Ciao, hoi appena letto della possibile caratterizzazione dei formaggi biologici. Uno studio dell’università di Hohenheim ha verificato che è possibile utilizzare come marcatori per i formaggi l’acido phytanico e l’acido pristanico. Questi due acidi non vengono sintetizzati dagli animali ma vengono assorbiti tramite l’alimentazione di foraggi freschi. Le concentrazioni più alte si trovano nel rumine perché i batteri sono in grado di rilasciare phytolo dalla clorofilla trasformandola in acido phytanico. La degradazione di acido phytanico conduce ad acido pristanico, ed entrambi gli acidi grassi in genere coesistono. Data l’obbligo dell’alimentazione con foraggi verdi in agricoltura biologica è stato testato se i formaggi biologici ed altri prodotti lattiero-caseari hanno tenori più elevati in aci do phytanico e pristanico rispetto ai prodotti convenzionali. I formaggi bio contenevano in media il 50% di acido più phytanico in più e il 30% di acido pristanico, mentre le concentrazioni di acido 14-methylhexadecanoic (A17: 0), un altro acido grasso normalmente presente, erano solo leggermente aumentate. E’ stato valutato che una concentrazione di acido phytanico superiore al limite di 200mg/100g di formaggio garantisce che gli animali siano stati nutriti con foraggi verdi. Tale concentrazione limite può quindi essere utilizzata come indicatore della provenienza del latte utilizzato per la caseificazione e della corretta applicazione del metodo in allevamento. Cosa ne pensate? Jacopo
Fonte: Food chemistry. : Elsevier Science 2010 Mar. 15, v. 119, no. 2 p. 746-752. Vetter, Walter Schröder, Markus, “Concentrations of phytanic acid and pristanic acid are higher in organic than in conventional dairy products from the German market”
Sono sempre stato un po scettico sui prodotti biologici ho sempre avuto l'impressione che non tutti lo fossero, ma questa nuova scoperta apre un nuovo scenario sui controlli e la cosa mi fa un immenso piacere.
Non essere scettico sui prodotti biologici. Ci lavoro da diversi anni (rivenditore) e quello che vedo con i miei occhi è confortante. C'è molta serietà nel settore. Lo confermano anche le newsletters di "Greenpeace Deutschland" secondo le quali i controlli a campione sui prodotti biologici danno sempre buoni risultati. Buoni nel senso che i contenuti di pesticidi, veleni ecc. sono inferiori a quanto (poco) consentito dalla legislazione europea. La tendenza che noto nei produttori biologici è quella di orientare la coltivazione verso varietà naturalmente resistenti in modo da evitare di dover combattere con parassiti, malattie ecc. Prendiamo per es il farro; non ha bisogno di niente. Viene su bene senza problemi. Allora mi compro volentieri la farina integrale (integrale è importante per la salute) di farro e mi faccio un buon pane...........ecc ecc
sarà che il farro viene su con niente... però costa una follia perché rende poco (al consumatore finale costa dai 4 euro in su tranne rare eccezioni) e sa di pochino (il dicocco che si coltiva in italia), poco meglio del grano tenero (che è del tutto insapore). Poi non è che tutta quella crusca faccia un gran bene alla salute se assunta in grosse quantità.
Boh, da scettico penso che trovaranno il modo per far risultare quegli acidi anche in un'alimentazione non proprio naturale.