Io mi riferisco alla gestione selvicolturale, ovvero del bosco. Nel caso di Vallombrosa i boschi (o meglio piantagioni) di abete bianco hanno una densità molto alta, che spesso ancora dopo 50 anni è la stessa dell'impianto originale. In mancanza di gestione, cioè di diradamenti, il bosco si autoregola e, in casi artificiosi come questo, i meccanismi che si instaurano fanno sì che vengano ad aprirsi grandi chiarie nel bosco! Le considerazioni da fare poi sarebbero tante, c'è chi ha scritto centinaia di pagine a riguardo: il problema è che l'ente gestore, il CFS, non le mette in pratica, perchè impossibilitato da tanti problemi, a livello di singolo ufficio e, più che altro, a livello di competenze nazionali.
Certamente l'evento meteorologico è stato eccezzionale, come quello del 19 settembre scorso (altra bufera), ma posso testimoniare che in altri boschi di conifere correttamente gestiti non si sono registrati gli stessi danni!
Sui problemi che si potrebbero avere sul mercato del legno, spero che si adottino strategie come furono adottate in tutta l'Europa del nord a seguito della forte bufera del capodanno del 2000: molte segherie misero su un sistema di stoccaggio e conservazione dei tronchi, con tanto di irrigatori per evitare la disidratazione del legno. In questo modo sono riusciti a conservare il materiale anche per dieci anni, evitando sprechi ed il calo vertiginoso dei prezzi che l'immissione sul mercato immediata di tutto quel materiale avrebbe provocato.
Purtroppo per molti la selvicoltura è considerata un po' il fanalino di coda dell'agricoltura, che già non sta messa tanto bene!
Ciao,
Luca