Pongo questa domanda agli intenditori.... il vino fatto con incapacità, non trattato con altre sostanze, non analizzato, assolutamente puro, come penso facessero 200 anni fà... Durante la fermentazione o i vari travasi.. Può diventare in qualche modo tossico per l'organismo? Ringrazio sempre per l'attenzione.
Ultima modifica di BluSnake il 22/10/2016, 22:41, modificato 1 volta in totale.
Motivazione:Modificato titolo per una piu facile indicizzazione
Nn penso,io conosco molte gente che fa il vino come hai detto tu,dove abito io ce ancora molto la tradizione di farsi il vino in casa e fino a poco tempo fa lo facevo con mio padre e nn ho ma sentito nessuno che e stato intossicato dal vino fatto in casa anzi secondo me e più genuino di quello che si compra al supermercato
Ho posto questa domanda perchè tra le varie uve che ho usato c'era una buona parte di Clinto. Perciò volevo sfatare la leggenda metropolitana che fosse un vino vietato, perchè considerato tossico. Addirittura sembrava che facesse perdere la vista. La causa principale pareva fosse stato il "gesso", che poi si deposita sul fondo dei contenitori. Ringrazio tutti per l'intervento e accetto altre informazioni.
Alcune varietà sono state bandite, tra cui una grande quantità di ibridi produttori diretti, nati per ovviare ai problemi di fillossera. Il problema è che molte di esse producono un alta quantità di metanolo, dannoso appunto per l'organismo.
La proibizione del Clinton La commercializzazione come "vino" (denominazione secondo le norme della C. E. esclusivamente riservata ai prodotti della Vitis vinifera pura), dei produttori diretti o ibridi, con altre specie, è vietata in Italia sin dal 1931 (l'ultima regolamentazione in materia risale al 1987) ed oggi in tutta la Comunità Europea (Regolamento CE n. 1493/1999) come misura di protezione commerciale nei confronti dei prodotti enologici della Vitis vinifera, salvo alcuni permessi particolari[3] di coltivazione in territori definiti, come anche per il Fragolino.
La legge italiana impone l'estirpazione della vite[4], ma manca un decreto applicativo; inoltre (in contraddittorio) alcune leggi regionali (ad esempio in Veneto) ne consentono la coltivazione ma non la commercializzazione.
Ciò non toglie che la vendita, o il consumo, come prodotto alcolico di fermentazione (senza citare la parola "vino") è alquanto estesa in tutta Europa, soprattutto nei paesi nordici. Anche in Italia il vino è ancora molto coltivato e diffuso fuori dal mercato, anche in territori in cui la coltivazione non è regolamentata da leggi regionali. Molti intenditori infatti lo ricercano per il suo sapore unico.