Le produzioni annuali di vino e mosto nell’ultimo decennio si sono ridotte in modo significativo, dai 58 milioni di ettolitri del 1999 siamo arrivati ai 44,5 di quest’anno. A dire il vero erano attese produzioni maggiori, ma l’andamento climatico sfavorevole che ha colpito nel mese di settembre le regioni del centro-sud (Marche, Abruzzo, Puglia e Sicilia), ha condizionato parzialmente le rese. Rispetto al 2008 Puglia e Abruzzo presentano una riduzione delle quantità di vino e mosto del 15%, Sicilia e Marche del 10%. La regione più produttiva si riconferma il Veneto che, insieme a Puglia, Sicilia ed Emilia Romagna producono il 50% del vino italiano.
Il clima del 2009.
Tutta l' Italia nel periodo autunno-invernale è stata sottoposta ad abbondanti precipitazioni con cospicue nevicate anche a bassa quota che, unitamente alle temperature piuttosto rigide, hanno determinato un ritardo della ripresa vegetativa di circa una settimana. La primavera successiva è stata contrassegnata da un mese di maggio caldo, con temperature oltre i 30 °C. L’estate è stata caratterizzata da alcune perturbazioni nel mese di luglio e poi da un agosto molto caldo.
Queste condizioni si sono mantenute inalterate anche in settembre al nord e parte del centro, mentre il sud Italia e le isole sono state investite da tempo instabile e piovoso, che ha determinato i cali produttivi riscontrati in queste regioni.
La qualità della vendemmia 2009
Considerando quanto detto sopra gli esiti qualitativi non sono omogenei lungo la penisola. Al centro nord Italia la qualità è buona, con punte di eccellenza in diversi comprensori; il centro e sud, invece, presenta parametri qualitativi piuttosto eterogenei.
Differenze significative si sono riscontrate fra il versante occidentale e quello orientale della penisola, quest’ultimo ha risentito maggiormente del clima avverso.
Mercati
Per quanto riguarda le quotazioni delle uve, i mercati evidenziano flessioni medie del 10%, ma in alcuni casi si arriva a ribassi anche del 40-50%. In Puglia si è arrivati a minimi di 14 euro/quintale. Grego, Fiano e Falanghina registrano un calo medio del 10%. Le uve comuni hanno valori compresi fra 20 e 25 euro/quintale. In Piemonte i produttori di Moscato registrano un aumento medio di 4 euro/quintale, mentre in Franciacorta mercato stabile fra i 110-145 euro/quintale.
Sul fronte dei mercati dei prodotti finiti il trend è negativo per quanto riguarda il valore, in calo mediamente del 7% rispetto al 2008, a fronte, però, di un parziale recupero dei volumi pari al 7%.
La stessa tendenza si registra anche per l’export dove si ha una contrazione generalizzata dei prezzi ma un aumento delle quantità, ad eccezione del nord e sud America, Medio Oriente ed Asia centrale. Fonte Sivam
Mi sembra che, a parte qualche piccola eccezione, il settore sia in grave crisi. Se ne parla poco, ma moltissime cantine, anche di grandi dimensioni, sono in notevoli difficoltà finanziarie. Proprio in questi giorni, in Trentino si parla di un intervento della Cooperativa di Garanzia Fidi a sostegno di alcune cantine sociali per un totale di 50 milioni di euro. Marco
Ciao a tutti, è vero la crisi è gravissima, io nella mia zona, cioè zona di produzione del Chianti e del Chianti Classico, non avevo mai visto che la vendemmia veniva fermata dopo aver raccolto solo metà vigna, e il resto viene buttato a terra, questo è successo in diverse aziende. Davvero una tristezza. Saluti Francesco
situazione analoga in Campania dove piccoli produttori hanno trasformato l'uva in azienda.Ci saranno milioni di litri di vino comune in giro e nn si saprà che farsene
Dati vendemmia 2009 in Trentino (provincia di Trento):
10% in più di produzione di uva 1.300.000 quintali di uva raccolti Uve bianche (Pinot, Chardonnay, destinate alla produzione di spumante) sono circa il 70% della produzione totale Cresce la superficie vitata
eugenio ha scritto:situazione analoga in Campania dove piccoli produttori hanno trasformato l'uva in azienda.Ci saranno milioni di litri di vino comune in giro e nn si saprà che farsene