sapiens ha scritto:
Falli neri quelli dell'izslt!
Purtroppo, è successo proprio il contrario
. Ho esposto la tua idea durante una delle serate dedicate all'apicoltura, circa un mese fa, e l'accoglienza da parte del pubblico è stata tiepida, come d'altronde mi aspettavo. C'è ancora poca informazione e gli apicoltori non comprendono la portata biblica del fenomeno. Pensano di poter combattere la velutina con le bottiglie tagliate. Poi, c'è chi si auspica e spera (ingenuamente
) in un intervento tempestivo (sic!) da parte delle istituzioni per bloccarne l'avanzata. (Emblematica la lettera inviata da UNAAPI a tre ministeri diversi, perché non si sa ancora di chi e la responsabilità. Mi immagino la velocità che avranno i singoli destinatari nel decidere che la responsabilità è sicuramente degli altri due.)
Durante la riunione successiva mi è capitato di parlare con la dottoressa Monia Perugini, ricercatrice all'Università di Teramo, preparatissima sull'argomento e ben informata su quello che succede in Francia, anche per esperienza diretta, che ha smontato completamente la tua idea.
Il modello di nutrizione di una famiglia di velutine è molto simile a quello delle api: la nutrizione proteica va quasi esclusivamente alla covata mentre gli adulti si nutrono di sostanze zuccherine, quindi, l'eventuale esca avvelenata avrebbe come effetto un buco temporaneo nella covata senza provocare grossi danni alle vespe adulte.
Oltretutto, questo metodo, a quanto pare, è stato già provato in Francia senza ottenere risultati notevoli.
Sembra che l'unico metodo dimostratosi efficace fin'ora sia la distruzione dei nidi.