Provo a lanciare un sasso nello stagno e vediamo cosa succede.
ATTENZIONE!!
La procedura seguente è pura teoria (non ancora testata) e scritta da uno che non sa (quasi) niente di formaggiEstrapolando dal disciplinare e da altre cose che ho letto in giro:
- 10 litri di latte crudo
- riscaldare velocemente a 72° per 20 secondi
- portare rapidamente a 40° e aggiungere i fermenti. In assenza dei fermenti specifici (e qui vado a tentoni), azzarderei un 2-3% di lattoinnesto
- attesa di 20 minuti
- portare a 36° e aggiungere 5ml di caglio liquido di vitello (o in quantità opportuna a seconda del titolo)
- Attesa di 40 minuti
- rottura della cagliata direttamente con la frusta, prima lentamente poi con più energia fino ad ottenere un taglio a chicco di mais
- "spinatura" sul fuoco, portando la cagliata a 47° e mantenendola in agitazione direi per 15-20 minuti. Qui il disciplinare dice "la spinatura va completata fuori fuoco fino al momento in cui il casaro decide che i granuli di cagliata sono sufficientemente spurgati"... e per valutare questa cosa ci vorrebbe un casaro
- riposo sotto siero per 10 minuti
- estrazione della cagliata e posizionamento in una fuscella (partendo da almeno 30-40 litri di latte si potrebbe usare il telo di lino e la tradizionale fascera)
- inizio stufatura e pressatura (e qui vado un po' a senso) a temperatura ambiente (20-25°) con un peso adeguato (3 volte il peso del formaggio). Il disciplinare dice "la fase di pressatura si protrae fino alla lavorazione successiva". Qualcuno sa cosa significa? 12 ore?
- rivoltamenti regolari durante la pressatura, all'inizio ravvicinati (30, 60 minuti), poi più distanziati (indicativamente 1, 2, 3 ore o anche più distanti a seconda della durata di questa fase)
- salatura in salamoia. Il disciplinare dice per un periodo massimo di 12 ore considerando una forma classica con peso variabile fra gli 8 e i 12 kg. Per una formina di 1kg circa azzerderi un paio d'ore
- Una volta estratta dalla salamoia e asciugata (diciamo il giorno successivo), rivoltare la forma e salare la faccia che stava appoggiata sullo scaffale con uno strato leggero di sale (che presumo debba essere fino). Il giorno successivo (o comunque una volta verificato lo scioglimento del sale), spazzolare delicatamente la faccia precedentemente salata e lo scalzo con una soluzione di acqua e sale e riporre senza rivoltare. Il giorno successivo, rivoltare e ripetere le operazioni precedenti sull'altra faccia. Queste operazioni vanno ripetute per 30 giorni e la loro frequenza va valutata dal casaro... e anche qui si accettano consigli
- prosecuzione della stagionatura per un totale di 3 mesi a 90% di umidità e ad una temperatura compresa fra i 5° e i 12°.
Chiedo scusa in anticipo se ho scritto stupidaggini e spero che qualche esperto voglia correggere e/o integrare quello che ho scritto