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Re: COME VE LA CAVERESTE?!?!?

22/06/2012, 13:44

sul web ho trovato questo articolo....un po' lunghetto da leggere ma molto interessante ;)


Mario Cecchi è un anziano del “movimento comunitario italiano”. Il suo nome è indissolubilmente legato alla Comunità degli Elfi, di cui fu tra i fondatori nei primi anni ’80, una delle comunità italiane più longeve ed in continua espansione. A quasi trent’anni di distanza la Comunità comprende più di una mezza dozzina di insediamenti, tutti sull’Appennino Pistoiese. Mario, vive in quello di “Avalon” e oltre a lavorare per l’autosufficienza della comunità nei campi, orti, negli uliveti e nei boschi, tiene i contatti con il più ampio mondo alternativo, infatti è attivo sia nel movimento Rainbow che nella Rete degli Ecovillaggi, nella Rete delle Comunità Intenzionali, nei nuovi contadini del C.I.R e nella Rete Bioregionale.

Raccontaci come sei diventato Mario degli Elfi.

Il mio approccio alla terra ha inizio nella primissima infanzia. Vivevo a Genova con i miei genitori ma, d’estate, finita la scuola, venivo affidato ai miei nonni che vivevano in campagna, in condizioni simili alle nostre di adesso: un’ora di cammino a piedi dalla stazione dei treni, riscaldamento e per cucinare a legna, senza luce elettrica. Lì stavo bene, ero libero, quando potevo aiutavo nell’orto, a fare il fieno, a fare le fascine per la capra e i conigli, nella vendemmia ecc.
Mio nonno mi aveva preparato degli attrezzi proporzionati alla mia statura e, per me, lavorare era un divertimento, non ero costretto come i figli dei contadini. A volte, per stare in compagnia, non avevo altro modo che lavorare con loro. Lavoravo con gioia, gratificato dall’apprezzamento degli adulti. Era anche un sentirmi utile per la comunità in cui vivevo.
Mio nonno aveva una fattoria piccolina: 1 mucca, 1 maiale, 1 capra, 6 ettari di terreno, equamente distribuito per soddisfare tutte le necessità della famiglia, tanto che non comprava quasi nulla tranne il sale e l’olio. Per averli si recava una volta al mese in paese, il giorno del mercato, così aveva occasione di scambiare opinioni e pettegolezzi con i suoi amici. Era per lui un giorno straordinario, poiché il resto del tempo lo impegnava esclusivamente in campagna a lavorare, con un ritmo molto lento, ma costante. Il tempo libero era dedicato oltre che a riposarsi all’osservazione: molte delle sue conoscenze derivavano dall’osservazione della natura. D’estate si alzava alle 4 del mattino, appena cominciava ad albeggiare, poi si recava nell’orto a fare i lavori pesanti poiché di giorno faceva troppo caldo e dopo pranzo era solito riposare almeno fino alle 4. Costringeva anche me a dormire, sebbene non ne avessi voglia, e spesso scappavo per andare in giro nonostante la calura.
Di quell’epoca ho un ricordo meraviglioso, ero affascinato da tutto quello che mi circondava: gli animali, la natura, il senso di libertà e di intima soddisfazione; cosa che spariva quando ritornavo in città ed ero costretto ad andare a scuola, racchiuso tra quattro mura, tutte le mattine, per imparare cose che non mi interessavano. Spariva la gioia e l’appetito, cominciava la ribellione, il rifiuto, l’apatia.
Da lì il passo è stato breve, ritornare a vivere in campagna è stato come ricongiungermi alla mia infanzia felice, all’autogestione del mio tempo, ad organizzare il lavoro e gli spazi come più mi piace, senza un padrone, condividendo tutto con gli amici che poi sono diventati gli Elfi.

E gli Elfi chi sono, come e perché sono nati e come sono organizzati?

Gli Elfi sono nati nel 1980, da un gruppo di quattro persone che, stanche della vita cittadina e di scelte a metà, decisero di andare a vivere a Pesale (nome elfico Gran Burrone), un paesino abbandonato dell’Appennino tosco- emiliano, a ottocentottanta metri d’altezza, raggiungibile solo a piedi. Subito ci fu il contrasto con i carabinieri, che intimarono loro di andarsene e diedero il foglio di via obbligatorio alle persone presenti durante la perquisizione. Questi, invece di rinunciare nei loro propositi, raccolsero qualche centinaio di firme a loro favore tra la popolazione dei paesi limitrofi, ed ottennero dal proprietario un foglio che legittimava l’occupazione, in attesa di poter un giorno comprare il terreno. Così il magistrato revocò i fogli di via e l’occupazione si estese in poco tempo ad altri villaggi della zona: Piccolo Burrone, Case Sarti, Pastoraio.
Gli altri tentativi da parte del comune e della comunità montana di integrare in un progetto produttivo ed istituzionale la comunità, sono stati sempre respinti dagli Elfi, che tenevano in grande considerazione la propria autonomia ed autosufficienza. Per interloquire con le istituzioni, non come singoli ma come aggregazione, gli Elfi hanno creato due associazioni: “Il Popolo Elfico della Valle dei Burroni”, associazione di tipo non riconosciuta, retta da un comitato di gestione, e “Il Popolo della Madre Terra”, associazione di utilità sociale senza scopo di lucro.

Dal lontano 1980, gli Elfi si sono diffusi in tutta la montagna, hanno riabitato le case abbandonate, da ruderi le hanno trasformate in case comode e confortevoli, consone al loro stile di vita: senza strada, elettricità, gas. Utilizzano per la cucina e il riscaldamento il fuoco a legna ed illuminano con i pannelli solari e le candele.
Nell’arco della loro esperienza hanno dato alla luce più di centoventi elfetti (il più grande ha ora ventitre anni), che riempiono di allegria quei luoghi altrimenti condannati alla desolazione, se non fosse per la presenza degli Elfi, che li abitano, li amano, li custodiscono, li coltivano, e li hanno fatti ritornare alla loro antica dimensione vitale.
I rapporti con la gente intorno sono di buon vicinato, frequenti sono gli scambi di cortesie e gli aiuti reciproci, anche se per un periodo durato più di dieci anni c’è stata una guerra senza esclusione di colpi con i cacciatori della zona, che si sono sentiti defraudati di parte del loro territorio di caccia, dalla presenza massiccia degli Elfi. Per fortuna ora è da parecchio tempo che non accade nulla e sembra che la ragione abbia prevalso sull’intolleranza. Molte persone ci stimano per la scelta coraggiosa che abbiamo fatto, ma a nostro avviso ci vuole più coraggio a vivere nelle città, in quegli appartamenti di pochi metri quadri, soffrendo d’inedia e di solitudine, assillati dal problema economico, sempre in fretta per arrivare in tempo; che a vivere in libertà in mezzo ai boschi, cibandosi dei frutti freschi della terra.
Gli Elfi adesso sono più di duecento persone distribuite in trenta ubicazioni, tra villaggi e case sparse. Hanno mantenuto il loro stile di vita frugale pur non mancando loro nulla dell’essenziale. Non si sono lasciati intrappolare dalle mode e dalla tendenza imperante del consumismo. Una strada lunga cinque e più chilometri a piedi in mezzo ai boschi li separa dalla “civiltà”, i loro figli frequentano con buoni risultati la scuola media o superiore di Pistoia o Porretta, la scuola elementare la fanno a casa; non si sentono assolutamente isolati o fuori dal mondo, anche se conducono una vita diversa e non accettano la logica della competitività o del massimo profitto, del lavoro-consuma-crepa, dello sviluppo illimitato a discapito della Madre Terra e della natura umana.
Nessuno ha un lavoro fisso, alle spese della comunità e dei villaggi si rimedia con gli introiti ricavati dalle pizze che sfornano durante i festival o le manifestazioni a prezzo politico, per le spese individuali ognuno provvede da sé, salvo chiedere un contributo alla Valle quando non riesce a guadagnare abbastanza per far fronte ad una necessità contingente. Vige un rapporto di fratellanza e di reciprocità tra tutti gli Elfi e non Elfi che vengono a trovarci: basta inserirsi nell’onda magica della condivisione che esiste nella natura dell’uomo, quando non è traviato dall’individualismo e dall’egoismo della società attuale, che ha eletto il denaro a suo unico Dio e si è dimenticata i valori spirituali ed umani alla base della convivenza “civile”, almeno dal nostro punto di vista.
Le decisioni vengono prese con il consenso di tutti, mai con votazioni a maggioranza, ma tramite il cerchio, la forma di come ci si dispone per parlare, a dimostrazione che non esiste un capo, ma che siamo tutti equidistanti dal centro, sede del potere o del grande Spirito. Si attua un meccanismo di discussione e confronto che coinvolge tutti i membri interessati della comunità, si parla uno alla volta quando arriva il “Bastone Sacro della Parola”, che gira in senso circolare sino a che non si dipanano tutte le questioni e si raggiunge l’accordo (che non implica l’unanimità – qualcuno può anche dissentire inizialmente, ma ciò non blocca la decisione degli altri). Questo metodo è sempre stato utilizzato all’interno del cerchio degli Elfi senza mai avere una forma codificata, ma funzionando sulla fiducia, poiché le persone sono stimolate a parlare dal cuore e non secondo un calcolo.
Una storiella che rappresenta molto bene il succo della vita e il modo di pensare Elfico è: …..un uomo d’affari vide con fastidio che il pescatore, sdraiato accanto alla propria barca fumava tranquillamente la pipa.

- Perché non stai pescando? Domando l’uomo d’affari
- Perché ho già pescato abbastanza pesce per tutto il giorno.
- Perché non ne peschi ancora?
- E cosa ne farei?
- Guadagneresti più soldi. Allora potresti avere un motore da attaccare alla barca per andare al largo e pescare più pesci. Così potresti avere più denaro per acquistare una rete di nailon, e avendo più pesca avresti più denaro. Presto avresti tanto denaro da poterti comprare due barche o addirittura una flotta. Allora potresti essere ricco come me.
- E a quel punto cosa farei?
- Potresti rilassarti e goderti la vita.
- Cosa credi che stia facendo ora?

Re: COME VE LA CAVERESTE?!?!?

22/06/2012, 14:13

Perché non stai pescando? Domando l’uomo d’affari
- Perché ho già pescato abbastanza pesce per tutto il giorno.
- Perché non ne peschi ancora?
- E cosa ne farei?
- Guadagneresti più soldi. Allora potresti avere un motore da attaccare alla barca per andare al largo e pescare più pesci. Così potresti avere più denaro per acquistare una rete di nailon, e avendo più pesca avresti più denaro. Presto avresti tanto denaro da poterti comprare due barche o addirittura una flotta. Allora potresti essere ricco come me.
- E a quel punto cosa farei?
- Potresti rilassarti e goderti la vita.
- Cosa credi che stia facendo ora?


questa è bellissima (anche se è copiata precisa da un vecchissimo film in cui tognazzi, imprenditore rampante del nord, redarguisce un pescatore che sta beatamente rilassato su un mucchio di reti nel porto di napoli) ed è la filosofia che dovrebbe muovere il mondo, secondo me.
beati loro che ci son riusciti, perchè non è mica facile.
ciao michele

Re: COME VE LA CAVERESTE?!?!?

22/06/2012, 19:35

mi sono informato ache io sul web di questi elfi e devo dire che sono una comunità molto variegata... qualcuno l'ha fatto per scelta qualcuno per scapare da qualcosa... davvero interessante...
ma mi chiedevo la lampada a olio si vende ancora da qualche parte???

Re: COME VE LA CAVERESTE?!?!?

22/06/2012, 22:21

Tornando al topic dico solo:Benissimo :!:

visto che anche tutti voi sarete nella stessa "bratta", non ci restera che aiutarci l'un l'altro......

......quando si comincia :?: ......... :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

Re: COME VE LA CAVERESTE?!?!?

22/06/2012, 23:21

ma mi chiedevo la lampada a olio si vende ancora da qualche parte???

ma certo che si trova ancora....qui da me la vendono in ferramenta.
viene ancora usata dai margari,quando fanno la transumanza,spesso si ritrovano in alpeggi dove non c'è ne luce ne acqua ( a parte la classica sorgente ).
la famiglia di mio marito ad esempio portava le mucche in un alpeggio a 2200 mt di quota,non c'era elettricità,usavano un gruppo elettrogeno per far funzionare le mungitrici.l'acqua scorreva davanti alla baita e veniva usata anche per far girare l'aggeggio che faceva il burro(manco so come si chiama,zangola forse? :roll: )
si alzavano al mattino presto appena faceva giorno e si coricavano quando diventava notte,seguivano insomma i ritmi della natura.
ad immaginarselo sembra un quadro idilliaco ma in pratica era una faticaccia immane :?
col latte munto producevano formaggi....di sicuro non avevano il tempo per rilassarsi :mrgreen:

Re: COME VE LA CAVERESTE?!?!?

22/06/2012, 23:49

però se non ci fosse elettricità cambierebbe anche tutto il mondo industriale e sparirebbero molti prodottini, come gli shampi e i balsami :o e i deodoranti :? .
Si tornerebbe come nell'ottocento

Re: COME VE LA CAVERESTE?!?!?

23/06/2012, 7:08

milli ha scritto:però se non ci fosse elettricità cambierebbe anche tutto il mondo industriale e sparirebbero molti prodottini, come gli shampi e i balsami :o e i deodoranti :? .
Si tornerebbe come nell'ottocento

dicciamo che quello sarebbe il male minore
Milioni di persone morirebbero, pensate solo quanta gente sopravvive negli ospedali grazie ai macchinari,
tutte le auto si fermerebbero, non ci sarebbe più petrolio perchè le pompe non lo tirano dal sottosuolo,
le case nelle città gia al 4° piano verrebbero abbandonate,
le città si svuoterebbero dopo un immensa rivolta per la sopravvivenza.
tutta l'economia (come oggi la conosciamo) crollerebbe
Tutti i risparmi bancari (non che il nostro male maggiore al mio punto di vista) svanirebbero nel nulla visto che sono solo file su un pc.
tutti i mercati di qualsiasi bene si bloccherebbero,
non avendo più scorte e mezzi per il trasporto.
tutto il mondo si pianificherebbe, e solo chi è in grado di rialzarsi potrebbe aver la meglio.
insomma un mondo completamente diverso da quello che conosciamo
ah dimenticavo io non sarei qui a parlare con voi :lol:

Re: COME VE LA CAVERESTE?!?!?

23/06/2012, 8:38

ermes ha scritto:
milli ha scritto:però se non ci fosse elettricità cambierebbe anche tutto il mondo industriale e sparirebbero molti prodottini, come gli shampi e i balsami :o e i deodoranti :? .
Si tornerebbe come nell'ottocento

dicciamo che quello sarebbe il male minore
Milioni di persone morirebbero, pensate solo quanta gente sopravvive negli ospedali grazie ai macchinari,
tutte le auto si fermerebbero, non ci sarebbe più petrolio perchè le pompe non lo tirano dal sottosuolo,
le case nelle città gia al 4° piano verrebbero abbandonate,
le città si svuoterebbero dopo un immensa rivolta per la sopravvivenza.
tutta l'economia (come oggi la conosciamo) crollerebbe
Tutti i risparmi bancari (non che il nostro male maggiore al mio punto di vista) svanirebbero nel nulla visto che sono solo file su un pc.
tutti i mercati di qualsiasi bene si bloccherebbero,
non avendo più scorte e mezzi per il trasporto.
tutto il mondo si pianificherebbe, e solo chi è in grado di rialzarsi potrebbe aver la meglio.
insomma un mondo completamente diverso da quello che conosciamo
ah dimenticavo io non sarei qui a parlare con voi :lol:


Veramente, visto che metà se non di più popolazione vive già cosi, gli stupidi che dovranno rialzarsi
saremo noi, :mrgreen: , e magari quelli del terzo e quarto mondo ci dovranno pure dare una mano.... :lol: :lol: :lol:

Comunque sia, per estrarre il gas non c'è bisogno della corrente elettrica, e con il gas si fanno parecchie cose... ;)

Re: COME VE LA CAVERESTE?!?!?

23/06/2012, 9:03

gerry94 ha scritto:
Mauleon ha scritto:La saldatrice

Non scherziamo su questa, da buon tecnico delle industrie meccaniche una buona saldatrice occorre portarsela sempre con se, anche se funziona a manovella, ma dubito che si riescano a mantere frequenza, differenza di potenziale e intensità costanti, sviluppare corrente alternata, continua, innesco ad alta frequenza, pulsazione, doppia pulsazione.......... :ugeek: :lol: :lol: :lol:



la tour eiffell è stata costruita senza un punto di saldatura, i ponti in ferro costruiti all' inizio del 900 non hanno un punto di saldatura.

il carbone si può ancora estrarre a mano, e con il carbone si può creare energia termica e gas, e con l' energia termica ed il gas........................... oppure non avremmo più nemmeno quello, perchè se così fosse saremmo già arrivati al 22 dicembre 2012 e si è avverata la profezia dei MAIA.

comunque io ho 66 anni ed all'età di 4 anni ci siamo trasferiti a milano, ma tutte le estati tornavo a mantova per un paio di mesi dai nonni, e la cascina dove vivevano era senza corrente, gli è arrivata che io avevo circa 10/12 anni, eppure vivevamo, provate a pensare come si incrementerebbero le nascite, e forse scopriremmo ancora il fascino dei giornali di allora, (i filoss che si facevano nelle stalle per rimanere al caldo ascoltando i vecchi che avevano sempre cose da raccontare e da discutere.)

credo che passato il primo periodo di sconforto ci organizzeremmo e vivremmo senza tanti probblemi come fanno gli aborigeni australiani, come fanno gli indios della foresta amazzonica, o come fanno certe tribù africane.

con la grossa differenza che avremmo una cultura che ci ha permesso di conoscere cose che un secolo fa non si conoscevano.

ciao

Re: COME VE LA CAVERESTE?!?!?

23/06/2012, 9:19

credo che passato il primo periodo di sconforto ci organizzeremmo e vivremmo senza tanti probblemi come fanno gli aborigeni australiani, come fanno gli indios della foresta amazzonica, o come fanno certe tribù africane.

con la grossa differenza che avremmo una cultura che ci ha permesso di conoscere cose che un secolo fa non si conoscevano.


non posso che quotare....bravo mantovano ;)
senza arrivare a situazioni così drastiche,proviamo almeno a farci un elenco mentale di tutte le cose superflue che il consumismo ci ha indotto a ritenere indispensabili
:?
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