Salve a tutti cari amici e care amiche del forum. Una domanda che stuzzichi l'attenzione di tutti i titolari di aziende olearie o frantoi, che ne pensate degli impianti per la produzione di nocciolino di sansa (si accettano consigli e suggerimenti sui diversi impianti)? E qual è secondo voi il miglior modo per smaltire la polpa che rimane dopo la lavorazione della sansa? Un'altra domanda, e le acque reflue? Che ve ne fate? Smaltite per spandimento?
Fin'ora gli impianti per la produzione di nocciolino non e' che funzionassero bene. Ora la nuova tecnologia e' piu' sicura, infatti i frantoi cominciano a dotarsene. Gli scarti della polpa vanno bene come pacciamatura pero' senza esagerare. Pare che le industrie di fertilizzanti siano molto interessate a questo nuovo sottoprodotto. Le acque reflue possono essere sparse sul terreno in quantita' non troppo elevata previa indagine geologica. Anche qui pero' l'avvento dei nuovi impianti di depurazione che sembrano essere performanti, elimineranno lo spandimento. Daltronde l'estrazione di ulteriori sottoprodotti come per es. i polifenoli (altamente inquinanti), fara' si che il frantoio ne possa ricavare un piccolo utile aggiuntivo.
Una precisazione per chi non e' pratico della lavorazione dell'oliva in frantoio. Dalla centrifuga orizzontale detta decanter, esce separato olio, acqua e sansa. La sansa e' composta dal nocciolo spezzato dell'oliva e dalla sua polpa. Una volta, quando il prezzo dell'EV era sostenuto, dalla sansa veniva estratto chimicamente ancora olio: ora non e' piu' conveniente farlo. Poi gli scarti della polpa e noccioli venivano essicati in forni e venduti come combustibile per caldaie apposite. La nuova tecnologia e' adatta a separare ulteriormente il nocciolino dal "polverino" (scarti di polpa) Secondo quest'ultima filosofia, non sarebbe piu' necessario essicare la sansa per uso combustibile; infatti, come si puo' facilmente intuire, l'umidita' relativa e' contenuta in massima parte dento il polverino.
Ciao PierVi, grazie per la pronta risposta. Ma esiste un modo per rendere i frantoiani completamente autonomi? Mi spiego meglio, ad esempio: un frantoiano che si doti di un macchinario per la lavorazione della sansa e di un ulteriore impianto con decanter e gramole per il ripasso della polpa in modo da estrarre il rimanente olio, cosa se ne fa della polpa che questo tipo di lavorazione produce? C'è un modo per rendere l'imprenditore totalmente autonomo? Magari una pellettatrice per la polpa di olive? Purtroppo gli impianti di biogas e simili sono ancora troppo fuori portata per quanto riguarda i prezzi, altrimenti, a mio avviso, sarebbero un'ottima soluzione.