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articolo sui tunnel anti-infestanti.

01/05/2011, 20:10

Salve a tutti!
Mi piacerebbe aprire una piccola discussione riguardo all'articolo sui tunnel anti-infestanti, dell'ultimo numero della rivista di agraria.
Nell'articolo viene dichiarata la pericolosità del polietilene (PE), in quanto produttore di diossina nel suo processo di smaltimento.
Viene anche detto che il polietilene è un "materiale i cui tempi di degradazione vanno dai 100 ai 1000 anni", e che "A partire dal gennaio 2011, per tale motivo vengono banditi tutti i sacchetti usati nei supermercati non rispondenti ai criteri fissati dalla norma tecnica comunitaria EN 13432".
Per questo, l'autrice dell'articolo, che sta anche sviluppando la sua tesi di laurea proprio sul brevetto di questo nuovo metodo, ritiene "lecito pensare dunque che anche in agricoltura si debba preventivare una sostituzione del polietilene con un sistema di pacciamatura che assolvendo alle stesse funzioni si riveli più vantaggioso e compatibile con l'ambiente".

Vorrei fare delle precisazioni riguardo alle informazioni contenute nell'articolo:
- prima di tutto, a voler essere rigorosi, non esiste la diossina, ma le diossine, che sono un gruppo di molecole organiche abbastanza simili tra loro. Tra queste la più tossica è quella che comprende atomi di cloro legati alle strutture del carbonio.
- il materiale plastico maggiormente responsabile della produzione delle diossine clorurate è proprio il PVC (polivinilcloruro), che stanno lentamente cercando di sostituire con altri materiali plastici che non contengano cloro, primo tra tutti il polietilene, costituito da una semplice catena carboniosa, dalla cui combustione completa si può ottenere solo CO2 e H2O.
- in un articolo che confronta due materie plastiche, affermare solo per una di queste (il PE) che i tempi di degradazione sono lunghissimi, mi pare eccessivamente fuorviante e di parte, soprattutto se l'intento è quello di favorire l'utilizzo e la distribuzione del PVC. La struttura del PVC non differisce da quella del PE se non per la presenza di atomi di cloro. I tempi di degradazione sono lunghi per qualsiasi materiale plastico; parlare di 100 o 1000 anni non ha alcun senso scientifico, non stiamo confrontando la biodegradabilità del PE rispetto ad una foglia secca, ma del PE rispetto al PVC. "da 100 a 1000 anni" è una dicitura che possiamo trovare in qualsiasi testo che tratti dei materiali plastici e generalmente è seguita da: "a seconda del tipo di plastica". L'autrice dell'articolo si è informata sui tempi di degradazione del PVC?
- mi chiedo inoltre che senso abbia tirare in ballo la EN 13432: questa è una norma che prevede l'utilizzo di sacchetti compostabili biodegradabili, per la riduzione dell'impatto delle materie plastiche sull'ambiente. Ribadisco: è un confronto tra materie plastiche e materiali biodegradabili (come il MaterBi, ad esempio, brevetto Novamont). Perchè parlarne in un articolo che mette a confronto PE (MATERIALE PLASTICO) con il PVC (MATERIALE PLASTICO). Si vuol forse far credere che il PVC sia meno plastico del PE?
La EN 13432 è solo un ulteriore passo in avanti per l'ecologia: il primo era stato abolire l'utilizzo del PVC per i materiali plastici dedicati al contatto con alimenti (era in sospetto la trasmissione di derivati tossici dalla plastica all'alimento), che guarda caso è stato sostituito da altre plastiche (PP, PE, PET...). Se la EN 13432 abolisce l'utilizzo del PE per i sacchetti della spesa (ad esempio), è perchè si vuole arrivare alla completa eliminazione della plastica in quel campo, non perché il PE sia intrinsecamente tossico (anzi: era il male minore tra tutte le plastiche).

Detto ciò, se il confronto viene effettuato tra un FILM di polietilene e un TUBO di polivinilcloruro, è ovvio che resisterà più a lungo il tubo: non lo si dovrà cambiare ogni anno (non finirà a brandelli all'interno del terreno, destino che troppo spesso è riservato ai teli della pacciamatura), e questo vuol dire probabilmente un risparmio economico per l'agricoltore, e una minore produzione di plastica (sempre probabilmente: quanta plastica è contenuta in un tubo rigido rispetto a quella di un film?).
In ogni caso, ormai da tempo sono in grado di sviluppare strutture plastiche rigide e resistenti anche con il PE.
Mi chiedo: perché inserire in agricoltura il PVC, se in qualsiasi altro ambito stanno cercando di sostituirlo con PE, PP e PET?

Se qualcuno ha informazioni diverse al riguardo sarò felicissima di ampliare le mie conoscenze.

Un saluto!

Re: articolo sui tunnel anti-infestanti.

01/05/2011, 20:49

domanda stupida

ma per la apcciamatura che dura 1 anno , perche' non utilizzare il film di carta specifica per pacciamatura, che anche se e' legermente piu' caro del film plastico nero , non si deve repuperare e nel giro di pochi mesi dall'interramento sparisce.

certo che con colture sotto serra, i per esempio fragole non si puo sostituire cosi facilemtne .

secondo me sarebbe utile trovare un qualcosa da usare come pacciamatura che una volta bruciato nn formi diossine

Re: articolo sui tunnel anti-infestanti.

01/05/2011, 21:06

Salve, sono l'autrice del brevetto e sono a disposizione per ogni chiarimento. Il PVC è un materiale particolarmente resistente e riciclabile che non deve essere smaltito e la sua durata è garantita minimo dieci anni. Questo sistema consente a tutti di poter avere un orto pulito in maniera semplice e gli elementi a fine coltura si riutilizzano per altre colture a seguire.
Su http://www.youtube.com/watch?v=KzIgYoiPvEU c'è un video illustrativo....

Re: articolo sui tunnel anti-infestanti.

01/05/2011, 21:19

sonia ognuno tira l'acqua al propio mulino , pero permettimi un consiglio pratico.

il problema della pvc , e secondo em ce lo uso , non come pacciamante , ma come coprtura , e' la fotostabilita molecolare.

classico e' l'esempio dei nylon dei silos di trinciato di mais , che dopo al amssimo 2cicli bisogna buttarli e riutizzarli x un annoa ncora a coprire i cumuli di paglia poi immancabilmente si lacerano .e bisogna smaltirli.

anche quando si usano per le serre o come pacciamatura( fragole..)al amssimo si riesce a recupereare quando va bene l'80% , il resto finisce nel terreno , e dei pezzetti rimangno sempre .
piu logico sarebbe trovare un sistema alternativo , al di al del sacrosanto riciclo

Re: articolo sui tunnel anti-infestanti.

01/05/2011, 21:46

Mi auguro che tu possa provarne anche uno solo per capirne i vantaggi.....

Re: articolo sui tunnel anti-infestanti.

01/05/2011, 22:31

ringrazio Sonia per la disponibilità e per le email che prontamente mi sono giunte.
in ogni caso i miei dubbi non erano relativi alla comodità della pratica della pacciamatura, o della sua sostituzione con tubi rigidi... come credo si intuisca dal mio intervento.

Accetto con piacere qualsiasi altra risposta in merito a quanto da me scritto, da chiunque!

grazie ancora,
un saluto a tutti!

Re: articolo sui tunnel anti-infestanti.

02/05/2011, 0:21

sinceramente dal video che ho visionato nn vedo colture molto belle e quindi chiedo se ci sono altri filmati in merito
relativamente ai piccoli orti i teli in LDPE possono con un minimo di attenzione essere riutilizzati per più anni(vedi pioppino) ed i vantaggi colturali si vedono e sono testimoniati da centinaia di lavori sperimentali
Io da qlc anno lavoro in accordo con Novamont sui teli in materbi e posso garantire che in molte situazioni funzionano a meraviglia e nn ci sono costi di smaltimento
sulle fragole il telo dura anche 8-9 mesi ma con uno spessore leggermente superiore

ma il telo in LDPE viene cmq riciclato xchè si parla di diossine?queste nei in cui si bruciano illegalmente ma nn credo sia il problema degli orti

Re: articolo sui tunnel anti-infestanti.

02/05/2011, 7:37

io su pomodoro, peperone e melanzana , non uso pacciamatura , e anche se verso fine ciclo effettivamente un po' di infestanti ci sono , posso garantirti , che la produzione non ne risente piu' di tanto , certo devo passare il motocoltivatore un paio di volte , e a volte mentre raccolgo devo estirpare qualche chenopodium o amarantus , ma nn e' che ci metto delle ore..

a domenticavo le piante crescono ad altezza uomo x cui quasi 2 metri (il letame fa il suo effetto..)

Re: articolo sui tunnel anti-infestanti.

02/05/2011, 12:18

Kirillov ha scritto:Salve a tutti!
Mi piacerebbe aprire una piccola discussione riguardo all'articolo sui tunnel anti-infestanti, dell'ultimo numero della rivista di agraria.
Nell'articolo viene dichiarata la pericolosità del polietilene (PE), in quanto produttore di diossina nel suo processo di smaltimento.
Viene anche detto che il polietilene è un "materiale i cui tempi di degradazione vanno dai 100 ai 1000 anni", e che "A partire dal gennaio 2011, per tale motivo vengono banditi tutti i sacchetti usati nei supermercati non rispondenti ai criteri fissati dalla norma tecnica comunitaria EN 13432".
Per questo, l'autrice dell'articolo, che sta anche sviluppando la sua tesi di laurea proprio sul brevetto di questo nuovo metodo, ritiene "lecito pensare dunque che anche in agricoltura si debba preventivare una sostituzione del polietilene con un sistema di pacciamatura che assolvendo alle stesse funzioni si riveli più vantaggioso e compatibile con l'ambiente".

Vorrei fare delle precisazioni riguardo alle informazioni contenute nell'articolo:
- prima di tutto, a voler essere rigorosi, non esiste la diossina, ma le diossine, che sono un gruppo di molecole organiche abbastanza simili tra loro. Tra queste la più tossica è quella che comprende atomi di cloro legati alle strutture del carbonio.
- il materiale plastico maggiormente responsabile della produzione delle diossine clorurate è proprio il PVC (polivinilcloruro), che stanno lentamente cercando di sostituire con altri materiali plastici che non contengano cloro, primo tra tutti il polietilene, costituito da una semplice catena carboniosa, dalla cui combustione completa si può ottenere solo CO2 e H2O.
- in un articolo che confronta due materie plastiche, affermare solo per una di queste (il PE) che i tempi di degradazione sono lunghissimi, mi pare eccessivamente fuorviante e di parte, soprattutto se l'intento è quello di favorire l'utilizzo e la distribuzione del PVC. La struttura del PVC non differisce da quella del PE se non per la presenza di atomi di cloro. I tempi di degradazione sono lunghi per qualsiasi materiale plastico; parlare di 100 o 1000 anni non ha alcun senso scientifico, non stiamo confrontando la biodegradabilità del PE rispetto ad una foglia secca, ma del PE rispetto al PVC. "da 100 a 1000 anni" è una dicitura che possiamo trovare in qualsiasi testo che tratti dei materiali plastici e generalmente è seguita da: "a seconda del tipo di plastica". L'autrice dell'articolo si è informata sui tempi di degradazione del PVC?
- mi chiedo inoltre che senso abbia tirare in ballo la EN 13432: questa è una norma che prevede l'utilizzo di sacchetti compostabili biodegradabili, per la riduzione dell'impatto delle materie plastiche sull'ambiente. Ribadisco: è un confronto tra materie plastiche e materiali biodegradabili (come il MaterBi, ad esempio, brevetto Novamont). Perchè parlarne in un articolo che mette a confronto PE (MATERIALE PLASTICO) con il PVC (MATERIALE PLASTICO). Si vuol forse far credere che il PVC sia meno plastico del PE?
La EN 13432 è solo un ulteriore passo in avanti per l'ecologia: il primo era stato abolire l'utilizzo del PVC per i materiali plastici dedicati al contatto con alimenti (era in sospetto la trasmissione di derivati tossici dalla plastica all'alimento), che guarda caso è stato sostituito da altre plastiche (PP, PE, PET...). Se la EN 13432 abolisce l'utilizzo del PE per i sacchetti della spesa (ad esempio), è perchè si vuole arrivare alla completa eliminazione della plastica in quel campo, non perché il PE sia intrinsecamente tossico (anzi: era il male minore tra tutte le plastiche).

Detto ciò, se il confronto viene effettuato tra un FILM di polietilene e un TUBO di polivinilcloruro, è ovvio che resisterà più a lungo il tubo: non lo si dovrà cambiare ogni anno (non finirà a brandelli all'interno del terreno, destino che troppo spesso è riservato ai teli della pacciamatura), e questo vuol dire probabilmente un risparmio economico per l'agricoltore, e una minore produzione di plastica (sempre probabilmente: quanta plastica è contenuta in un tubo rigido rispetto a quella di un film?).
In ogni caso, ormai da tempo sono in grado di sviluppare strutture plastiche rigide e resistenti anche con il PE.
Mi chiedo: perché inserire in agricoltura il PVC, se in qualsiasi altro ambito stanno cercando di sostituirlo con PE, PP e PET?

Se qualcuno ha informazioni diverse al riguardo sarò felicissima di ampliare le mie conoscenze.

Un saluto!


Che dire? That is very impressive!

Complimenti per il rigore e la capacità di focalizzare gli aspetti più rilevanti,
pur nella "costretta" sintesi del tuo post.

Re: articolo sui tunnel anti-infestanti.

03/05/2011, 16:45

La sostituzione del polietilene ipotizzabile anche in agricoltura nasce dal presupposto che gli svariati chili di pacciamatura utlizzati dagli agricoltori non sono riciclabili pertanto necessitano di essere smaltiti, il vantaggio del Pvc risiede nel fatto che è riutilizzabile e anche ipotizzando un'usura dopo diversi anni può essere fuso e ricomposto sempre per la stessa funzione. La differenza che c'è tra il mio sistema e il polietilene sta nella differenza che c'è tra un bicchiere di plastica e uno di vetro, quello di vetro costa di più ma si riutilizza sempre.... Voi a casa quali bicchieri usate?
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