Honeybee ha scritto:Spaccare le famiglie con un alto n. di Varroa è una saggia scelta perchè la dividi sull'apiario.
Non e' questo lo scopo, piuttosto si simula l'ingabbiamento. Nella famiglia originale resta la regina e solo i telaini senza covata o con covata assolutamente non opercolata. Nella famiglia nuova va messa tutta la covata opercolata, con le api giovani che stanno sui telaini (e che non riescono a tornare a casa, anche se a pochi metri).
Quindi il sublimato sulla famiglia originale e' efficiente al 100%, idem dopo 20 giorni quello sulla famiglia nuova, che nel frattempo sfarfalla e mette giu' qualche cella reale. Poi a seconda di stagione e pianificazione, o si riunisce (eliminando una regina) o si lasciano i due nuclei separati.
Il tutto a quel punto senza varroa.
Voi siete in Trentino? Come si sviluppano le api da voi e che risorse nettarifere avete?
Piu' precisamente in Valsugana. Le fioriture principali sono acacia, castagno e rododendro (le ultime due sono parallele). Secondariamente, millefiori e melata.
Quindi apicoltura fortemente stagionale e tutt'altro che da reddito (i professionisti spostano il grosso al sud o nel varesotto).
A livello hobbistico (abbiamo 33 famiglie) si pratica nomadismo solo su e giu' dalla montagna, per rododendro e millefiori di montagna.
Nel complesso si privilegia la qualita', stando lontani (per chi puo') dalle colture intensive di fondo valle.
Sindrome da spopolamento nessuna, i casi capitati sono riconducibili a cause precise (varroa ed avvelenamenti), nessun mistero. In generale, il 2009 e' stata una ottima annata, anche se a macchia di leopardo.