Cita:
-c'e' un reciproco adattamento tra api , varroa e virus
- che varroe particolarmente aggressive che sterminano fisicamente il loro ospite (ape e famiglia di api) , eliminano anche la loro possibilità di sopravvivere , quindi se stesse
-che virus particolarmente aggressivi , idem come sopra
-che si selezionano per selezione naturale popolazioni di api piu' igieniche , piu' sciamarole , con periodi di covata caratterizzati da blocchi invernali o estivi o entrambi
-che particolari condizioni di clima (molto freddo /caldo prolungato)(assenza di fonti nettarifere/polliniche prolungate) o di (bassa) densita delle famiglie favoriscono questo reciproco adattamento e/o inibiscono fisiologicamente le possibilita' riproduttive della varroa
Mi sembrano tutte considerazioni valide (a parte forse la "selezione naturale") che tra l'altro concordano con il fatto che la natura tende sempre verso l'equilibrio anche di fronte ai cambiamenti improvvisi portati dall'uomo.
Anche se quanto citato è vero (e mi sembra piuttosto plausibile) si tratta comunque dell'esporre le api alla presenza di virus (sebben in equilibrio con la varroa). Quindi anche in questo caso, api con maggior difese immunitarie possono fare la differenza tra una famiglia che sopravvive e una che muore.
Il punto del topic è: perché questo succede facilmente in condizioni non influenzate dall'uomo?
Questo equilibrio di cui parli (giustamente), più che la causa, mi sembra chiaramente la conseguenza del non (o del limitato) intervento umano.
Cita:
vedo che hai costruito un mondo apistico tuo sulla base delle (dis)informazioni che hai trovato e con tanti pregiudizi.
Per il momento non ho ancora costruito un bel niente. 5 arnie recuperate in condizioni pietose (con tanto di orfanità, covata calcificata...) da qualche mese sono ben poca cosa e ne sono consapevole
.
Se avessi pregiudizi non starei a discutere con altri. Se avessi pregiudizi direi subito che le idee degli altri sono sbagliate senza cercare di ragionare o dare argomentazioni scientifiche. Non sono un ricercatore di professione, ma so ragionare in modo razionale e scientifico. Mi sento perfettamente autorizzato a non prendere per oro colato tutti gli studi pubblicati nelle riviste i quali spesso si basano su un'analisi parziale dei dati o su presupposti contestabili. Accetto i risultati degli studi, quando mi sembrano coerenti e non contradittori, quando sono liberi da influenze che potrebbero privilegiare interessi commerciali... Dico questo in generale, non solo per ciò che riguarda le api.
Cita:
se il tuo approdo e' la top bar , ovvero il ritorno al medio evo in apicoltura , all'apicidio , alla non cura delle api come alibi alla propria inadeguatezza , allora ti dico subito che hai delle idee farlocche .
L'arnia top bar è stata sviluppata negli anni sessanta proprio per trovare un equilibrio tra il benessere delle api e le risorse dell'apicoltore. Perché parli di medioevo e di apicidio? Io ho scelto la top bar, perché sono appassionato di natura, perché potrò accudire le mie api lasciandole libere di scegliere come costruire i loro favi (secondo il loro istinto e le loro esigenze, e non secondo delle norme imposte). Forse le mie api moriranno a causa di virosi trasmessa dalla varroa o altro ma non sarò certamente io ad ucciderle. So che ho tanto da imparare ma non mi sento inadeguato.
Hai una spiegazione scientifica da condividere, per dimostrare che l'arnia top bar porta all'apicidio? Puoi spiegarmi perché il voler mettere le api in un'arnia top bar, sarebbe un'idea farlocca? O è solo un pregiudizio?