Agricoltura biodinamica/biologica: alcune note critiche

Agricoltura biodinamica/biologica: alcune note critiche
di Francesco Marino

Rivista -> N. 172 - agosto 2013
http://www.rivistadiagraria.org/riviste ... cat_id=262

Molto interessante, si rimettono un pò i piedi a terra, anche se purtroppo la questione
è troppo complessa e "ardua" da far capire a tutti.

Ciao

beh ce ne sono parecchie di cose ardue e complesse da capire ....

Una considerazione va fatta: nel titolo ci si riferisce anche all'agricoltura biologica, mentre di fatto all'interno dell'articolo si parla solo di biodinamica.

Anche se la filosofia è comune, si tratta di due tipologie di agricolture (seppur alternative) molto diverse fra di loro; a mio parere sarebbe meglio specificarlo, anche solo per fare chiarezza.

Ciò che voglio comunicare nel mio articolo è un concetto di agricoltura (intesa su vasta scala, nel proprio orticello ognuno può fare ciò che vuole) che deve partire da tecniche scientifiche. Non dimentichiamoci che chi studia agraria, si iscrive a Scienze e Tecnologie Agrarie. E questo il punto caro Flavio,

anche se la filosofia è comune

con un approccio filosofico si rischia di abbracciare concetti che poco hanno a che fare con: produzione, alimentazione, e vi sembrerà strano con salute….Trovate una qualunque associazione del biologico che si dissocia dalla biodinamica e possiamo discuterne…
Sono a vostra disposizione per ulteriori commenti e critiche.
Ciao

Visto dall'esterno del mondo Agricolo in generale, si vede un gran tartassare la gente
con Biologico / Biodinamico / Naturale etc etc etc...
Capita spesso che anche sul forum ci siano utenti nuovi che vogliono fare biodinamico ma
non hanno mai fatto agricoltura di alcun genere.... da dove iniziano?
Per non essere riduttivi e dire che va di moda...

FrancescoMarino ha scritto: produzione, alimentazione, e vi sembrerà strano con salute….

Ciao

Presumo che tutte le aziende che operano sul mercato saranno soggette a dei controlli sia sui prodotti che sull'impatto ambientale ... comprese quelle biodinamiche.
Quindi se il prodotto di qualunque provenienza sia rispetta i parametri che importa se hanno messo il concime pellettato o il letame o l'ortica o hanno danzato nudi invocando il Dio delle verdure?

Caro Dott. Marino e tutti gli interessati a questa bella discussione,
lasciando anche da parte la biodinamica che su larga scala, ora come ora se non la si approfondisce, rimane un economia di nicchia;ma il biologico a parte il maggior costo economico(più braccia) ha validissime basi. Proprio per quel che dice

...che deve partire da tecniche scientifiche. Non dimentichiamoci che chi studia agraria, si iscrive a Scienze e Tecnologie Agrarie.

sarebbe bene introdurre e diffondere altri punti di vista e sarà poi l'agronomo formato a decidere. Le scrivo da un esperienza nel campo della ricerca dell'agr. biologica tra le più importanti in europa,la FiBL in Svizzera. Saranno studi piloti monitorati(ne cito uno) ma qui hanno un meleto che vengono a vederlo da mezzo mondo perchè grazie a determinate pratiche(siepi,antagonisti naturali,varietà) e' competitivo e economico.
E' che bisogna arrivarci a queste conclusioni,bisogna provarle e poi portarle su larga scala. Indipendentemente da tutto un po' di APERTURA farebbe proprio bene,d'altronde accanto al gasolio ci sono i pannelli,c'è il geotermico etc etc... perchè non integrare invece di sparare a zero?? Se crede che il vino del Penny sia più salutare di un vino biodinamico per le fermentazioni incontrollate,bè salute!
Saluti
Matthias

FrancescoMarino ha scritto:...Non dimentichiamoci che chi studia agraria, si iscrive a Scienze e Tecnologie Agrarie...

Ciao Francesco, a me risulta che nel corso di laurea di Scienze e Tecnologie Agrarie si parli anche di agricoltura biologica; e se ne parla con un approccio scientifico, perchè è da lì che si parte. Non mi sembra che nel biologico ci si ispiri a qualche strana filosofia extraterrestre; quando parlavo di filosofia intendevo il concetto di agricoltura alternativa, comune al biodinamico, al biologico ed alle altre branche. Però poi fare di tutta l'erba un fascio mi sembra, oltre che riduttivo, anche molto sbagliato.

Ripeto, è solo per fare chiarezza nei confronti di chi legge.

Consiglio questo documentario per avere punti di vista di piu' persone,su tematiche come la sostenibilità. Forse, ora come ora,sarebbe servito ad un indiano che si indebita fino al collo con la monsanto (per avere semi OGM,pesticidi) arrivando a suicidarsi con il suo stesso pesticida.

"Soluzioni locali per un disordine globale" di Coline Serreau
link:
http://www.youtube.com/watch?v=ZBxf-fAPnfE

Ciao