22/05/2017, 13:14
La Provincia di Chieti è stata condannata a risarcire poco più di 6mila 300 euro a un lombricoltore a cui i cinghiali hanno distrutto l’allevamento. A Ferragosto del 2009 i cinghiali irruppero in un allevamento di Casoli danneggiando le lettiere e divorando una gran quantità di lombrichi. Nonostante i danni per il Sipa (Servizio Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura della Regione Abruzzo) all’allevatore non era dovuto alcun risarcimento. Di parere opposto il giudice di pace di Lanciano a cui l’allevatore è stato costretto a fare ricorso.
Il magistrato ha riconosciuto il danno patito per lo sterminio di lombrichi come fatto riconducibile più all’agricoltura che alla zootecnia, intesa come produzione di carne e latte per alimenti, perché i lombrichi sono allevati per produrre l’humus usato per migliorare lo stato del terreno a beneficio delle coltivazioni. «Appare innegabile, dice il giudice, pur non affermando principi sulla natura o meno zootecnica del lombrico, che il lombrico abbia stretta connessione con l’agricoltura grazie al benefico humus che secerne ed è usato per concimare i terreni». Insomma danno agricolo indiretto che la Provincia poteva indennizzare perché le spetta la stima dei danni, nonostante il parere Sipa.
23/05/2017, 7:11
Mi sembra un sentenza importante.
23/05/2017, 10:48
Soprattutto per le considerazioni che il magistrato ha fatto sulla riconducibilità all'attività agricola più che zootecnica. Certo poi è caduto nell'errore di indicare l'humus come concime
ma è un esperto di diritto non di agraria