Brava Milli e anche JeanGabin che hanno già illustrato meglio, "ci sono spese e cose impreviste" e molte che purtroppo solo chi ha provato sa.
Comunque per rispondere alla domanda sopra circa le spese necessarie al fine " dell'autosostentamento " faccio il mio caso che potrebbe rappresentare uno dei tanti casi:
- Dopo oltre 40 anni di lavori vari ho avuto la fortuna e la volontà, di potermi ritirare per fare le cose che mi interessavano da sempre, per cui man mano avevo aggiunto conoscenze in base a esperienze vissute da me e da altri, letture, ecc, una cosa è scrivere libroni da cui c'è intanto moltissimo da imparare, e una cosa è applicare. Quindi ben lungi dal denigrare la scienza.
- Avrei potuto comprarmi bilocale a porto Santo Stefano, con darsena e barca a vela, avrei risparmiato.
- Ho invece comprato per poche lire (ma tutti mi dissero che ero matto, infatti i confinanti, saputo che stava passando babbo natale, mi proposero anche i loro terreni
che comprai felicemente) quasi due ettari con tre ruderi, di una passata vigna, di cui restavano solo terrazze semidisfatte, rovi, bosco:
Per visionare un pochino il territorio impiegai tutto il giorno, ne venni fuori tutto graffiato ma entusiasta.
Se si fosse saputo del mio progetto mi avrebbero ricoverato, i miei genitori che l'autosotentamento lo conoscono molto bene non dormirono parecchie notti preoccupati.
- Portata l'acqua, 4.5 Km di scavi a mano sulla montagna con altri circa 20 comproprietari, ovviamente tutto a nostre spese senza contributo alcuno.
- Ricostruita la prima casa a risparmio energetico, circa 10/ 15 quintali di legna a anno per acqua calda e riscaldamento.
- Disboscamento e rimessa in ordine terrazze per il coltivo.
- Rifacimento (fatta da solo, cosa oggi non più autorizzabile) degli altri due ruderi in una sola in classe A, tra 6 e 10 quintali di legna annui per acqua calda e riscaldamento. Questa spesa l'avrei potuta evitare, però vedere inutilizzati ogni giorno, i due ruderi rimasti, per di più in posizione ideale per fare una casa da manuale, come le conoscenze fin li accumulate mi sussurravano e stata una tentazione troppo grande.
- Poi come diceva Farassino dopo essere stato estromesso dal bar ubriaco dopo mezzanotte: "Nella vita ci vogliono i mezzi"
anch'io per lavorare molto e non consumarmi prematuramente ho comprato molti mezzi, non quelli di vino del su detto.
Quindi ora in effetti ho raggiunto una certa autosufficienza, molti giorni mi alimento con solo il sale che, sale da valle, e potrebbe sembrare che ho speso poco, se non conto l'investimento iniziale.
Ecco perchè facevo allusione a risorse.
Spesso quando viene qualcuno a trovarmi, ancor di più se bella giornata, e chi va in montagna col tempo brutto
Appena arriva, si guarda attorno e: "Ma è magnifico, che vista, i ciliegi, quanti sono, "13 varietà", le api, le nespole, le mele, le pere, gli olivi, quanti, le galline, le patate, il grano che bello, ecc ma questo è il paradiso terrestre"
Dopo circa un quarto d'ora: "Ma come fai a vivere qui, non c'è niente."
Un giorno uno dei miei nipoti dopo visita alle varie realizzazioni disse: " Si, si può anche vivere qui, però prima bisogna essere stati ricchi."
Quanto su per dire che un conto è vivere l'autosufficienza quando lo fanno tutti attorno a te, si ha la stessa quantità di felicità e tristezze di qualunque altro tempo, altra cosa farlo controcorrente, quando sai che il grano che tu hai falciato a mano sotto il sole di Luglio, che tutto impolverato hai trebbiato con una vecchia di oltre cento anni trebbiatrice che hai riadattato e che ti ricorda sudori veri e non per gioco di generazioni passate, se messo sul mercato vale circa 30€ e forse meno.
O le patate che hai tirato col "Bichart des'Alpes" che ormai è introvabile, credo aver comprato gli ultimi tre esemplari in Francia e gli ultimi 3 in Italia,
pagandoli quasi o forse di più di una quelle carrette di frese da supermercato,
Quando il tempo sarà venuto, non vorrò farmi trovare senza "mezzi".
Ebbene quelle patate tutte butterellate dal ferretto, ecc che nessuno comprerebbe, "Hanno la scabbia"
che io ho scelto tra le varietà nuove e antiche che sbuccio con religiosa attenzione, non le vorrebbe nessuno.
Eppure io col solo sale, dopo cottura in pentola a pressione, qualche ovetto delle galline che girano per il territorio assolutamente non trattato con alcun genere di prodotto, io non ho l'atomizzatore e mai mi sarebbe servito, oppure qualche peperone condito con aceto (vino per aceto di un amico) e olio fatto in casa , oppure.... mi sento un privilegiato senza limiti.
Ogni tanto, forse una o due volte al mese per intossicarmi, scendo a valle e filo dritto dal cinese o in pizzeria per un salutare tuffo nell'attuale.
Per stare invece in argomento mucca, io consiglierei vivamente prima di prendere una mucca, cominciare con un paio di capre, ovviamente dopo essercisi ben documentati sulle necessità e problematiche, sono secondo me molto più versatili.