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Vinificare in Legno, Vetroresina, od Acciaio: pro e contro? 
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Kaazorro ha scritto:
Nelle mie terre si è sempre vinificato come vorrei fare, in legno e senza solfiti aggiunti, dando luogo a prodotti molto diversi da un anno all'altro, e magari certi anni persino con saporacci. Per questo il metodo charmat, l'autoclave, l'acciaio, i lieviti aggiunti e pesanti solfitazioni hanno rapidamente soppiantato nell'industria enologica d'Emilia la fermentazione naturale ed il metodo classico, giungendo ad una produzione che si differenzia solo per qualità organolettiche, ma che è tutta fatta alla stessa maniera: acciaio, lieviti aggiunti, autoclave e massiccia solfitazione. Una produzione che ha sempre puntato sulla quantità (il dispositivo del lambrusco reggiano permette sino a 180 q.li di uva per ettaro e non è un segreto che tali gigantesche quantità vengano comunque superate) sino a giungere ad una totale saturazione del mercato, tanto da avere sul mercato prodotti a due euro/bottiglia (etichettati, tappati a fungo e gabbiettati, con un costo per l'involucro che è quasi metà del prezzo di vendita).

Io mi sono stancato di questa logica meramente quantitativa, mi sono stancato che il lambrusco - che ha vinto la medaglia d'oro nel 1900 all'esposizione universale di Parigi - sia ritenuto oggi alla stregua di un modesto vino da tavola, a causa di cinquant'anni di produzione come quella suddetta.

Per questo vorrei vinificare con il metodo classico - come lo si interpretava da noi un tempo, ovvero con la rifementazione in dama, anziché in bottiglia - contenendo al minimo indispensabile i solfiti, e magari anche (ma lo sottolineo, questo è un "magari") lavorando in legno. Perché ho tanta simpatia per il legno? Per quell'afflato romantico del ritorno al vino dei nostri nonni, ma anche per una questione di marketing.

Per questo mio più ampio progetto ho aperto questo thread sui materiali.


Ora che vi ho spiegato la mia idea in maniera più estesa, attendo le vostre considerazioni e suggerimenti.


Grazie a tutti per la collaborazione e l'aiuto!!!


Quello che vuoi fare è possibile, l'unica cosa è che bisogna avere dietro un enologo preparato perché gestire una fermentazione spontanea non è semplice.
Lavorare in legno lo puoi fare tranquillamente, secondo me non ti aggiunge o toglie niente al risultato finale ma se è per questione di marketing naturalmente ne può valere la pena.
La fermentazione da quel (poco) che so io andrebbe gestita preparando uno starter da inoculare poi all'intera massa.
Per la rifermentazione invece la farei in bottiglia, sinceramente in damigiana è la prima volta che lo sento e non credo che abbia la resistenza sufficiente a resistere alla pressione che dovrebbe avere un vino spumante


02/07/2018, 15:33
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Quoto per la rifermentazione, la damigiana scoppia semplicemente....

Ciao

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Nella vita non esistono sfide, ma solo una sfida, quella con te stesso...
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Aleksandr Solženicyn


02/07/2018, 22:32
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Rispondendo alle tue domande e alle mie perplessità:

- Se vuoi fare una produzione in legno, devi considerare di comprare una botte nuova, la quale non ha contaminazioni microbiche iniziali di altri vini. Questa botte deve essere sempre piena, sconsiglio di lasciarla vuota per periodi dell'anno, di riempirla l'anno successivo con l'anno nuovo, ecc.. Personalmente per questioni di praticità, consiglio di usare l'acciaio o la damigiana in vetro a bocca larga per la fermentazione, in quanto puoi rimescolare meglio le bucce e fare le opportune follature; allo stesso modo puoi favorire la diffusione dei lieviti nella soluzione di mosto e rimuovere la feccia grossolana prima di andare a spostare il vino in legno. Lavorando in acciaio puoi anche probabilmente gestire meglio il controllo della temperatura.

- Se vuoi fare una fermentazione spontanea senza metabisolfiti, indipendentemente dal tipo di contenitore, devi trovare una soluzione per controllare la temperatura nella fase di fermentazione. Lo scopo è quello almeno di mantenere il vino costante intorno ai 20-24 grandi durante la fermentazione e quella di arrestarla abbassando la temperatura tra i 5 e 0 gradi. Una soluzione può essere quella di una serpentina con l'utilizzo di acqua calda o di fasce riscaldanti esterne al serbatoio durante la fermentazione, e acqua fredda durante l'arresto della fermentazione. Siccome potrebbe non risultare sufficiente, devi considerare di riscaldare l'ambiente con una stufa e mantenere l'ambiente relativamente caldo, per poi invece favorire il freddo durante la fase di arresto. Nella fase di arresto delle filtrazione devi dotarti di un filtro e iniziare a rimuovere il materiale colloidale più grossolano. Nel tuo caso, qualora volessi arrestare la fermentazione, è consigliabile quando gli zuccheri residui non sono molto alti (più zuccheri, più problemi nella gestione), inoltre devi calcolare un valore non superiore a pressioni che possono causare danni ai contenitori in vetro per la rifermentazione. Fare una rifermentazione spontanea non è così semplice, dovresti riaumentare le temperature, rimescolare la massa, ecc.

Il consulto di un enologo nella tua zona durante la vinificazione è vivamente consigliato.

Ciao Marco

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Marco Sollazzo

"L'acqua di un fiume si adatta al cammino possibile, senza dimenticare il proprio obiettivo: il mare."

La Fermentazione alcolica: http://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_num_1_2014_issuu/47?e=10353070/8586664
I solfiti in enologia: http://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_num2_2015_issuu/41?e=10353070/10697222
La Fermentazione malolattica: http://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_num3_issuu/45?e=10353070/13515284
Il Vino Fai da Te: http://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_num4_issuu/38?e=10353070/32332678
Le Analisi del Vino: http://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_nr_5_issuu/43?e=10353070/36962323
La gestione del vino dopo la fermentazione alcolica: https://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_6_issuu/40
Elementi pratici per la filtrazione del vino: https://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_gennaio_2018_issuu/34
Gli errori più comuni nella produzione di vino: https://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_luglio_2018_issuu/35
Le sostanze polifenoliche nel vino: https://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_gennaio_2019/28
Imbottigliamento e stabilizzazione tartarica: https://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_luglio_2019/24
L'instabilità proteica nei vini: https://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_dicembre2020/25


02/07/2018, 23:36
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leorasta ha scritto:
Kaazorro ha scritto:
Nelle mie terre si è sempre vinificato come vorrei fare, in legno e senza solfiti aggiunti, dando luogo a prodotti molto diversi da un anno all'altro, e magari certi anni persino con saporacci. Per questo il metodo charmat, l'autoclave, l'acciaio, i lieviti aggiunti e pesanti solfitazioni hanno rapidamente soppiantato nell'industria enologica d'Emilia la fermentazione naturale ed il metodo classico, giungendo ad una produzione che si differenzia solo per qualità organolettiche, ma che è tutta fatta alla stessa maniera: acciaio, lieviti aggiunti, autoclave e massiccia solfitazione. Una produzione che ha sempre puntato sulla quantità (il dispositivo del lambrusco reggiano permette sino a 180 q.li di uva per ettaro e non è un segreto che tali gigantesche quantità vengano comunque superate) sino a giungere ad una totale saturazione del mercato, tanto da avere sul mercato prodotti a due euro/bottiglia (etichettati, tappati a fungo e gabbiettati, con un costo per l'involucro che è quasi metà del prezzo di vendita).

Io mi sono stancato di questa logica meramente quantitativa, mi sono stancato che il lambrusco - che ha vinto la medaglia d'oro nel 1900 all'esposizione universale di Parigi - sia ritenuto oggi alla stregua di un modesto vino da tavola, a causa di cinquant'anni di produzione come quella suddetta.

Per questo vorrei vinificare con il metodo classico - come lo si interpretava da noi un tempo, ovvero con la rifementazione in dama, anziché in bottiglia - contenendo al minimo indispensabile i solfiti, e magari anche (ma lo sottolineo, questo è un "magari") lavorando in legno. Perché ho tanta simpatia per il legno? Per quell'afflato romantico del ritorno al vino dei nostri nonni, ma anche per una questione di marketing.

Per questo mio più ampio progetto ho aperto questo thread sui materiali.


Ora che vi ho spiegato la mia idea in maniera più estesa, attendo le vostre considerazioni e suggerimenti.


Grazie a tutti per la collaborazione e l'aiuto!!!


Quello che vuoi fare è possibile, l'unica cosa è che bisogna avere dietro un enologo preparato perché gestire una fermentazione spontanea non è semplice.
Lavorare in legno lo puoi fare tranquillamente, secondo me non ti aggiunge o toglie niente al risultato finale ma se è per questione di marketing naturalmente ne può valere la pena.
La fermentazione da quel (poco) che so io andrebbe gestita preparando uno starter da inoculare poi all'intera massa.
Per la rifermentazione invece la farei in bottiglia, sinceramente in damigiana è la prima volta che lo sento e non credo che abbia la resistenza sufficiente a resistere alla pressione che dovrebbe avere un vino spumante



Peccato che il lambrusco sia un vino frizzante (pressione massima 2,5 bar), non spumante (pressione Minima 3 bar)


03/07/2018, 0:41
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Blusnake, ho capito quasi tutto, solo due cose mi restano oscure:

Cosa tu intenda dire qui: "Questa botte deve essere sempre piena, sconsiglio di lasciarla vuota per periodi dell'anno, di riempirla l'anno successivo con l'anno nuovo, ecc..", soprattutto l'ultima parte non si capisce davvero cosa tu intendessi dire.

Poi non ho capito la questione della temperatura: tu dici che abbassando la temperatura la fermentazione si arresta, ma al rialzarsi della temperatura riparte, ergo questo sistema è una "pausa" non uno "stop".


03/07/2018, 0:48
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Kaazorro ha scritto:
Peccato che il lambrusco sia un vino frizzante (pressione massima 2,5 bar), non spumante (pressione Minima 3 bar)

Non so comunque se tiene la damigiana, però se dici che una volta facevano così l'unica è provare.
Magari mettendo le damigiane in qualche contenitore così se esplodono non si inonda la cantina.


03/07/2018, 11:38
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Esempio pratico

- riempi la botte il 10 ottobre del 2010. Fai le tue lavorazioni del vino in botte per tutto l'anno.

- Il giorno in cui andrai a svuotare la botte, per qualsiasi motivo, sarà il giorno in cui andrai a riempire la botte con dell'altro vino, quindi con del vino magari dell'anno successivo. Non lasciare la botte vuota, tienila sempre con del vino, sempre piena, poichè altrimenti faciliti lo sviluppo di batteri aereobici.


La temperatura arresta temporaneamente la fermentazione. Qualora le temperature si rialzino, la fermentazione può riavviarsi. Non c'è regola matematica. L'utilizzo congiunto del freddo, di filtrazioni, solfiti, elevata gradazione alcolica sono le uniche soluzioni per non riavere rifermentazioni se si ha del residuo zuccherino.

CIao Marco

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"L'acqua di un fiume si adatta al cammino possibile, senza dimenticare il proprio obiettivo: il mare."

La Fermentazione alcolica: http://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_num_1_2014_issuu/47?e=10353070/8586664
I solfiti in enologia: http://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_num2_2015_issuu/41?e=10353070/10697222
La Fermentazione malolattica: http://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_num3_issuu/45?e=10353070/13515284
Il Vino Fai da Te: http://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_num4_issuu/38?e=10353070/32332678
Le Analisi del Vino: http://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_nr_5_issuu/43?e=10353070/36962323
La gestione del vino dopo la fermentazione alcolica: https://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_6_issuu/40
Elementi pratici per la filtrazione del vino: https://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_gennaio_2018_issuu/34
Gli errori più comuni nella produzione di vino: https://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_luglio_2018_issuu/35
Le sostanze polifenoliche nel vino: https://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_gennaio_2019/28
Imbottigliamento e stabilizzazione tartarica: https://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_luglio_2019/24
L'instabilità proteica nei vini: https://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_dicembre2020/25


04/07/2018, 13:21
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Ringrazio tutti i partecipanti a questa discussione: grazie a voi ho compreso quanto mi convenga acquistare tini in acciaio!

Grazie di nuovo e buona giornata!


27/07/2018, 16:32
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