Comunque gia' di per se il vino produce allo stato naturale solfiti!!!in Italia dovrebbero secondo me far indicare la quantita' sull'etichetta in modo che il consumatore sia consapevole di cosa andra' poi a bere..
In realtà a fine fermentaizone si abbatte più poco....se fai dei travasi all'aria qualcosa porti via (anche se la gran parte si combina), se fai dei trattamenti con carbone enologico, un collaggio, una disacidificazione... qualcosa porti via, ma poca roba.
in definitiva, tralasciando lo zolfo che attraverso l'uva arriva nel mosto( tramite le solforazioni), quale e' il limite totale di metabisolfito che non si dovrebbe soperare .
cioe se calcoliamo 3 solfitazioni , ( a+b+c =x) quale dovrebbe essere il limite.
nel caso specvifico , se in un annata balorda , arriviamo con delle uve attaccate do botritis , o un attacco tArdivo di odio (alnord molto spesso capita ad agosto) e dobbiamo solfitare pesante in prefermentazione, quando andiamo a svinare , e poi in primavera come dobbiamo comportarci , se non vogliamo superare il limite.
altra domanda , ma gran parte dell'anidirde solforosa , non si lega alle proteine e precipita con le fecce?
per quanto riguarda le dosi di solforosa totale presente nel vino finito è la legge che ne stabilisce il limite massimo: 160g/hl vino rosso, 210g/hl vino bianco, deroghe per i passiti, vini liquorosi altre fermentazioni speciali.
Bisogna mettere in chiaro però che la quasi totalità dei vini italiani non arriva mai ad avere la dose massima consentita. Di solito si aggirano su delle dosi pari alla metà o addirittura ancora meno della metà di quanto previsto dalla legge....quindi l'allarmismo in merito alla solforosa secondo me è piuttosto infondato.
OLtretutto bisogna dire che il nuovo disciplinare del vino biologico prevede dosi massime pari alla metà di quelle autorizzate per i vini convenzionali....quindi non c'è molta differenza in fin dei conti.
riguardo alle sostanze in grado di combinare l'anidride solforosa esse sono diverse:
gli zuccheri, gli acidi chetonici prodotti normalmente nelle prime fasi del processo fermentativo, l'etanale o acetaldeide (prodotta sempre dai lieviti), molecole dicarboniliche che sono sintetizzate nel processo di infezione da parte di Botrytis Cinerea (responsabile della muffa grigia delle uve) e dei microorganismi che provocano il marciume acido, i composti fenolici(antociani e tannini), altre sostanze prodotte sempre nel corso della fermentaizone.
Quindi anche nelle fecce si ritrova dell'anidride solforosa combinata.
Quindi secondo me si può benissimo restare sotto il limite anche in casi di forti attacchi di botrite. Però è bene fare i conti giusti. e chi non sa come usare il metabisolfito farebbe bene a farsi consigliare dal tecnico che vende il prodotto o da altri esperti.