Grazie mille per gli incoraggianti complimenti. Non vi nascondo che degustato con il mio pane integrale con semi di sesamo e girasole, a lievitazione naturale, è davvero gratificante.
Cerco di descriverlo per come posso (non posseggo la terminologia degli esperti).
Il profumo è quello tipico del gorgonzola forte, molto aromatico. In bocca è fortemente aromatico, con una lunghissima persistenza e una notevole connotazione piccante. Nessuna nota amara.
La pasta è tra il burroso (parte più esterna) e il cremoso (parte più interna), si sentono piccolissimi grani di calcio all'interno e la leggera farinosità delle muffe (molto ben distribuite all'interno).
Ecco la procedura che ho seguito (basandomi, ripeto, su quella di Twist).
- Ho realizzato la coltura di muffe prelevandole da una fetta di gorgonzola dolce. Le ho sciolte in un po' di latte appena tiepido, ho coperto con pellicola e lasciato a temperatura ambiente per tre giorni.
- Non ho pastorizzato il latte (il latte che ho utilizzato era crudo, molto grasso. Versandolo scendeva la panna a fiocchi).
- Ho aggiunto lo yogurt e la coltura di muffe, semplicemente filtrata con colino.
- Ho scaldato il latte a 36˚, ho aggiunto il caglio d'agnello in pasta (sciolto in poco latte e filtrato con colino) e ho lasciato riposare per circa 45 minuti.
- Ho quindi tagliato la cagliata a pezzi piuttosto grossolani (4-5 cm) e ho lasciato in pentola con coperchio e avvolta nelle coperte per 20 minuti.
- Ho scolato e distribuito la cagliata in due fuscelle. Dopo qualche ora ho riunito la cagliata in un'unica fuscella e l'ho messa a stufare per circa 24 ore.
- Per i tre giorni successivi ho salato strofinando la forma con sale grosso e rimettendolo sempre dentro un sacco di plastica (evitando accuratamente, tramite impalcatura ad hoc, il contatto con le pareti del sacchetto).
- Ho quindi lavato la forma sotto acqua corrente e l'ho asciugata con un panno di lino che tratto appositamente per il contatto coi formaggi (lavato in acqua bollente con l'aceto, senza l'uso di saponi o ammorbidente).
- Ho quindi forato abbondantemente la forma trapassandola con stecco di legno.
- La stagionatura è avvenuta in un piccolo frigorifero portatile (da auto). La forma è stata sempre poggiata su una fuscella capovolta, dentro il sacchetto per la prima settimana e libero da sacchetto per il resto del tempo. Per tutta la durata della stagionatura il frigorifero ha contenuto solo la forma di gorgo/erborinato.
- Ho cercato di mantenere l'umidità all'interno bagnando di tanto in tanto (ogni 2-3 giorni) le pareti del frigo che trovavo, comunque, sempre ricoperte di una leggera brina.
- Ho rigirato la forma quasi quotidianamente.
- Durante la stagionatura ho ripristinato i fori due volte, sempre trapassando da parte a parte con stecco di legno.
Non ho mai spazzolato le muffe superficiali. Ho spazzolato la forma solo quando ho praticato la foratura, per eliminare più che altro i grani di formaggio che venivano spinti in superficie dallo stecco. Non ho mai utilizzato la stagnola.
La durata totale della stagionatura è stata di 41 giorni, contati dal primo giorno di lavorazione. Questo è tutto.
Aggiungo due foto della forma, prima della salatura e alla comparsa delle prime muffe.