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varroa - ossalico spruzzato e formico - sperimentazione 
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Tra le prime le ultima settimana di luglio e le prime 2 di agosto tolgo definitivamente il melario dall’Arnia1; così facendo anche la zona di covata che prima poteva occupare anche 7 telaini, si ritira a 5 dovendo lasciare più spazio per le scorte che prima teneva nel melario.
Dopo 7-10 giorni inizia il trattamento anti-varroa. È necessaria una seconda arnia vuota e telaini nuovi (possibilmente con celle in cera già costruiti).


Il procedimento a mio parere è laborioso (se hai 2-3 casette si può fare, di più NO) e rischioso. Bisogna saperci fare.

A- si sollevano singolarmente i telaini, si spruzza acido ossalico sulle api –con ricetta diversa da quella del gocciolato-
B- subito dopo: Servono 2 persone di cui una si limita a sparare continuamente fumo e ad aiutare l’altra che esegue il passaggio dei telaini dalla arnia 1 all’arnia2(vuota). Con il fumo e la spazzola si fanno cadere tutte le api (regina compresa) all’interno della propria arnia1(le api diventeranno furibonde!). Mentre i telaini con covata (circa5-6) si spostano dentro l’arnia 2 (se in parte opercolati in parte no, la parte opercolata va aperta delicatamente con una forchetta). Tutta la covata va nell’arnia2.

C- Nell’arnia 1. (con api e regina) vanno inseriti telaini nuovi possibilmente con le celle in cera già costruite (visto lo stress subito e le poche fioriture sarebbe una fatica in più per le api dover costruire su fogli cerei nuovi).
D- Nell’arnia 1. attendo dai 3 ai 7 giorni e non appena iniziano a deporre, tratto con acido formico per 3giorni.

E- Nell’arnia 2. ho appena messo tutti i telaini con covata. Qui agisco subito con formico (per una settimana circa) e metto del nutrimento (miele pulito-sciroppo). La casetta deve rimanere completamente chiusa con la retina (per evitare il saccheggio -le api che difendono l’arnia sono le più anziane, e qui sono invece tutte giovani-)
F- Nell’arnia2. Dopo 2 settimane se non ha celle reali dovrò provedere io a mettere una regina oppure prenderò un telaino con covata opercolata(e pulita) dall’arnia1 e lo metterò nella 2 così che possano farsi la regina.

G- Posso mettere del olio di semi sul lamierino-legno al di sotto della rete antivarroa..così che quando ci cade non cammini. E che si possa contarne bene il numero.
H- Se tutto va bene avrò 2 arnie sane.

Metodo consigliatomi da un amico che fa sperimentazione. Lui ha provato. Nell’arnia2 son morte tutte le api, perché dopo soli 3giorni ha aperto la retina e sono state saccheggiate.

E – gocciolato i primi novembre
G – gocciolato a metà febbraio

Ho messo le lettere cosi da rendere più facile la discussione, ed eviterei di discutere sul fatto che sia lecito o meno l’uso del formico (argomento già ampiamente trattato in altre discussioni).


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12/05/2013, 19:15
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Ma l'arnia 2 rimane senza api ?:( ....come fa la covata a cavarsela senza api?

A questo punto è meglio il blocco di deposizione ed ossalico. :roll:

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12/05/2013, 20:46
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Tralasciando il fatto che il formico non è (ancora) autorizzato, e anche se lo fosse non avrebbe molto senso procedere così, visto che lo si può usare anche con la covata opercolata, il metodo è simile a quello che avevo descritto tempo fa, solo più complicato: http://www.forumdiagraria.org/malattie-e-nemici-f99/un-alternativa-al-blocco-della-covata-t48506.html

cirea ha scritto:
G – gocciolato a metà febbraio
Questo non mi convince molto, a metà febbraio c'è già covata.

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12/05/2013, 23:06
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ho letto dal tuo link. me lo sconsigli quindi il mio metodo?


13/05/2013, 21:31
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A parte quello che dice la legge, l' acido formico e' un potente mutageno perche' alkila il DNA.
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13/05/2013, 22:34
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cirea ha scritto:
ho letto dal tuo link. me lo sconsigli quindi il mio metodo?
A me sembra troppo laborioso, quello di Panella mi pare più semplice e lineare.
Maddmax1 ha scritto:
l' acido formico e' un potente mutageno perche' alkila il DNA.
Madd, ho chiesto lumi a qualcuno dell'IZSLT e anche del CRA ma a quanto pare non è stato rilevato alcun effetto mutageno del formico in gel sulle api, anche se non ho altri dettagli. Il problem piuttosto è dato dalla difficoltà di regolare l'evaporazione, dovuta al clima italiano.

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13/05/2013, 23:26
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Obombo,
non sanno di che cosa stanno parlando.
http://feql.wsu.edu/msds/Formic%20acid.pdf

L' acido formico alkila il DNA (attacca dei gruppi metile) il che causa degli errori nell' appaiamento delle basi durante la sintesi delle nuove eliche. Da qui l' effetto mutageno. Se c'e' del DNA l' acido formico lo mutagenizza. Il fatto che generi dei vapori lo rende ancora piu' pericoloso perche' viene respirato. Fatti dare i dettagli che li analizziamo.
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13/05/2013, 23:43
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vi ringrazio, ma non sono ai vostri livelli di conoscenza. mutazioni dna..ecc.
come dice obombo.. anche io ho trovato difficile gestire l'evaporazione. se poi sommiamo caldo e siccità..le api son messe ancor più a dura prova. se lo si usa le arnie devono almeno essere all'ombra.

ps.sono sempre meno convito di questo metodo consigliatomi


14/05/2013, 14:09
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