Come vedi, Eugenio, ci hanno spostati di qua: non avevo visto che c'era già un thread sull'argomento, mea culpa...
Direi che cesaribo ti ha risposto, addirittura prima che tu ponessi la domanda, pensa che efficienza...
Senza dubbio le tue considerazioni sulla temperatura del latte in movimento sono corrette e lo scarto tra le varie "zone" di una massa sul fuoco, se agitata, sono pressoché trascurabili. Se però, supponiamo, come me utilizzi ancora una pentola in alluminio (prima o poi la compro d'acciaio, Tsuna, giuro...
) e in cucina non fa tutto 'sto caldo, capita di ritrovarsi a dover aggiustare una temperatura in itinere, magari mentre il latte sta cagliando e lì, come si suol dire, "so c@@@i"...
Questo giusto per dirti che è meglio tutelarsi: dato che già la padronanza della materia, come nel mio caso, è un po' quella che è, con un investimento minimo si riesce almeno a non aggiungersi delle rotture...
Non so cosa tu intenda per "fasi critiche" in cui controllare la temperatura: ogni operazione è in un certo senso critica. Lo è la temperatura di pastorizzazione, quella di innesto fermenti, quella di coagulazione, quella di cottura (o semicottura), di filatura, della salina, di maturazione... E la temperatura dell'ambiente, anche, che influisce sulle variazioni delle altre. Io misuro tutto e scrivo tutto: troppo ignorante per andare a spanne fidandomi di quel che dovrebbe essere senza controllare in continuazione... Fai la stessa lavorazione ad agosto o a gennaio e la musica cambia anche parecchio, a volte.
Non ho fatto lavorazioni in cui fosse necessario, ma la cagliata crosta non ne ha. Se ci infili un termometro non sanguina, giuro!
In fondo per controllare se è abbastanza soda usi uno stuzzicadenti, no? Eppure non strilla mica...
Quello che ti deve arrivare mi pare un ottimo mezzo: considera che il mio va da -40 a +200°, l'ho pagato 20 euro e qualcosa e potevo tranquillamente spendere la metà, per quel che dobbiamo far noi...
Ma nel grosso ci sta il piccolo, quindi va bene...