Ciao a tutti. Appena iscritto al forum.
Le mie conoscenze di agraria si possono così riassumere: so distinguere un trattore da una carota !
Non mi dilungo a dare spiegazioni, ma sarà il caldo o la pesantemente negativa situazione di lavoro ma mi è arrivata una gran voglia di saperne di più di un argomento così importante come l'agricoltura. Se la passione è passeggera, sarà meglio che la sfrutti al massimo per farmi comunque un minimo di cultura personale sull'argomento, se non è passeggera ... se son rose, fioriranno.
Basta con il "folklore".
A quanto ho capito, l'azoto è un elemento base, ma problematico da gestire. I principali stati "agricoli" dell'azoto sono tre: organico, ammoniacale, nitrico. Quest'ultimo stato è quello realmente utilizzato dalle colture ed è soggetto a lisciviazione.
Credo che lo stato dell'azoto nell'humus sia il primo, quello organico.
Per quanto io abbia cercato su agraria.org ed in generale sul web, non sono riuscito a trovare risposte convincenti sul
tempo necessario affinché si arrivi allo stato utile e per quanto tempo l'azoto nitrico resti a disposizione prima di disperdersi nel terreno.
Capisco che non si possano definire tempistiche precise, viste le innumerevoli variabili che intervengono nel processo, ma penso che qualche regola seppur molto empirica ci debba essere. Altrimenti ? Concimazione alla "spera in Dio" ? Credo di no.
Una risposta su questo argomento credo sia di utilità generale e non solo per humus e lombricoltura.
Grazie in anticipo.
Andes