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Varroa - metodi di stima dell'infestazione
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Obombo
Sez. Api
Iscritto il: 07/04/2010, 20:30 Messaggi: 3917 Località: Cisterna di Latina
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Aggiungo che anche all'IZSLT usano questo metodo per stimare l'infestazione. Qui viene descritto un metodo simile, solo un po' più barbaro: http://www.aiablombardia.it/images/stories/pdf/apistima.pdfPoi c'è Alois Wallner, che basandosi su un metodo apparentemente ancora più impreciso ha fatto la selezione delle sue api.
_________________ http://www.agraria.org/apicoltura.htm - Atlante di Apicoltura
Il Grande Fratello non ci osserva. Il Grande Fratello canta e balla. Tira fuori conigli dal cappello... (Chuck Palahniuk)
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10/02/2013, 21:14 |
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Obombo
Sez. Api
Iscritto il: 07/04/2010, 20:30 Messaggi: 3917 Località: Cisterna di Latina
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23/06/2013, 17:58 |
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humblebee
Iscritto il: 23/12/2011, 19:29 Messaggi: 528
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Obombo, sono a conoscenza del fatto che ora sia di moda questa cazzata e il fatto che lo sia anche tra i ricercatori non significa che sia sensata. Non posso dimostrartelo coi numeri (non ancora almeno) ma è assai logico arrivare alle mie conclusioni. Le varroe foretiche sono la minoranza e soprattutto non sono equamente distribuite sulle api, tendendo a preferire le nutrici. In base al punto dove tu campioni avrai una percentuale differente di nutrici e quindi di "infestazione percepita" a parità di infestazione reale. Questo metodo è stato messo a punto per un progetto di selezione di api resistenti alla varroa in un istituto tedesco, finalità ben diversa da quella per cui viene utilizzato attualmente. Può darsi che con campionamenti ripetuti e sistematici i dati raccolti possano avere qualche valore nell'ottica di individuare famiglie leggermente più resistenti, ma fatto una tantum (tra l'altro solo su alcune colonie dell'apiario, a campione) è un metodo fuorviante e pericoloso.
Ammettendo poi, che il metodo funzioni davvero : - Considerata l'elevata tollerabilità del trattamento a base di acido ossalico, qual'è il senso di giocare sul filo del rasoio con la varroa nel momento in cui, di li a poco, cominceranno a venir allevate le api invernali? - Vista l'importanza della reinfestazione nel ristabilirsi del problema, non sarebbe più opportunno avere un livello di infestazione uniformemente basso in tutto l'apiario?
Pace & Bene.
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23/06/2013, 20:12 |
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Maddmax1
Iscritto il: 26/11/2011, 18:47 Messaggi: 1945 Località: SouthWest Montana
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_________________ Termopili 480 AC Poitiers AD 732 Vienna AD 1683
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23/06/2013, 21:08 |
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Obombo
Sez. Api
Iscritto il: 07/04/2010, 20:30 Messaggi: 3917 Località: Cisterna di Latina
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humblebee ha scritto: Non posso dimostrartelo coi numeri (non ancora almeno) Mi è capitato di sentire ieri Giovanni Guido del CRT Patologie Apistiche UNAAPI (altra orticaria ) che sosteneva l'esistenza di questi numeri, cioè, di studi sull'attendibilità del metodo. No ho chiesto riferimenti bibliografici perché il metodo non mi interessa, almeno per il momento. humblebee ha scritto: Ammettendo poi, che il metodo funzioni davvero : - Considerata l'elevata tollerabilità del trattamento a base di acido ossalico, qual'è il senso di giocare sul filo del rasoio con la varroa nel momento in cui, di li a poco, cominceranno a venir allevate le api invernali? - Vista l'importanza della reinfestazione nel ristabilirsi del problema, non sarebbe più opportunno avere un livello di infestazione uniformemente basso in tutto l'apiario? Il senso del giocare sul filo del rasoio potrebbe essere, per esempio, salvare un raccolto. Per quanto riguarda il livello di infestazione uniforme, è chiaro che nel momento in cui si si trova un livello di infestazione preoccupante, anche solo in alcuni alveari, si tratta tutto l'apiario.
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23/06/2013, 23:16 |
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humblebee
Iscritto il: 23/12/2011, 19:29 Messaggi: 528
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Mi ero dimenticato di questa discussione... Si, il blocco di covata, nonostante la vigorosa ripresa ti fa perdere un pò di forza della famiglia e quindi un pò del raccolto successivo (ad agosto inoltrato cosa, per curiosità?). Questione di gusti, io non metterei a rischio una famiglia (numerosi raccolti l'anno successivo) per un raccolto soltanto. La tua considerazione di trattare comunque, in presenza di anche poche casse altamente parassitate è corretto. Mi pare però che in apiari di una certa numerosità questa sia la prassi : il range di infestazioni che rilevo post-trattamento tendenzialmente seguono una bella gaussiana in cui qualche alveare che se la passa molto male c'è sempre.
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03/07/2013, 23:56 |
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Obombo
Sez. Api
Iscritto il: 07/04/2010, 20:30 Messaggi: 3917 Località: Cisterna di Latina
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Un recente studio all'interno del progetto STRANOVA da ragione a Humblebee per quanto riguarda l'affidabilità del metodo dello zucchero a velo: http://www.agricoltura.regione.lombardia.it/shared/ccurl/592/322/QdR%20n.162.pdf pag. 23-25.
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26/10/2014, 23:04 |
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nicolasss
Iscritto il: 13/09/2012, 12:56 Messaggi: 43 Località: Sardegna
Formazione: Laureato in scienze forestali
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Salve a tutti anche io in questo periodo sto cercando di stimare la popolazione di Varroa. Seguendo le istruzioni di un corso, dopo due giorni dalla posa del fondo antivarroa ho contato le Varroe presenti e non ne ho trovato. Poi ho rimesso tutto a posto e dopo 11 giorni ho controllato nuovamente trovando 4 varroe nella prima e zero nella seconda. A questo punto ho applicato una formula del corso per la stima totale della popolazione di varroa. Riassumo brevemente:
4 varroe / 260 ore(tempo totale)* 24 ore = 0.36924(stima giornaliera di caduta)
0.36924*100= 37 ( stima popolazione )
0.36924*150= 55 ( stima popolazione )
Quindi la popolazione dovrebbe attestarsi tra 37 e 55. Secondo voi è attendibile?
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05/12/2014, 19:10 |
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Obombo
Sez. Api
Iscritto il: 07/04/2010, 20:30 Messaggi: 3917 Località: Cisterna di Latina
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Per come la vedo io, più è basso il livello di infestazione meno è affidabile il metodo di stima. Al di là di questo, mi sembra inutile una stima dell'infestazione in questo periodo, visto che il trattamento invernale va fatto comunque, indipendentemente dal tasso di infestazione.
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05/12/2014, 19:38 |
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nicolasss
Iscritto il: 13/09/2012, 12:56 Messaggi: 43 Località: Sardegna
Formazione: Laureato in scienze forestali
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In effetti ho visto vari metodo di stima in internet segno che non c'è nè una esatta purtroppo.
Detto questo rimane il dubbio dell'arnia con zero varroe e originaria di un nucleo ricavato da un'arnia che si trova a circa 1500 metri dove il proprietario non le ha mai trattate nonostante faccia apicultura da più di 5 anni.
Cosa ne pensate? E meglio trattarla ugualmente?
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05/12/2014, 20:22 |
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