salvo1 ha scritto:Viva la globalizzazione e la dereguletion.
Negli anni passati quando rientravo da fuori Italia, alla dogana mi perquisivano e sequestravano, tutto quello che portavo nelle valige, era proibbito: portare frutta, cose vegetali, semi, perchè la legge Italiana (ministero dell'agricoltura), proibbiva tutte queste cose che potevano contenere dei parassiti e danneggiare la nostra agricoltura.
Oggi arrivano da tutto il mondo dei parassiti mai esistiti o già debellati in Italia.
Non parliamo dell'importazione dai paesi extraeuropei, dove non esiste il controllo dei fitofarmaci, noi Italiani dobbiamo rispettare le leggi, ma se arrivano dall'estero è tutto permesso: vedi Canada (grano), Cina che arrivano dentro i containers di tutto, incluso i poarassiti.
Purtroppo se noi ci ribelliamo a queste cose ci prendono per ITALIANI RAZZISTA
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Globalizzazione è solo una parola nuova per indicare il commercio (fonte di prosperità anche per il nostro paese) e la diffusione delle conoscenze.
Abbiamo importato l'arte, la scienza e la letteratura greca, esportato il diritto romano, importato i numeri arabi.
E in passato abbiamo importato la peste e esportato il vaiolo, la sifilide la chiamavano "il male italiano" (da noi "mal francese" chissà perchè).
E quasi tutto quello che coltiviamo non è originario della nostra penisola: fagioli, mais, patate, pomodori, alberi da frutto, olivi
Sui controlli sull'agroalimentare nel passato recente: i miei raccontano che nel dopoguerra arrivava di tutto senza controlli: grano, carne congelata (e tanto, tanto DDT), e io mi ricordo i sassi nei legumi, i coloranti cancerogeni nelle caramelle per i bambini e la strage del vino al metanolo.
Anche le norme igienico sanitarie sugli alimenti le abbiamo poi importate (dal resto d'Europa).
E la frutta esotica e le primizie sono sempre arrivate dall'estero (magari coltivate da italiani), ancora le banane e gli ananas in Sicilia non si coltivano (che io sappia), e proprio con la frutta esotica, le piante ornamentali acquistate da vivaisti o nel legno degli imballaggi o nel legname di importazione (anche il tek e il mogano qua non crescono) sono arrivati nuovi parassiti; poi ci sono le variazioni climatiche che permettono la migrazione di specie che, altrimenti, si trovavano in difficoltà nel nostro paese.
Sulla qualità dell'agroalimentare importato rispetto a quello locale qualche dubbio l'avrei: buona parte della filiera agroalimentare nel nostro paese è in mano alla criminalità organizzata (come anche il trasporto su gomma), tutto un vasto mercato parallelo che sfugge a qualsiasi controllo.
Ma alla fine quello che dobbiamo chiederci è: possiamo fare a meno del commercio internazionale e delle materie prime importate?
A mio avviso no.
Possiamo sterilizzare tutto quello che attraversa i nostri confini? (magari volando o camminando per conto suo, o trasportato dal vento, dagli uccelli e dagli insetti)
Anche questo non è possibile .
Quello che possiamo fare è vigilare e intervenire prontamente, purtroppo gli italiani spesso non collaborano granchè (vedasi il disastro xylella, per impedire la distruzione di poche decine di piante infette se ne sono seccate migliaia)