Ciao a tutti, dopo nove settimane e mezzo (è un caso?
) di stagionatura ho tagliato il mio primo Tsunacotto.
Una bontà davvero inaspettata per un pivello come me, gusto pieno, pastoso, leggermente e piacevolmente piccante, un godimento unico di quelli che tira il sorso (ma anche due
) di un rosso corposo come il Nebbiolo di Neive.
Ma l’aspetto che mi ha più sorpreso è stato il profumo, davvero strepitoso. Come di consueto l’avevo lasciato a temperatura ambiente per un paio d’ore e quando l’ho tagliato si è subito sentito un aroma intenso che ha seppellito una mia caciottina, anche buona poveretta, ma niente in confronto.
La lavorazione è quella indicata dal Maestro, versione lattoinnesto, con l’unica licenza che io ho solo il caglio liquido di vitello. Sarà anche meno incisivo della pasta di capretto, lipasi e quant’altro, ma vi assicuro che il risultato è stato da urlo, saltellavo come un frugoletto dalla contentezza, e a 55 anni non è tanto normale vero?
Grazie a Tsuna e a tutti per le dritte.
Vorrei provarci ancora ma purtroppo io stagiono in cantina e non ho il controllo della temperatura. In questi mesi era perfetta, ma (spero!) che tra poco si alzi e la mia serra temo si porterà oltre i 15°. Troppo vero? O posso tentare?
Grazie e ciao dal profondo west d’Italia.