Ciao Nicol, grazie per aver aperto l'argomento. In realtà in questo mi hai preceduto di pochissimo perchè da alcuni giorni non faccio altro che pensare a ciò che è successo alle mie api. Sul libro di Contessi non si fa alcuna menzione del nosema ceranae, cercando su internet ho trovato diversi articoli più o meno scientifici che trattano dell'argomento e ho riscontrato diverse corrispondenze col mio caso. Mi piacerebbe approfondire con voi l'argomento.
Riporto di seguito una parte dell'articolo (ecco il link in cui si può interamente leggere:
www.apicolturaonline.it/nosema.html) che ho trovato tra i più interessanti: "[...] Sono state individuate quattro fasi di infezione da Nosema ceranae ( suddivise su due anni ) nelle famiglie in produzione prima di giungere al collasso, che viene invece raggiunto dai nuclei in sole tre fasi ( in un solo anno ) ,come si vedrà nel seguito ,forse in conseguenza della minor popolazione iniziale di api al momento dell’inizio dell’infezione.
La fase 1 o fase asintomatica ,all’inizio del contagio è caratterizzata da condizioni di sviluppo entro i parametri di normalità. Meno del 60% delle bottinatrici sono risultate infettate e il conteggio delle spore non ha mai fatto verificare quantità maggiori di un milione per ape .
Si può considerare che questa fase duri dall’inizio del contagio fino all’autunno della stagione di infezione ( in questa condizione è verosimile che le famiglie e le produzioni non siano eccezionali ) .
La fase 2 o fase di rimpiazzo ha mostrato ,almeno nella regione in cui è avvenuto lo studio,l’insolito prolungamento del comportamento di deposizione della regina durante i mesi invernali con una superficie di covata di 125 cm quadrati. In questa fase (autunnale - invernale da settembre a febbraio ) il numero di api nascenti è basso e di conseguenza il numero di api vecchie infette risulta in percentuale sempre più alto rispetto a quanto riscontrato nella fase 1. Per tale motivo viene anche ad essere rinvenuto in esse un maggior numero di spore.
La terza fase o di falso recupero inizia nella primavera successiva quando la famiglia comincia a svilupparsi sempre più velocemente . I parametri clinici ( percentuale di api infette e numero di spore) sono simili alla fase 1 ,come risultato dell’aumento di popolazione . La popolazione di api cresce fino a dare la sensazione di sciamatura imminente , che però nello studio non è mai avvenuta .
Finchè la popolazione cresce , la famiglia riesce a resistere. Fino a tutto maggio risultano in diminuzione sia la percentuale di bottinatrici infette che la quantità di spore per ape ( verosimilmente non però la quantità assoluta di patogeno nell’alveare,che forse in questi mesi non ha il suo massimo di replicazione ,tuttavia non si scende mai sotto il 20% di bottinatrici infette,anche se il livello di infezione è minimo e ciò porta a pensare che il patogeno , ancorchè “diluito” continui ad essere veicolato tra le api ) . Allo stesso modo anche la quantità di api di casa infette tende a diminuire.
Da giugno però le cose prendono tutta un’altra piega . Lo sviluppo di popolazione non ha più la stessa intensità , la popolazione di api tende a diminuire e il patogeno ricomincia ad avere lentamente il sopravvento . Aumenta sia la percentuale di api infette sia bottinatrici che di casa che il livello di infezione per ape.
Da settembre ha inizio la fase 4 , o di spopolamento .L’aumento del numero di spore è esponenziale sia nelle bottinatrici che nelle api di casa.L’aumento del livello di infezione delle bottinatrici è progressivo fino a raggiungere oltre l’ 80% , ma in parallelo è esponenziale l’aumento del livello di infezione delle api di casa ,fino al 90%.
Nella fase 4 da settembre a novembre, è repentino il calo di popolazione . Il numero di favi popolati si riduce drasticamente fino al ritrovamento di sole poche api con spesso la regina morta. Miele è polline sono presenti e in molti casi è rinvenibile ( nelle condizioni spagnole ) una piccola rosetta di covata opercolata. In un certo numero di casi il collasso può essere rinviato alla primavera successiva.
L’evoluzione della patologia nelle famiglie in produzione osservate è risultata piuttosto simile. Nei nuclei, forse in conseguenza della minor popolazione iniziale , non si è assistito alla fase 3 di apparente recupero e gli stessi sono passati direttamente al collasso tra l’inverno e la prima primavera da 3 a 5 mesi dall’inizio dell’infezione, con un periodo molto più breve di incubazione della patologia.
Possono essere considerate due maniere di raggiungimento del collasso che possono essere messe in relazione col momento in cui i nuclei o le famiglie muoiono. Quando il collasso avviene durante i mesi freddi più del 50% delle api trovate morte nell’alveare risulta infettato da più di 10 milioni di spore e anche la regina risulta infettata. Quando il collasso avviene a primavera sia la percentuale di api infettate che il numero di spore risultano inferiori. La regina risulta non infettata o con infezione minima. Probabilmente la differenza tra i due casi riflette la differenza di api vecchie e giovani in ogni stagione . Ad inizio primavera la quantità di api appena nate non infette riduce i parametri di infezione ritardando l’infezione della regina.
[...]"
nicolsp ha scritto:Pertanto come molti apicoltori ho iniziato a trattare le api contro una eventuale infestazione di Nosema
Cosa fai esattamente?