio ho deciso di re-imparare a lavorare a maglia, vuoi mettere la soddisfazione di un maglione fatto a mano? nonchè ad usare la macchina da cucire invece di portare i capi a far riparare ad altre pesone.
Penso poi che si potrebbero innescare piccoli sistemi di economia locale, ripeto per quello che è possibile, scegliendo i prodotti locali ad esempio.

Sicuramente ci sono molte altre cose che ora non mi sovvengono ma sono contenta che tu abbia aperto questo argomento poichè penso che potremmo tutti davvero rinnovare la società...

a presto

anna

Libro a parte approvo quello che scrivi Marinella, è quello che io e mia moglie abbiamo sempre fatto ed è quello che abbiamo sempre cercato di insegnare ai figli....


12/01/2012, 14:06
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io invece penso che la "decrescita felice" cosi come viene proposta oggi sia una bufala piu falsa di una moneta da tre euro.
Penso che si sia sia mancato proprio l'obiettivo di base commettendo un errore madornale.

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12/01/2012, 14:26
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L'educazione dei figli con questi princìpi penso sia davvero la cosa più importante che si possa fare. Non ho la fortuna di averne ma cercherei senza dubbio di farlo se l'avessi.
Una società che corre con i ritmi di quella in cui viviamo e in cui tutto è "usa e getta" può fagocitare facilmente chi non è abbastanza forte (nel senso di equilbrato) da persistere nel proprio convincimento. Forse una delle mie fortune è quella di vivere in un piccolo centro, in cui le distanze sono relative (se le condizioni lo permettono posso andare al lavoro in bicicletta, 3 km si possono fare) e consentono di svoglere molte cose in modo più consono ad una vita sobria.
Aggiungo che ormai non compriamo quasi più conserve, anche il pane lo facciamo noi, consumiamo quasi esclusivamente acqua del pozzo (con analisi rigorose) con conseguente diminuzione drastica delle bottiglie di plastica, ma settore alimentare a parte, è necessario anche che il ciclo di vita quotidiana sia dettato da una logica del rifiuto dello spreco.
Mi interessa molto capire come i vostri figli si pongono quando confrontano il vostro stile di vita con quello di loro coetanei meno attenti a queste questioni.

Marco ha ragione, è un problema di etica, speriamo si possa davvero ricollocarla al centro della società, contro ogni globalizzazione, omologazione e logica consumista.

Anna

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12/01/2012, 14:30
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grande MARCO la decrescita ,be sono anni che leggo libri di economia su questo argomento da quando andavo ancora a scuola o cominciato leggendo i libri di travaglio libri sulla mafia su tangentopoili e poi piano piano o cominciato a capire come vanno veramente le cose guarda l'europa noi abbiamo due ditture in grecia con papademos banchiere di goldam sachs e in italia monti sempre banchiere goldam sachs poi c'e' passera la fornero (che a bello che sistemato la figlia nell universita' dove lei e il marito sono professori) che e' sta in intesa sanpaolo poi draghi altro banchiere della goldam poi ci sono merkel e monti che fanno parte del bilderberg insomma un europa dominata da banchieri e massoni loro sta sicuro non attueranno mai la decrescita perfino i sindacati parlano sempre di crescita e solo crescita non sapendo che la crescita non aumenta i posti di lavoro anzi li diminuisce inverce la decrescita gli aumenterebbe .


12/01/2012, 14:37
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Ho sentito parlare l'autore ospite di alcune trasmissioni televisive. In molte cose mi trova daccordo. Misurare la qualità della vità solo in termini di crescita di PIL mi sembra certamente un modo vecchio e non veritiero. Sono indispensabili altri indici che possano tenere conto di comportamenti virtuosi, ad esempio di risparmio energetico, minor consumo di risorse naturali, ecc.
Mi farebbe molto piacere se il nostro forum potesse contribuire, anche se in piccolo.
Marco


Maurizio Pallante
La Decrescita Felice
La qualità della vita non dipende dal Pil
Prezzo € 15,00
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la_ ... php?pn=127" target="_blank

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12/01/2012, 14:46
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ciao marco.
concordo.
anche perchè io e la vale, come forse saprai, è da un bel pò che "combattiamo" la nostra battaglia per uno stile di vita improntato ad un più razionale concetto di "impatto" col mondo che ci circonda.
i tratti fondamentali delle nostre scelte sono quelli, in linea di massima, descritti dai vari fautori della decrescita.
con varianti, fossero pur minime, dovute al fatto che tutte le teorie sono buone, ma poi vanno applicate al contesto in cui si vive.
non è facile, in una società ormai improntata all'eccesso, al consumo ed alla "velocità", rallentare, trovare un contesto di vita più a tua "misura".
perciò non si può (ancora ;)) mollare definitivamente la macchina e muoversi con il carretto, vivendo sperduti in mezzo al nulla, come sogna la vale :D.
non si può certo mollare la lavatrice, lava un pò i panni come facevano le nostre nonne (è inutile fare i romantici e ritrovarsi con l'artrosi a 40 anni) e cose di questo tipo, non sto a dilungarmi troppo.
per contro gli atteggiamenti virtuosi possono essere veramente molti e soddisfacenti, a parte il riscaldamento a legna, che è scontato.
così, nell'irrinunciabile lavatrice si può infilare del sapone ad impatto zero, fatto in casa o acquistato bio, e la lavatrice, vi assicuro, lava bene anche a freddo, a parte casi particolari.
si può usare sapone bio o autoprodotto anche per la cura della persone ed evitare deodoranti usando alternative valide.
sono ormai alcuni anni che "barattiamo", il nostro orto non ha mai visto alcunchè di chimico ed i nostri animali vivono nella maniera più naturale che possiamo garantirgli, contribuendo al "ricircolo" degli elementi :D.
si va molto a cicoriette e bietole ed altre erbette selvatiche, che hanno un gusto....(funghi purtroppo no, conosco solo i prataioli ed ho un pò paura pure a raccogliere quelli)
a parte gli spostamenti assolutamente indispensabili, vedi stazione del treno (6 km di distanza) o il consorzio (un 10 km circa), si cerca di muoversi con mezzi "pubblici" (l'ho virgolettato perchè quà mezzi pubblici è un parolone, il pulmino che percorre queste contorte strade si ferma solo se lo avverti per via telefonica il primo giorno della settimana, se no tira dritto dritto per la via principale.....e non sempre il cellulare prende, altra diavoleria indispensabile da queste parti :lol: beh, siamo pochi e dispersi).
perciò spesso, quando la vale si fa il giro dei nonnetti della zona per punture o per controlli vari, "sfreccia" rombando col suo "bolide", un'apetto più vecchio e malmesso di noi :D (che però, grazie al nostro grande peppone, ora non tira più gli ultimi in salita) ormai la conoscono tutti da ste parti.
tra l'altro quando la vale va a fare qualche iniezione o controllo (niente di illegale, è infermiera ;) ) cerca sempre di evitare pagamenti in denaro, preferendo quello che le persone di campagna, sia pur poco, possono offrire (eppure c'è anche chi si oppone a questo e insiste per pagamento in denaro guardandoci stralunato quando la vale gli dice che preferisce "no money" :shock: ), il che fa riflettere un pochino su quanto siamo condizionati, no?!
ora ci stiamo organizzando per passare gradualmente (visti i soldi, se no lo faremmo "di botto") alla produzione alternativa di corrente elettrica, in modo da potere almeno in parte evitare le aziende fornitrici.
sono riuscito finalmente a barattare una pompa per l'acqua, perciò finalmente la rete idrica ne gioverà alquanto, visto che abbiamo un bel pozzo a 5 metri da casa, e si recupera l'acqua piovana.
differenziata poca, perchè cerchiamo di evitare il più possibile plastiche et similia (anche se è inevitabile, visto che c'è plastica dappertutto)
e si ricicla tutto ma tutto, con un pò di ingegno e di esperienze altrui rubate quà e là :oops: :D , si può arrivare davvero a buttare ben poco.
insomma tutto sto panegirico per dire che si deve fare quel che si può, adattando delle regole base a proprie capacità, possibilità ed esigenze.
non sempre è proprio facile facilefacile, ma quando la sera ti fermi.....oh beh!....che soddisfazione :D
ciao michele(accio)

_________________
A far del bene agli asini si pigliano calci in fronte.
Lo diceva mia nonna.

Una persona di 50 anni che vede i mondo come lo vedeva quando ne aveva 20 ha buttato via 30 anni della propria vita.
Muhammad Ali, il grande.


12/01/2012, 14:59
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Ma che cos'è questa crescita? È la crescita dei beni e dei servizi di cui gli esseri umani hanno bisogno per vivere sempre meglio? Se vai da qui a là in automobile e non trovi traffico lungo la strada consumi una certa quantità di carburante. Se t'imbottigli in una coda chilometrica, ne consumi di piú.
Quindi fai crescere di piú il prodotto interno lordo. Quindi stai meglio. E allora perché t'arrabbi? Pensa che fai star meglio anche me, che nemmeno mi conosci, e gli altri 57 milioni e passa d'italiani.
Pensando alla tua generosità mi commuovo mentre soffro come un matto e, lo ammetto con vergogna perché sono proprio un ingrato, sto facendo soffrire anche te che non conosco e gli altri 57 milioni e passa d'italiani, lungo un sentiero di montagna dove non faccio crescere il prodotto interno lordo perché non consumo nulla se non un po' della suola dei miei scarponcini. Ma li ho comprati 10 anni fa e sono ancora belli. Certo in questi dieci anni hanno fatto dei modelli nuovi, hanno cambiato i colori, hanno spostato gli inserti in finta pelle prima un po' piú in su, poi un po' piú in giú, poi un po' piú di qua, poi li hanno fatti piú stretti, poi piú larghi, ma quest'anno, li ho visti ieri in vetrina, sono di nuovo uguali agli inserti dei miei scarponcini. E li hanno rimessi nello stesso posto. Anche il colore è lo stesso. Sembra che li abbia appena comprati.

Dal libro la decrescita felice


12/01/2012, 15:02
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