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RIMEDI EFFICACI CONTRO L'ACARO VARROA
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Messaggio |
francescoar
Iscritto il: 17/01/2012, 14:35 Messaggi: 329 Località: Salceta di Sant'Agata - Palazzo del Pero - Arezzo (AR) - Toscana
Formazione: Ragioniere programmatore ---Apicoltore autodidatta - Api e Miele
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Se avrò tempo lo provo su qualche famiglia isolata anche perché ho necessità di celle da fuco (le farò costruire sul castagno) per il prossimo anno e posterò le differenze con i trattamenti.
Probabilmente questo metodo + le arnie trasparenti + lo zucchero a velo + succo di limone avranno elevata efficacia contro la varroa ma per chi ha non più di 10 famiglie altrimenti sarebbe antieconomico per l'elevata manodopera richiesta.
Io sono aperto alle novità purché non si affermino cose non vere o di altri mondi (cd teorie eretiche). Poi come si suol dire importante è essere convinti.
Riguardo a Mad: sicuramente avrà letto molti libri, si evince da cosa scrive, ma le teorie eretiche per lui sono teorie eretiche per me e molti altri apicoltori e viceversa.
Ognuno per fortuna è libero di scegliere cosa adottare. Ricordo inoltre il residuo a livello zero dalle nostre parti è inesistente anche nel bio.
_________________ Francesco Produttore di Miele toscano
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22/05/2012, 11:28 |
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Maddmax1
Iscritto il: 26/11/2011, 18:47 Messaggi: 1945 Località: SouthWest Montana
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Gavino ha scritto: ... Maddmax1 che definisce "apostati" con "teorie eretiche" le persone, che probabilmente hanno una maggiore conoscenza delle api di quanta ne abbia Lui, perchè dicono cose che non lo convincono,dovrebbe avere l'umiltà di imparare qualcosa dagli altri, perchè ogni apicoltore, a parte il bagaglio di conoscenze teoriche che tutti possono farsi leggendo testi di apicoltura, ha un bagaglio di conoscenze dovute alla pratica negli anni e derivate anche dagli errori che ciascuno di noi fà e, se ha la capacità di capire le conseguenze, sulle api, delle proprie azioni, impara una lezione che gli altri non conoscono ...
Gavino, guarda cha hai capito male il mio messaggio. Era violentemente ironico. Io e te siamo gli eretici di questo forum. L' unica cosa che non ho capito e' il vantaggio di usare un compressore invece di un coltellino. Maddmax
_________________ Termopili 480 AC Poitiers AD 732 Vienna AD 1683
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22/05/2012, 15:03 |
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Marvel
Iscritto il: 08/07/2010, 14:44 Messaggi: 1090 Località: Taranto(lavoro), Terlizzi(abitazione)
Formazione: Ingegnere navale
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Maddmax1 ha scritto: Gavino, guarda cha hai capito male il mio messaggio. Era violentemente ironico. Io e te siamo gli eretici di questo forum. L' unica cosa che non ho capito e' il vantaggio di usare un compressore invece di un coltellino. Maddmax O del tubo dell'acqua... E poi nel pdf che hai condiviso parla anche di trattamenti con acido formico oltre che all'eliminazione della covata dei fuchi... E l'acido formico è ancora vietato in Italia...
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22/05/2012, 16:12 |
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Gavino
Iscritto il: 21/05/2012, 8:45 Messaggi: 15
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mi scuso con Madd per non avere colto l'ironia nel Suo messaggio. Il PDF che ho allegato era una provocazione per far capire a Francescoar che il tit3, da lui citato, è figlio di quella ricerca degli svizzeri che hanno incominciato a ritagliare e distruggere i favi da fuco nel 1993! e anche l'uso di acido formico, è citato in quel documento, ma io non Vi ho detto di usarlo anche se compare fra i prodotti ammessi in apicoltura biologica( acido formico e lattico acido acetico e ossalico - olii essenziali naturali mentolo timolo eucaliptolo e canfora)
Quando dici di non capire la differenza tra l'uso del coltellino, dell'aria compressa o del getto d'acqua, penso che stai ancora ironizzando (ti vorrei vedere a tentare di eliminare migliaia di fuchi infilzandoli uno ad uno col coltellino), tuttavia ti rispondo che col coltello bel affilato fai la disopercolazione del favo , con l'aria compressa puoi ripulire un favo con migliaia di celle da fuco, in un minuto, con il getto d'acqua, che a me non è mai venuto in mente di usare, penso che un telaino si possa solo distruggere e nella migliore delle ipotesi lo riempi d'acqua, magari lo puoi usare come abbeveratoio interno all'alveare!. Saluti.
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23/05/2012, 0:31 |
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Maddmax1
Iscritto il: 26/11/2011, 18:47 Messaggi: 1945 Località: SouthWest Montana
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La domanda sull' uso del coltellino era seria. Di solito la covata da fuco e' raggruppata in zone piu' o meno larghe. Ma anche se occupasse tutto il favo o quasi, perche' usare tutto l' ambaradan quando la si puo' resecare via con un coltellino recuperando anche la cera? Maddmax
_________________ Termopili 480 AC Poitiers AD 732 Vienna AD 1683
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23/05/2012, 6:59 |
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alerm770
Iscritto il: 14/09/2010, 10:29 Messaggi: 131 Località: lazio nord 500m slm
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Cita: La domanda sull' uso del coltellino era seria. Di solito la covata da fuco e' raggruppata in zone piu' o meno larghe. Ma anche se occupasse tutto il favo o quasi, perche' usare tutto l' ambaradan quando la si puo' resecare via con un coltellino recuperando anche la cera? Maddmax La domanda sull' uso del coltellino era seria. Di solito la covata da fuco e' raggruppata in zone piu' o meno larghe. Ma anche se occupasse tutto il favo o quasi, perche' usare tutto l' ambaradan quando la si puo' resecare via con un coltellino recuperando anche la cera? Maddmax i motivi sono diversi: così le api non devono ricostruire i pezzi di favo asportati e soprattutto avendo favi con celle da fuco pronti la regina (a detta di Gavino) vi deporrà fuchi fino a ottobre a me non vengono altri motivi validi ma Gavino potrà essere più esaustivo alessio
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23/05/2012, 8:57 |
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Gavino
Iscritto il: 21/05/2012, 8:45 Messaggi: 15
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Io non ritaglio nessuna porzione di favo e non ho interesse a recuperare la cera. di cera di opercoli ne ho tanta anche già fusa e stò aspettando di trovare il tempo per costruirmi lo stampo per fogli cerei come illustrato dal sig.Barbaro. Sappiamo tutti che i fogli cerei in commercio sono molto inquinati e non possono essere impiegati in apicoltura biologica.L'uso dell'aria compressa, per me, non è un ambaradan, poi ognuno conosce la propria situazione. Io libero anche i favi di covata da operaia dove le api inseriscono delle rosette di celle da fuco e li ripulisco senza dannaggiare la covata di operaia. Naturalmente dopo i primi interventi più drastici all'inizio della stagione, lascio anche sfarfallare un adeguato numero di fuchi che servono per fecondare eventuali nuove regine. Se, lasciando sfarfallare i fuchi, verranno fuori anche delle varroe, queste cadranno negli interventi sucessivi. Saluti.
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23/05/2012, 9:45 |
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Gavino
Iscritto il: 21/05/2012, 8:45 Messaggi: 15
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Rispondo a Francescoar che, se avrà tempo proverà il mio metodo come se volesse darmi il contentino, a me non interessa quello che fai io non stò vendendo niente! Il periodo migliore per far costruire, alle api, celle da fuco è questo, con le famiglie in pieno sviluppo che, se non sapete intervenire possono sciamare, con presenza di molte api giovani (quelle che producono la cera) con importanti raccolti di miele e polline. Non so cosa possano fare le tue api sul castagno. Poi dici che forse il mio metodo+ arnia trasparente+ zucchero a velo+ succo di limone(sembra che dobbiamo fare una torta) ci aggiungerei blocco della covata con ingabbiamento delle regine+ trattamenti con acidi, olii essenziali, canfora ed altri prodotti !! io direi di lasciarle in pace queste povere api. Da qualche parte ho letto che l'apicoltore è considerato il peggior nemico delle api. E' strano che non ti sia venuto in mente lo "spazioMussi" l'unico in cui anch'io credo.Io però non uso i distanziali (l'unica arnia che ho acquistato li aveva montati anche nel melario e li ho rimossi prima di metterci dentro le api). Io lo spazio me lo gestisco liberamente e le distanze tra i telaini che di volta in volta ritengo adeguate alla situazione delle famiglie, li regolo con i polpastrelli dei pollici e con gli occhi. Sulla laboriosità del metodo e l'antieconomicità, ognuno conosce i propri limiti.Io ho voluto condividere il mio metodo con apicoltori che come me visitano le api a mani nude, che non temono la fatica e che consumano il miele tutte le mattine per dolcificare il proprio latte con cui fanno colazione, che lo danno ai propri figli,fratelli, parenti ed amici e che credono che il miele debba tornare ad essere com'era prima dell'arrivo in italia della varroa.So bene che è molto più comodo fare i trattamenti,pratica usata anche in apicoltura biologica e abbiamo l'alibi che non c'è alternativa se vogliamo salvare le api. E non mi si dica che i trattamenti si fanno nel nido quando non c'è il melario. Mi sono sempre chiesto che fine fa il miele che e api depongono nel nido, che non riescono a consumare e che, se non lo togli per dare spazio alla covata, le api entrano in conflitto con la regina per contendersi lo spazio e possono sciamare o (e Vi dico l'ultima eresia)possono eliminare la regina stessa soffocandola formando una palla di api. Saluti
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23/05/2012, 10:37 |
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Alexkidd
Iscritto il: 26/01/2012, 13:41 Messaggi: 132 Località: Provincia di CS (650 m s.l.m)
Formazione: Perito Informatico
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Scusa Gavino ma non ho capito cosa intendi di preciso con "il mio metodo" no perchè di metodi alternativi al TIT3 ne esistono tanti da tanto tempo (Es. utilizzare il telaino da melario nel nido). L'unica differenza mi pare di capire è che tu utilizzi l'aria complessa anzichè il cannello d'aqua per recuperare i favi e rimetterli nell'arnia. Se ho capito male mi scuso e ti chiedo gentilmente di spiegarmelo
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23/05/2012, 15:15 |
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Gavino
Iscritto il: 21/05/2012, 8:45 Messaggi: 15
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AlexKidd, ho l'impressione che non hai letto tutti i messaggi e le risposte che ho già dato.Ho illustrato il mio metodo sul sito "carloscano.it" se sei interessato puoi visionare tutto il materiale in quel sito e se hai delle domande,ti risponderò in quel sito. Saluti
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23/05/2012, 15:33 |
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