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L'ultima cosa di cui la lombricoltura ha bisogno... 
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Guarda io la natura la conosco molto bene, visto che ci vivo e lavoro da quando sono nata, per cui so benissimo che non bisogna mai sottovalutarla.
Io rimango dell'idea che partire con pochissimi mq non ci renda conto di che cos'è la lombricoltura e la relativa vendita del vermicompost.
Ultima considerazione e poi chiudo il discorso: la lombricoltura non è una passeggiata è vero, ma neanche una cosa così complicata da doverci studiare prima. bastano alcuni accorgimenti e basta, niente di così difficile e complicato. Questo non vuol dire prenderla sottogamba. La cosa che chiede impegno e che porta via più tempo è la vendita.

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Giulia Caramaschi
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10/03/2014, 23:29
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giuliet589 ha scritto:
Guarda io la natura la conosco molto bene, visto che ci vivo e lavoro da quando sono nata, per cui so benissimo che non bisogna mai sottovalutarla.
Io rimango dell'idea che partire con pochissimi mq non ci renda conto di che cos'è la lombricoltura e la relativa vendita del vermicompost.
Ultima considerazione e poi chiudo il discorso: la lombricoltura non è una passeggiata è vero, ma neanche una cosa così complicata da doverci studiare prima. bastano alcuni accorgimenti e basta, niente di così difficile e complicato. Questo non vuol dire prenderla sottogamba. La cosa che chiede impegno e che porta via più tempo è la vendita.


L’ultima cosa di cui la lombricoltura ha bisogno è di affermazioni come queste “neanche una cosa così complicata da doverci studiare prima”, è vero l’esatto contrario. Ogni anno riceviamo almeno una decina richieste di aiuto di allevatori che spinti da un approccio semplicistico (ma no, basta sapere due tre cose e il gioco è fatto, non bisogna studiare prima) e da pratiche commerciali se non illegali, quanto meno immorali, si ritrovano con un pugno di mosche in mano. D’altronde se uno crede alla favola secondo cui investendo tot il primo anno il secondo ottiene d’emblèe totx2! uno scotto dovrà pure pagarlo. Tuttavia non è piacevole vedere persone che dopo avere investito magari buona una parte dei propri risparmi sono disposti a cedere i loro allevamenti a prezzo di costo (senza mettere in conto le ore di lavoro) pur di rientrare almeno di una parte delle spese. Per non farsi male basta seguire un approccio graduale e far procedere di pari passo lo studio e la pratica costruendo nel tempo l’esperienza necessaria per fare della lombricoltura un’attività imprenditoriale remunerativa

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«Dubito ci siano molti altri animali che abbiano giocato un ruolo così importante nella storia del pianeta come i lombrichi», Charles Darwin
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11/03/2014, 5:54
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si vede che capitano solo a te queste situazioni.
A noi le uniche persone che ci hanno contattato sono quelle che non sono riuscite a vendere il proprio prodotto, non per problemi durante la produzione, ma per la vendita. La vendita infatti, come ho detto, è la parte più difficile del lavoro ed se non c'è quella tutto l'allevamento salta, per cui bisogna informarsi delle parti burocratiche che bisogna fare per vendere il prodotto e cercare il proprio mercato che sarà differente dal mio e dal tuo. Il prodotto va fatto provare dalle aziende e bisogna avere le analisi, cosa che secondo me è molto difficile se hai pochi mq e quindi produci poco vermicompost. Se un azienda non vede che hai in mano il prodotto che gli vuoi vendere e non hai niente di scritto che attesti la qualità del tuo prodotto difficilmente te lo compra.
Per cui secondo me l'ultima cosa che la lombricoltura ha bisogno è persone che dicono di concentrarsi sulla produzione e poi vedrai che la vendita arriverà di conseguenza.
Io la penso così e finora ad ora i fatti e i clienti non mi hanno smentito

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11/03/2014, 13:25
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La lombricoltura sconta nel nostro Paese un difetto di credibilità. A causarlo negli anni passati sono stati coloro che, agendo in un regime di quasi monopolio, hanno utilizzato pratiche commerciali poco corrette, e coloro che tendono a semplificare la gestione di un allevamento professionale.
La vendita diventa più semplice se produci un ottimo prodotto, ne conosci le caratteristiche e riesci quindi a valorizzarlo. Per fare queste tre cose devi investire in ricerca e innovazione, tradotto devi, anche, studiare. Impensabile gestire con successo un allevamento professionale senza avere nozioni, ad esempio, di chimica organica e senza aver letto i lavori di biologi, Edwards e Dominguez per citartene alcuni, che hanno dedicato anni di ricerca a questa attività.

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11/03/2014, 14:50
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io ho una lettiera da febb 2013 di circa 80l . Ho inserito un centinaio di lombrichi a caso e adesso stanno dando soddisfazioni, almeno 15 piccoli a dm2. Sinceramente del composit e di loro non so che farne. A inizio impresa e anche adesso TUTTI mi prendono per idiota. Dalla mia piccola esperienza traggo:difficile non é , ma devi seguirli e non basta sapere 3 cose. Non ha tempi rapidi. C'é molta diffidenza sul prodotto, sia animale che organico. non sono un produttore agricolo e il mio é piú un esperimento che continueró , ma per uso personale e conoscenti. spese sostenute 3e di stallatico per base lettiera , erba , legni , foglie, frutta tutte raccolte nell'orto


11/03/2014, 14:53
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ingenuus ha scritto:
La lombricoltura sconta nel nostro Paese un difetto di credibilità. A causarlo negli anni passati sono stati coloro che, agendo in un regime di quasi monopolio, hanno utilizzato pratiche commerciali poco corrette, e coloro che tendono a semplificare la gestione di un allevamento professionale.
La vendita diventa più semplice se produci un ottimo prodotto, ne conosci le caratteristiche e riesci quindi a valorizzarlo. Per fare queste tre cose devi investire in ricerca e innovazione, tradotto devi, anche, studiare. Impensabile gestire con successo un allevamento professionale senza avere nozioni, ad esempio, di chimica organica e senza aver letto i lavori di biologi, Edwards e Dominguez per citartene alcuni, che hanno dedicato anni di ricerca a questa attività.


La pensiamo in modo differente. L'esperienza che ho fatto in questi anni con la lombricoltura e il continuo confronto con le aziende agricole clienti mi hanno insegnato che puoi avere in mano il prodotto più fantastico del mondo, ma se alla fine non hai in mano analisi che confermano quello che tu sostieni, nessuno te lo compra.
Proprio perché come hai detto tu la lombricoltura sconta nel nostro Paese un difetto di credibilità, ma io aggiungo l'humus sconta un difetto di credibilità.
Le persone che hanno sottovalutato la vendita, sono proprio quelle che si sono trovate in difficoltà. Questo non significa che è impossibile vendere vermicompost, ma solo che richiede più tempo e lavoro perchè come detto bisogna trovare la propria fetta di mercato e per fare ciò ognuno pensa e trova soluzioni differenti
Per quanto riguarda la produzione, va comunque seguita, ma una volta imparato come, quando e con che cosa alimentarli, come raccogliere l'humus e come fare lo sdoppiamento, il grado d'umidità soprattutto in estate delle lettiere, secondo me bastano Noi gestiamo più di 500mq e quest'anno pensiamo di raddoppiare, ma onestamente se devo dire una percentuale del lavoro, direi 30% lavoro che richiede la produzione e 70% la vendita. Il studiare ed tenersi informati servono, sicuramente, ma secondo me non è indispensabile e molte volte la pratica e l'esperienza insegnano molto di più che non molti libri, ricerche e studiosi.

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11/03/2014, 15:49
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Ma come non è indispensabile studiare e tenersi aggiornati! I biologi che ti ho citato fanno molta ricerca applicata. In ogni caso viaggiamo su rette parallele, ma è bene che ognuno persegua il modello in cui crede

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11/03/2014, 16:29
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mi pare che stiate dicendo cose giuste tutti e due, ma effettivamente consocere il proprio prodotto, attraverso nozioni di chimica organica/analisi/prove e soprattutto riuscire a fare un po' di massa critica con un discreto quantitativo, ti mette in una posizione di vantaggio verso chi lo deve acquistare e questo credo sia la cosa più difficile nel "progetto lombricoltura".

infatti ritengo pure io che chi ti dice che oggi hai tot. m e tra un anno avrai tot.humus e dirti quanto guadagnerai ogni anno sia veramente molto azzardato e forse è una cavolata.

L'impegno nostro deve essere molto ampio nelle fasi di produzione nel dare tutte le conoscenze possibili ai nuovi lombricoltori, ma spiegare bene che devono saperlo vendere e capire che segmento di mercato affrontare, possibilmente con discrete quantitativi di humus


12/03/2014, 23:18
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ma il punto su cui le opinioni divergono non è sull'ovvia necessità di disporre di sufficienti quantitativi di prodotto da immettere in commercio ma su come arrivarci

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14/03/2014, 14:31
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mediamente un quintale di humus derivante da stallatico equino quanto costa?


26/03/2014, 22:44
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