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OLIVE ED OLIO IN PUGLIA. Sappiamo di cosa parliamo?Vi spiego 
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Allora, oggi, ho un pò di tempo libero e vorrei tanto farvi presente la situazione agricola di vendita, sia del frutto(oliva) che del suo prodotto finale(olio) in una delle più produttive e brave regioni d'italia: la PUGLIA.
Tutto ciò che vi dirò corrisponde al vero in quanto io stesso so figlio di un piccolissimo olivicoltore e viticoltore.
Dico piccolissimo perchè non conviene essere coltivatori in puglia se non hai almeno 10,20 ettari di vigna e olivi.
In pratica mio babbo ha un piccolo appezzamento di uliveto(mezza versura. Una versura è 12345mq.) con circa 100 piante.
Ogni hanno con gran premura, un pò di concime e acqua nei mesi più caldi e tante zappature e fresature riusciamo a raccogliere quasi 40 quintali di olive.

Fin qui tutto bene, perchè si riesce ad ottenere da un piccolo appezzamento una buona resa ma sopratutto un prodotto sano(raramente usiamo bagnature ramate antiparassitarie, fortunatamente gli attacchi son rari e pochi).

Al contadino pugliese(in questo caso della prov. di Foggia, esattamente Cerignola, 3° comune d'italia per estensione territoriale)dopo tanti sacrifici(manodopera, prezzi delle attrezzature ogni anno più cari, bollette elettriche per l'acqua, tasse ecc,)rimangono due semplici scelta da fare:

1) vendere le olive. Dopo l'estenuante raccolta ci si reca con il carro al frantoio e si vende a LUI le nostre olive per...vediamo...l'ultimo anno so andate a 32€ il quintale. (32x40quintali: €1280 - manodopera(45€ a persona per 6ore), concime(una sacchetta costa anche 30€), bolletta dell'elettricità(circa 100€), tassa sulla proprietà + tassa all'ente per la bonifica(penso più o meno 60,70€ + 40) senza ovviamente contare la propria manodopera, cioè quella che è nel campo tutti i giorni...

2) vendere l'olio Dopo l'estenuante raccolta ci si reca con il carro al frantoio, si prenota la costosissima vasca per far l'olio(penso più o meno 300€ in tutto...) si mette nei fusti e poi te lo puoi anche fotografare ed accontanare in cantina perchè nessuno, e ripeto NESSUNO se lo comprerà mai. In questo caso il frantoio può ancora decidere se acqusitartelo o meno ma, come l'hanno scorso, il prezzo può arrivare ad un massimo di 4€(ma deve avere tutti i valori super buoni senò nulla)
Piò o meno riesci a prendere, se lo vendi a 4€, circa 2800€...un prezzo da ridere(o piangere scegliete voi...)

Allora io mi chiedo, stando in toscana, come fate a vendere il vostro olio(olio novo) a ben 8,9,11€ il litro?
L'anno scorso mi son recato insieme ad un contadino del chianti senese a portare le sue olive(una 50ina di quintali) al frantoio.
Qui non si vende al frantoio, non sapeva manco quanto(ammesso che ritirasse) pagassero i frantoi per ritirare le olive degli altri, perchè lui fa tutto a olio e poi vende a ben 10€ il litro(amici, conoscenti, cittadini del luogo, estero, compratori,ecc)...e ancor prima di farlo aveva già a chi darlo!!! Impressionante...ma senza fare chissà cosa, erano gli altri a venire a cercarlo da quelle zone...incredibile, mi sono commosso. Davvero. Perchè almeno te vivi un anno di sacrifici, lavori duramente e senza orari nei campi, ti ritiri stremato e senza forze alla sera, cominci a invecchiare rapidamente ecc, però poi economicamente c'è un ritorno sostanziale ed un forte apprezzamento e stima da parte della tua comunità. Invece da noi, in Puglia, tutto questo non c'è, o per lo meno non c'è più.

Lo stesso vale per il vino ma non vi sto a spiegare la storia e tutte le porcherie e sopprusi che fanno per mandare al nord i semi-lavorati e far imbottigliare a decine di famosissimi marchi italiani il nostro mosto che, improvvisamente, scompare.

Quindi, concludendo, come fa mio padre a vendere le olive al frantoio senza prenderci manco le spese?
E ancor peggio, come fa ad avere il coraggio di credere nel suo prodotto e spendere ulteriori 300€ per la spremitura ed ottenere buonissimo olio che rimarrà per sempre invenduto? E' un duplice fallimento...
So solo che dove non c'è apprezzamento e commercio equo arriverà presto l'imbroglio, la commercializzazione di prodotti scadenti dati per buoni e gli ogm...infatti, proprio ultimamente, dalle mie parti ho sentito ai tg nuovi scandali di sofisticazione dell'olio con altre sostanze... che poveri diavoli...che pena mi fanno, però mi fanno ancora più pena tutti questi piccoli agricoltori che non sanno come arrivare alla fine del mese senza stipendo e con una famiglia, talvolta anche numerosa, sulle spalle.

Da allora, quando c'è qualcuno, chessò qualche mio nuovo amico o appassionato, faccio mettere da parte un pò di olio novo di mio babbo, che è lo stesso che si mangia noi, e siamo felicissimi di venderlo a loro anche se la quantità è modesta e non ci cambia la vita perchè bisognerebbe vendere l'intera produzione di olio (quasi 1000lt.) e non una solo una ventina di litri.
Ma se non si vende almeno a 8€ il litro come si fa a campare e a rinnovare la tradizione con amore e passione?
Anzi rinnovo l'invito(e la speranza) a tutti coloro i quali potrebbero essere interessati al nostro olio a conduzione famigliare.
Credo che solo così, passando dal contadino alla tavola del consumatore, si possa avere il meglio ad un prezzo onesto.
Perchè tanto andare a comperare l'olio a 3€ all'Esselunga è meglio che non osi nemmeno immaginare cosa ti abbiano messo lì dentro...altrimenti si cade in depressione...ehehe

Non parliamo dell'Uva da Vino...dove riusciamo a fare ogni anno, per ettaro, anche 450,500 quintali di frutto e con un tasso zuccherino per niente indifferenze(16,17,18).
Sapete, nessuno fa il vino perchè nessuno se lo copra, nessuno capisce...bar, ristoranti,negozi,ecc...comandano le Cantine.
Le Cantine sono aziende private che ritirano tutte allo stesso prezzo(cioè in pratica prima di cominciare la vendemmia, i capi, si riuniscono per una cena e discutono di quanto dovrà andare il prezzo dell'uva e poi dettano legge)
l'anno scorso il San Giovese, sia a bacca piccola che grande, è stato venduto a 16€ il quintale. Si avete capito bene.
Poi loro lavorano i mosti e partono i camion verso oscuri compratori di semi-lavorati...ehehe...
E' una tragedia, non so quanto costa a quintale l'uva da vino in Toscana, ma ora mi sto muovendo per trovare possibili compratori che vogliano chessò ideare una nuova linea di vini, ecc a cui vendere le nostre modeste raccolte, e quindi almeno 40€ il quintale ci deve stare tutto. Voi che dite?


Per ogni altra eventuale spiegazione sulla nostra agricoltura locale non esitate a chiedere...

Saluti.


05/05/2010, 18:50
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Caro olivo88,
ho letto il tuo lungo intervento. Purtroppo il momento è duro, anzi durissimo per gli agricoltori. Certo, in alcune regioni si riescono a spuntare prezzi più elevati, ma sono purtroppo in fortissimo calo rispetto a solo pochissimi anni fa. L'olio in Toscana si vende a prezzi più elevati rispetto al vostro, ma è solo perchè l'offerta è bassa a fronte di una domanda sostenuta. Ma anche qui si trova a meno di 6 euro.
I piccolissimi sono quelli che soffrono di più.
Anche il settore vino è in crisi. Molte cantine sociali, sia in Toscana che in Trentino, sono siull'orlo del fallimento, e verranno salvate solo se interviene il pubblico.
Un suggerimento?
Prova a iscrivere l'azienda del tuo babbo nel catalogo di agraria.org, non costa nulla e magari ti può aiutare a vende qualcosina:
announces/catalogo-aziende-agricole-la-vendita-diretta-e-una-realta-t5130.html
Ciao,
Marco

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05/05/2010, 21:18
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Ti ringrazio tanto caro Marco.
Comunque non posso aggiungere nessuna azienda perchè mi babbo non è un "aziendario" o piccolo impresario...da noi o sei impresario (sfruttando i raccolti degli altri e vendendo sul mercato prodotti resi scadenti per abbassare i prezzi) o sei un semplice coltivatore,amatore che svende il sangue di un anno per sbarcare il lunario...
Sicchè, qui si tratta di attività senza marchio, nome, ecc ecc...di semplice produzione agricola.
Quindi per essere davvero realisti ed incisivi dovrei riuscire a trovare qualche altro piccolo agricoltore come me, qui in toscana, che a differenza mia ha già uno sbocco commerciale(decente, serio e qualitativo) unendo al suo marchio anche i prodotti di una terra che da fin troppo tempo vive soffrendo...
(tipo qualche negozietto, bottega, con un suo sbocco turistico, di prodotti gastronomici:vino,olio,olive,conserve,ecc... oppure piccola cantina presente già sulla maggior parte dei rivenditori di largo consumo e ristorazione, in questo caso la cantina può pensare bene di aggiungere alla sua linea un nuovo prodotto, cosa che comunque frutterebbe e che, data la differenza economica fra la mia regione e la toscana, avrebbe a prezzo davvero convenienti. Insomma una sorta di commercio equo e solidale prima ancore delle barrette e del caffè columbiano o etiope ma dei sani e buoni prodotti del meridione, che davvero, stanno per scomparire di questo passo. Ti immagini la scompare dell'olio buono tipico fruttato o un vino decente come il sangiovese superiore, il primitivo, l'aglianico o le mozzarelle di bufala e le scamorze rese acqua color latte per adeguare i prezzi ad un commercio indecente? Ecco...)


06/05/2010, 0:56
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Chissà, magari ci viene qualche idea.
In ogni caso le produzioni devono essere regolarizzate, anche alla luce della nuova normativa sull'olio.
Il catalogo aziende va proprio in questa direzione: mettere in contatto diretto le piccole aziende i i consumatori, senza mediazioni.
Ciao,
Marco

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06/05/2010, 8:47
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Ma l'agricoltura in puglia funziona così, tanti producono, poi son costretti a svendere perchè non hanno mercato o possibilità per farlo, e pochi(frantoi o cantine) raccolgono a prezzi stracciati per poi farsi i miliardi... loro sì che regolarizzano, sia l'olio che il vino, ma come PROPRIA produzione! Lasciamo perdere va... da noi i romanzi di Verga, avrebbero sicuramente ancora una certa acutà contemporaneità....


06/05/2010, 11:32
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alla lunga l'agricoltura stà pagando il prezzo della mancata programmazione
negli anni passati il "mito" del premio comunitario ha sconvolto le produzioni tipiche della ns agricoltura nel senso che se al grano duro si davano pochi spicciolo in più di premio, tutti a mettere il duro anche nelle zone nn vocate.Stesso discorso per la vite e l'olivo.
Per me la vite e l'olivo specie questo ultimo appartengono al paesaggio delle zone pedecollinari e di mezza collina e nn certo alle pianure, fertili sulle quali poter coltivare erbacee o arboree vocate.
Ed ecco che con i premi per l'olio o gli indennizzi per impiantare vigneti tutti a fare vineti ed oliveti dappertutto
Sentire parlare di oliveti irrigati o di vigneti che fanno 500 qli di poduzione mi suona male specie se raffrontati a produzioni di vigneti ad alberello della stessa puglia
oggi che la PAC è stata profondamente modificata nn si sà dove sbattere la testa ma nn è neanche bello vedere aziende agricole che percepiscono premi disaccoppiati dalla produzione e che magari speculano poi nel settore
Il disagio ed il malumore nelle campagne troneggia, i ministri si alternano ma credo che il brutto sia ancora dietro la porta specie nelle aree disagiate

_________________
I


15/05/2010, 9:46
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