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Crisi economica e attrazione del settore agricolo 
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trescogli

a parte che i terreni delle cinqueterre x cavarci da vivere e' un miracolo

piu volte ho raccontato l'anedoto di quanto ci insegno il ns prof di ecnomia 20anni fa , e ti posso dire che nne ra uno solo teorie , visto che era uno dei piu grossi comemrcialisti di torino all'epoca..

l'econmia reale e' suddivisa in 3 grandi ideologie
quella inglese americana
quela iberica
e quella che farebbe a capo a kerl marx , ma questa e' fallita , per cui sec lui nn piu valida


in fondo il suo ragionamento era semplice

quella inlgese americana fa perno sull'occupazione , piu gnete e' occupata , piu l'economia gira , sopratutto x il fatto che i disoccupati sono un costo sociale , piu di quento siano coloro che studiano e i pensionati ( oltre alla burocrazia , terziario e terzirio avanzato aggiungo io)

quella iberica ma sarebbe piu consono chiamare colonialista dove gli iberici hanno avuto la parte piu imponente dall'inizo del 1500 , vedi quanto e' ampia l'uso delel lingue spagnolo e portoghese,
in cui il perno dell'economia non e' il alvoratore in senso lato ma il possesso

ora rispondimi verso che economia stiamo andando? quella dove tutti hanno il diritto/dovere di lavorare , o dove si cerca di limitare il piu possibile il alvoro perche cmq e' un costo?

e come costo nn indico quello monetario , ma quello espresso in consumo di energia (petrolio)

vabbe ie' un po complicato da speigare lla mia teoria devoluzionistica in questi termini..

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26/09/2012, 15:47
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i grossi imprenditori agricoli (allevamenti bufalini con una media di 1000-2000 capi), sono aziende che si sono tramandate di padre in figlio e hanno avuto quindi modo di crescere lentamente, e al contempo si sono potuti ammortizzare tanti costi.. Sarebbe difficile quindi, se io domani mi svegliassi e decidessi di acquistare un lotto di terra, capannoni, licenze, una ventina di vacche ''prene'' (nel gergo degli allevatori di zona le vacche sono dette ''ienche'' se mai accoppiate, ''prene'' se incinte, e ''streppe'' se gli è stato tolto il piccolo con conseguente produzione di latte stoppata momentaneamente).. Quindi occhio e croce non spenderei meno di 150'000 euro, e mi converrebbe??


Cominciare un'azienda da zero è da suicidio, bisogna avere già ( da eredità , per esempio) almeno un terreno e un po' di attrezzatura. E l'esperienza? si può imparare presto come si fanno le cose, ma è da come si risolvono i problemi e gli imprevisti che si vede se l'azienda può andare avanti.
Io ho cominciato da pochi anni, con terreno e capannoni già preesistenti, ma ugualmente è difficile andare avanti, perchè gli introiti ci sono , ma le spese fisse sono altissime. Nell' hobbistico puoi allevare un animale rustico che ti viene pagato a peso d'oro ma se ne devi vendere un tir tutti mesi il prezzo te lo fanno gli altri perchè tu hai bisogno di vendere e di liberare le stalle per gli altri animali che stanno crescendo. Quindi ti adatti al prezzo di mercato e magari trovi l'avvoltoio che ti offre di non pagarti l'iva o anche peggio.

Se uno pensa " che bello mangio l'insalata mia e il pollo di casa" e pensa di vivere contento sbaglia perchè la vita
richiede molte altre spese, soprattutto se ci sono figli.
Allora sì all'integrazione dell'orto-stalla pur mantenendo un lavoro, sì all'azienda se non si è soli ( non aprite un'azienda agricola se non avete una famiglia che vi sostiene , moralmente e a forza di braccia) se avete già una base di immobili ,se avete un bel po' di risparmi e la possibilità di accedere a qualche aiuto ( ma non pensate di cavarvela solo con quelli), sì se avete tanta salute e un fisico resistente alla fatica e allo stress.
Sì all'azienda agricola se vi va di lavorare di più per prendere di meno e se vi va di fare una vita più semplice e meno dispendiosa.

Se avete perso il lavoro e siete disperati, piuttosto chiedete di fare l'operaio in una stalla. E' un lavoraccio, ma alla fine prendi il tuo stipendio e la sera dormi perchè non hai debiti, ma ormai è un lavoro che gli italiani non vogliono fare più.
E pensare che i mungitori delle stalle del nord hanno un alloggio garantito,uno stipendio superiore ai 2.000 €, ma sono tutti indiani, i quali però lavorano tutti i giorni e si munge anche di notte.

nel forum suini c'è una domanda di un ragazzo che vorrebbe provare ad allevare suini, ma non ha il terreno , non ha capannoni, non sa quanti suini allevare e di che razza , a chi chiedere.....allucinante! spero che qualcuno della sua famiglia lo faccia ragionare.

aggiungo una cosa: se un'azienda è ben organizzata potrebbe anche farcela bene economicamente, ma deve comunque svilupparsi, magari investendo sulle energie verdi, oppure allargando la proprie produzioni ( es. non solo carne ,ma producendo il salume) e valorizzando la qualità e territorialità del prodotto ( ma questo non può farlo l'azienda, ci deve essere l'appoggio di consorzi ed iniziative apposite)
Leggendo le riviste di settore questa sembra essere la strada da percorrere, lo spero anch'io....vedremo.
Scusate se mi sono dilungata.

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26/09/2012, 16:31
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riconvertire un settore come l'agricoltura nn e' facile, soprattutto quando devi andare a delocalizzare le aziende in aree inflazionate.

in parole povere vuol dire spostare della gente anche oltre i 50 100 km, il che nn e' facile, sopratutto se vivi con persone che nn vogliono spostarsi ,

pero' d'altro canto con meno di 20 ettari di proprieta' piu' l'affitto non vivi ...

fare uno spaccio aziendale (e te lo dico x esperienza) non e' la panacea di tutti i mali , perche' tu o sei in allevamneto o sei nello spaccio e a volte assumere non sempre e' cosi facile , soprattutto quando la maggioranza dei disoccupati , ha un back ground culturale , che e' diverso da quello che ti serve , dalle tue esigenze

soprattutto nelle aziende da latte

uno degli errori che commettono queste tipo di persone , come mi dicono i firsonisti e' quello che nn si accorgono delle mastiti (per fortuna che i costruttori hanno fatto impianti che automaticamnete separano il latte a rischio dal resto) o non puliscono perfettamente le ghiandole ( cosi il tuo numero di cellule fa fuoori scala )

errori che cercano di fare mano quelle persone , che arrivando dall'estero non hanno molte altre scelte ...

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26/09/2012, 17:13
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il dipendente non ha mai l'occhio del padrone, per non parlare di quelli che fanno i dispetti o altro.
noi ( allevatori suini)non abbiamo i problemi delle bovine ,ma ce li abbiamo simili nelle sale parto , se non ci perdi del tempo e ci metti molta attenzioni le cose vanno a rotoli molto facilmente. Posso capire che per un operaio che ha tante cose da fare a volte vada di fretta, per lui un maialino morto in più non cambia niente, umanamente lo capisco.
Insomma, la soluzione vincente io non ce l'ho :?

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26/09/2012, 22:36
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grintosauro ha scritto:
trescogli

a parte che i terreni delle cinqueterre x cavarci da vivere e' un miracolo


Grinto ho solo segnalato un articolo nel quale ci sono spunti di discussione interessanti, a mio parere, ma come sempre la politica si muove sulle emergenze e per fare cassa doi voti.
Inutile chiudere la stalla quando i buoi sono scappati... e tu te ne intendi :)

Riprendo alcuni punti dall'articolo:
1) L’Italia ha il poco ambito primato del Paese con il maggior dissesto idrogeologico d’Europa
2) La soluzione passa attraverso una legge destinata a far discutere e gli incentivi economici ai figli per tornare a lavorare le terre dei padri.... «Vorremmo convincere i figli a riprendere il lavoro che i loro padri non possono più fare». Soldi in cambio di un ritorno alla natura.
( chi paga?)
3)Nel dopoguerra la Liguria aveva 150.000 persone che lavoravano la terra. Oggi sono meno di 14.000. A presidiare sono rimasti gli anziani. Gli altri sono andati a vivere in città. Il territorio però è rimasto lo stesso, non ha cambiato la sua complessa fisionomia. «Se non le tieni su, le terrazze vengono giù».
( e nel resto d'Italia la situazione è anche peggio)

Chi pensa che la soluzione alla crisi, generale o personale, sia il ritorno alla terra pensando che sia una soluzione semplice e attuabile in breve tempo si ricordi il vecchio detto:
La terra è bassa ... e ti vuole guardare negli occhi

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"Da quassù il mondo degli uomini altro non sembra che follia, grigiore racchiuso dentro se stesso. E pensare che lo si reputa vivo soltanto perchè è caotico e rumoroso."
(Da "Montagne di una Vita" di Walter Bonatti)


26/09/2012, 22:58
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trescogli

se vuoi rimarginare le ferite del dissesto idrogelogico , non si puo farse solamente con incentivi statali , devi mettere nelel condizioni di lavorare chi e' sul territorio .

poi sec me ci sono dei lavori di rimarginazione del territorio che non hanno nulla a che fare con l'agricoltura: il rimarginare una frana non e' agricoltura , ha semmai a che fare con l'ambito delel esavazioni , il ripristinare delle carreggiate atte a essere attraversate da trattori, fa aprte delle'dilizia se vogliamo fare i pignoli

non si puo pretendre di ripulire un bosco con la romcola , e dire solo grazie

purtroppo per rimediare agli sbagli bisognrebbe far si che quei terreni disastrati siano produttivi quantomeno : legna da ardere , da opera , castagne , piccoli frutti , funghi , tartufi , o cacciagione in riserva (in parole povere io allevo cinghiali e faccio divertire i cacciatori dove pagano e nn rubano il alvoro altrui con risarcimenti semlimente ridicoli come sta capitando qui..), ma comunque non a gratis .

senno in unmondo dove e' 50anni che la popolazione rurale sta calmdo , continuera a calare , e se a qualcuno una frana porta via casa, prendetevela chi nel corso degli anni ha tacitamente acconsentito a questo.

se a qualcuno sta stretto questo discorso , presumo di nona ver detto nulal di nuovo , am solo ricordato quello che sta capitanto in tutte le aree marginali , che sicuramente non sono quelle fertili...

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27/09/2012, 8:36
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in sintesi, in un mondo dove nessuno fa niente per niente, non si può pretendere che il contadino si spezzi la schiena per tenere insieme l'ambiente a gratis, fatelo rendere questri lavori redditizi e qualcuno li verrà a fare.

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Non vorrei disilludere qualche neo iscritto alla facoltà di agraria, ma la vedo molto dura per l'inserimento nel mondo del lavoro. Anche ai miei tempi ci fu il boom di iscritti, perchè si diceva che erano molte le possibilità di lavoro. La mia generazione di laureati è stata però salvata soprattutto dall'insegnamento e dal pubblico impiego (province, regioni, ministero). Ma oggi la pubblica amministrazione è satura e noi ci resteremo fino a tarda età.
Inoltre ho l'impressione che molto interesse verso il settore primario sia dettato soprattutto da motivazioni emotive del genere: "sono stanco di vivere in città e amo la campagna", "mi piacciono gli animali", ecc. Ma queste sono validissime motivazioni ma per chi è pensionato o si può permettere di vivere di rendita.
Certamente mi auguro che ci sia in futuro maggiore attenzione per l'agricoltura, in particolare per chi già è nel settore e fa fatica a ricavarne un reddito adeguato. E plaudo a iniziative (come quella in Liguria) che riconoscono agli agricoltori un ruolo di tutela e difesa del territorio che ha effetti positivi su tutti, compreso chi vive in città.

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27/09/2012, 15:18
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non solo marco, dalle facolta' di agraria, sono usciti anche ottimi agricoltori, che hanno saputo negli anni valorizzare lavoro e territorio, purtroppo anche per molti di loro vedono il limite, davanti a chi ora sta investendo molto, soprattutto per motivi fiscali,
sempre vero che chi ha soldi fa soldi, chi a pulci fa pulci...

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Perchè possa capre meglio, si potrebbe fare qualche esempio (non con nomi ovviamente) di investimenti fatti per motivi fiscali che danneggiano le aziende esistenti?
Grazie,
Marco

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