Ciao a tutti. Ho provato a fare il caglio vegetale da cardo selvatico, giù in Basilicata in questo breve periodo di vacanza. Vi illustro il procedimento che ho adottato.
Sono stati raccolti dei cardi selvatici perfettamente maturi e sbocciati (quando hanno un bel colore violaceo intenso o fucsia intenso, dipende dal tipo di cardo). Sono stati tagliati con circa 20-25 cm di stelo e sono stati fatti dei mazzetti (con 4-5 cardi cadauno), stretti all’ estremità con un filo e legati a testa in giù in un luogo fresco (cantina di mio padre 17-18°) ed in un posto semi-buio.
Sono stati in questa condizione per 20 giorni, dopodiché, ho provveduto con tutte le accortezze necessarie per le mani
(ma non è stato sufficiente) per evitare “coltellate” dalle spine del cardo, a estrarre gli stami e i pistilli con molto delicatezza, per cercare di non romperli.
A questo punto, metto in immersione in acqua calda (42 gradi) tutti gli stami e i pistilli estratti, li faccio bagnare tutti aiutandomi con le mani e, copro la scodella con un piatto in modo da formare sempre una penombra e lascio così per 24 ore. L’acqua che ho adoperato, è stata acqua naturale di bottiglia (non dell’acquedotto), riscaldata a 42 gradi; la quantità di acqua adoperata, è nella proporzione di 1 a 10, (44 grammi di stami e pistilli immersi in 440 ml di acqua).
Dopo le 24 ore, prelevo gli stami e i pistilli dalla scodella, li schiaccio fra le mani per fargli rilasciare il liquido che hanno assorbito e con l’aiuto di un velo da confetti (lavato con acqua calda e asciugato) a maglia super fitta, ho filtrato il liquido due volte per eliminare qualsiasi tipo di impurità.
Ho travasato con un imbuto in una bottiglia di plastica ed ho messo in frigo a 6 gradi. Ho misurato anche il ph che è pari a 5.9 (sinceramente non so se è un ph giusto per un caglio vegetale).
Appena arrivato a Siena, ho preso al distributore del latte, mezzo litro per fare la prova se effettivamente il caglio facesse cagliare il latte. Ci sono voluti 90 minuti ma alla fine il latte ha cagliato; ho riscaldato fino a 40 gradi ed incorporato 2.5 ml di caglio (500 ml per 100 litri di latte).
La cagliata era molto ma molto delicata ma, di questo ero consapevole perché leggendo qua e là, l’utilizzo di caglio di cardo, porta ad avere una cagliata in tempi più lunghi rispetto ad un caglio tradizionale, meno resa, cagliata molto fragile e morbida e un po’ di sapore amaro. Infatti ho assaggiato, sapore amarognolo molto presente ma non ingombrante.
Questo caglio lo userò fra qualche tempo per realizzare 2-3 tipi di formaggi.
Sono abbastanza contento e soddisfatto e spero di aver postato cosa gradita a tutto il forum.
Un saluto, Giliberti.
- Allegati
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- Pianta di cardo.
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- Pianta di cardo.
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- Cardi essiccati a testa in giù.
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- Infusione di stami e pistilli in acqua a 42 gradi.