02/07/2018, 15:33
Kaazorro ha scritto:Nelle mie terre si è sempre vinificato come vorrei fare, in legno e senza solfiti aggiunti, dando luogo a prodotti molto diversi da un anno all'altro, e magari certi anni persino con saporacci. Per questo il metodo charmat, l'autoclave, l'acciaio, i lieviti aggiunti e pesanti solfitazioni hanno rapidamente soppiantato nell'industria enologica d'Emilia la fermentazione naturale ed il metodo classico, giungendo ad una produzione che si differenzia solo per qualità organolettiche, ma che è tutta fatta alla stessa maniera: acciaio, lieviti aggiunti, autoclave e massiccia solfitazione. Una produzione che ha sempre puntato sulla quantità (il dispositivo del lambrusco reggiano permette sino a 180 q.li di uva per ettaro e non è un segreto che tali gigantesche quantità vengano comunque superate) sino a giungere ad una totale saturazione del mercato, tanto da avere sul mercato prodotti a due euro/bottiglia (etichettati, tappati a fungo e gabbiettati, con un costo per l'involucro che è quasi metà del prezzo di vendita).
Io mi sono stancato di questa logica meramente quantitativa, mi sono stancato che il lambrusco - che ha vinto la medaglia d'oro nel 1900 all'esposizione universale di Parigi - sia ritenuto oggi alla stregua di un modesto vino da tavola, a causa di cinquant'anni di produzione come quella suddetta.
Per questo vorrei vinificare con il metodo classico - come lo si interpretava da noi un tempo, ovvero con la rifementazione in dama, anziché in bottiglia - contenendo al minimo indispensabile i solfiti, e magari anche (ma lo sottolineo, questo è un "magari") lavorando in legno. Perché ho tanta simpatia per il legno? Per quell'afflato romantico del ritorno al vino dei nostri nonni, ma anche per una questione di marketing.
Per questo mio più ampio progetto ho aperto questo thread sui materiali.
Ora che vi ho spiegato la mia idea in maniera più estesa, attendo le vostre considerazioni e suggerimenti.
Grazie a tutti per la collaborazione e l'aiuto!!!
02/07/2018, 22:32
02/07/2018, 23:36
03/07/2018, 0:41
leorasta ha scritto:Kaazorro ha scritto:Nelle mie terre si è sempre vinificato come vorrei fare, in legno e senza solfiti aggiunti, dando luogo a prodotti molto diversi da un anno all'altro, e magari certi anni persino con saporacci. Per questo il metodo charmat, l'autoclave, l'acciaio, i lieviti aggiunti e pesanti solfitazioni hanno rapidamente soppiantato nell'industria enologica d'Emilia la fermentazione naturale ed il metodo classico, giungendo ad una produzione che si differenzia solo per qualità organolettiche, ma che è tutta fatta alla stessa maniera: acciaio, lieviti aggiunti, autoclave e massiccia solfitazione. Una produzione che ha sempre puntato sulla quantità (il dispositivo del lambrusco reggiano permette sino a 180 q.li di uva per ettaro e non è un segreto che tali gigantesche quantità vengano comunque superate) sino a giungere ad una totale saturazione del mercato, tanto da avere sul mercato prodotti a due euro/bottiglia (etichettati, tappati a fungo e gabbiettati, con un costo per l'involucro che è quasi metà del prezzo di vendita).
Io mi sono stancato di questa logica meramente quantitativa, mi sono stancato che il lambrusco - che ha vinto la medaglia d'oro nel 1900 all'esposizione universale di Parigi - sia ritenuto oggi alla stregua di un modesto vino da tavola, a causa di cinquant'anni di produzione come quella suddetta.
Per questo vorrei vinificare con il metodo classico - come lo si interpretava da noi un tempo, ovvero con la rifementazione in dama, anziché in bottiglia - contenendo al minimo indispensabile i solfiti, e magari anche (ma lo sottolineo, questo è un "magari") lavorando in legno. Perché ho tanta simpatia per il legno? Per quell'afflato romantico del ritorno al vino dei nostri nonni, ma anche per una questione di marketing.
Per questo mio più ampio progetto ho aperto questo thread sui materiali.
Ora che vi ho spiegato la mia idea in maniera più estesa, attendo le vostre considerazioni e suggerimenti.
Grazie a tutti per la collaborazione e l'aiuto!!!
Quello che vuoi fare è possibile, l'unica cosa è che bisogna avere dietro un enologo preparato perché gestire una fermentazione spontanea non è semplice.
Lavorare in legno lo puoi fare tranquillamente, secondo me non ti aggiunge o toglie niente al risultato finale ma se è per questione di marketing naturalmente ne può valere la pena.
La fermentazione da quel (poco) che so io andrebbe gestita preparando uno starter da inoculare poi all'intera massa.
Per la rifermentazione invece la farei in bottiglia, sinceramente in damigiana è la prima volta che lo sento e non credo che abbia la resistenza sufficiente a resistere alla pressione che dovrebbe avere un vino spumante
03/07/2018, 0:48
03/07/2018, 11:38
Kaazorro ha scritto:Peccato che il lambrusco sia un vino frizzante (pressione massima 2,5 bar), non spumante (pressione Minima 3 bar)
04/07/2018, 13:21
27/07/2018, 16:32
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