|
|
|
La prima volta... ho fatto un formaggio?
Autore |
Messaggio |
maodap
Iscritto il: 31/08/2012, 16:44 Messaggi: 25
|
Buongiorno a tutti, mi aggiungo a questa discussione visto che si parla di prime volte. Ho fatto anche io la mia prima prova e adesso ho qualche domanda: 1-Ho fatto il solito procedimanto di scaldare, aggiungere caglio, rompere la cagliata. A questo punto ho riscaldato a 41°. Ma il fatto di riscaldare la cagliata cosa comporta? E che differenze ci sono se riscaldo a 41° piuttosto che a 39° o 43° (ho messo numeri casuali)? 2-Ieri come primo giorno lo ho messo in frigo perchè non avevo tempo di fare altro. Che problemi posso avere? Adesso è in cantina e oggi lo metto in salamoia. 3-Consigli sulla salamoia? 4-Pensavo di provare anche con la salatura a mano ma non ho idea delle quantità di sale ne di quali pro e contro può avere. Grazie per gli aiuti che mi darete
|
26/11/2012, 9:47 |
|
|
|
|
davideallevi
Iscritto il: 23/11/2010, 11:30 Messaggi: 1632 Località: Caravaggio (BG)
Formazione: Addetto alle produzioni casearie
|
_________________ La terra ha risorse sufficienti per i bisogni di tutti, ma non per l'avidità di tutti. -- Mahatma Gandhi
|
27/11/2012, 13:43 |
|
|
maodap
Iscritto il: 31/08/2012, 16:44 Messaggi: 25
|
Si certo: diversa temperatura = diverso formaggio... Ma vorrei capire cosa cambia. Cioè tende a diventare più duro, più salato, più giallo??? Più cosa?
|
27/11/2012, 14:03 |
|
|
tsunaseth
Sez. Industria Lattiero-Casearia
Iscritto il: 30/12/2009, 22:14 Messaggi: 7664 Località: Auckland NZ
Formazione: Tecnico Caseario
|
maodap ha scritto: 1-Ho fatto il solito procedimanto di scaldare, aggiungere caglio, rompere la cagliata Se non specifichi la tua lavorazione, noi generalizziamo nelle risposte
_________________ Il rugby è stato inventato dai gentlemen per reagire alla moda fin troppo plebea e stradaiola della pedata: però per non restare troppo delusi, converrebbe meglio nascere in Nuova Zelanda. (Gianni Brera)
|
28/11/2012, 16:31 |
|
|
maodap
Iscritto il: 31/08/2012, 16:44 Messaggi: 25
|
ok, non mi sembrava il caso di riportare la procedura visto che è uguale ad altre e numerose che già affollano il forum.
10 litri di latte crudo munto la sera prima; tolto la panna in superficie il mattino; scaldato a 37°; aggiunto il caglio; lasciato riposare. Dopo circa 40 min ho controllato ma, probabilmente a causa della mia scarsa esperienza, mi sembrava che la cagliata non fosse ancora pronta. allora ho atteso ancora 40 min ed ho tagliato la cagliata prima con un coltello e poi con la frusta. Ad occhio la cagliata era perfetta e ben frantumata in chicchi; ho riscaldato nuovamente a 41-42° mescolando piano; raccolto tutto e messo in fuscella. Risultato circa 1,4 kg (pesato il giorno dopo); riscaldato fino ad 80° e aggiunto aceto. Riscaldato a 90°. Raccolto la ricotta.
Spero di essere stato esauriente ma non troppo noioso. Alla fine senza volerlo ho fatto un procedimento molto simile a quello del Montasio riproposto in un'altra discussione.
|
28/11/2012, 20:38 |
|
|
tsunaseth
Sez. Industria Lattiero-Casearia
Iscritto il: 30/12/2009, 22:14 Messaggi: 7664 Località: Auckland NZ
Formazione: Tecnico Caseario
|
Tutte le fasi, dosi e temperature influiscono sul prodotto finale. Non devi sembrare noioso nel descrivere i particolari della tua lavorazione perché ogni particolare può aiutarti a capire come agire la prossima volta in caso di problemi. Non ci dici a che temperatura hai fatto affiorare il latte (già quello potrebbe cambiare radicalmente il prodotto finale) non dici quanto e che tipo di caglio (altro fattore che cambia la lavorazione), non parli della stufatura e non parli della salatura. Ogni singola operazione è importante nella realizzazione del formaggio, poi se hai in mente qualche formaggio particolare nel seguire una determinata lavorazione è fondamentale non cambiare neanche il minimo particolare da quella descritta perché anche la più piccola differenza di temperatura cambia il risultato finale.
_________________ Il rugby è stato inventato dai gentlemen per reagire alla moda fin troppo plebea e stradaiola della pedata: però per non restare troppo delusi, converrebbe meglio nascere in Nuova Zelanda. (Gianni Brera)
|
29/11/2012, 19:59 |
|
|
maodap
Iscritto il: 31/08/2012, 16:44 Messaggi: 25
|
Torno alla carica con un'altra domanda. Le mie formine hanno compiuto ormai una settimana. Cioè da una decina di giorni sono in cantina ad asciugare/stagionare. Su altre discussioni ho letto che nel giro di pochi giorni dovrebbero fere una prima crosta. Le mie invece sono ancora belle umide e di crosta non si vede l'ombra. Solo qualche alone rossiccio qua e la. Non credo che la cantina sia troppo umida per farle seccare anche perchè su una forma si è aperta una crepa (segno secondo me che l'ambiente è piuttosto secco). Mi sapete dare qualche indicazione?
|
04/12/2012, 9:17 |
|
|
davideallevi
Iscritto il: 23/11/2010, 11:30 Messaggi: 1632 Località: Caravaggio (BG)
Formazione: Addetto alle produzioni casearie
|
maodap ha scritto: Non credo che la cantina sia troppo umida per farle seccare anche perchè su una forma si è aperta una crepa (segno secondo me che l'ambiente è piuttosto secco). Mi sapete dare qualche indicazione? prima compra un igrometro e poi ne parliamo.... se sono umide le passi con uno straccio di cotone asciutto e le giri.
_________________ La terra ha risorse sufficienti per i bisogni di tutti, ma non per l'avidità di tutti. -- Mahatma Gandhi
|
10/12/2012, 20:05 |
|
|
Chi c’è in linea |
Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti |
|
Non puoi aprire nuovi argomenti Non puoi rispondere negli argomenti Non puoi modificare i tuoi messaggi Non puoi cancellare i tuoi messaggi Non puoi inviare allegati
|
|
|
|