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Troppo caldo per travaso?
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BluSnake
Sez. Industria Enologica
Iscritto il: 05/12/2009, 22:37 Messaggi: 3371 Località: Mildura (Australia)
Formazione: Enologo
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Sì è corretto . Vorrei fare solo un pò di chiarezza rispetto al primo travaso..perchè sì si può fare il travaso in maniera posticipata dopo i primi fatti a patto che la svinatura avvenga a fine fermentazione completa e sia un vino rosso, altrimenti i rischi di avere sentori di cipolla e uova marcia sono molto alti. Personalmente consiglio di assaggiare il vino e caso per caso. La qualità dell'uva, il momento di raccolta e le tecniche di vinificazione hanno un'incidenza in questo. Ciao Marco
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12/11/2016, 4:02 |
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Dario6
Iscritto il: 09/09/2012, 17:29 Messaggi: 114 Località: Sicilia
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BluSnake ha scritto: sì si può fare il travaso in maniera posticipata dopo i primi fatti a patto che la svinatura avvenga a fine fermentazione completa e sia un vino rosso, altrimenti i rischi di avere sentori di cipolla e uova marcia sono molto alti Appunto ......... siccome io svino prima della fine della fermentazione, allora poi aspetto che la fermentazione termini nei vasi vinari e dopo un pò faccio il primo travaso. Il secondo può essere fatto tranquillamente dopo 45 - 60 giorni dal primo ? Oltre al sapore aspro che ho percepito alla fine dell'assaggio (ma che mi avete detto può essere sintomo di buona qualità) un'altra "stranezza" che ho notato è che nel bicchiere del mio rosso sono rimasti un bel pò di residui nonostante ho già fatto un travaso, in quello di mio nonno (non Nero d'Avola ma credo mascalese) pur se ha riempito la botte col mosto a 19 babo e pur se poi non ha fatto nessun travaso, molto ma meno meno residui nel suo bicchiere. C'è da considerare comunque che a livello di colore non c'è proprio paragone perchè il mio è di un rosso spettacolare mentre quello del nonno al momento sembra più un rosato piuttosto che un rosso, inoltre, io ho usato una bassissima dose di metabisolfito durante la pigiatura e durante il travaso quello del nonno no.
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12/11/2016, 12:16 |
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BluSnake
Sez. Industria Enologica
Iscritto il: 05/12/2009, 22:37 Messaggi: 3371 Località: Mildura (Australia)
Formazione: Enologo
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Io consiglio il secondo travaso dopo 3-4 settimane, ma dipende molto da quando vuoi bere il vino.
Difficile fare confronti, l'effetto varietale e le tecniche di vinificazione incidono molto, così come il tempo di macerazione ecc..
Ovviamente il metabisolfito, aggiunto in dosi razionali, protegge il colore per quanto possibile.
Ciao Marco
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12/11/2016, 12:48 |
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Pedru
Sez. Cani
Iscritto il: 02/12/2010, 23:57 Messaggi: 4660 Località: Sassari
Formazione: Universitaria
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BluSnake ha scritto: Sì è corretto . Vorrei fare solo un pò di chiarezza rispetto al primo travaso..perchè sì si può fare il travaso in maniera posticipata dopo i primi fatti a patto che la svinatura avvenga a fine fermentazione completa e sia un vino rosso, altrimenti i rischi di avere sentori di cipolla e uova marcia sono molto alti. Personalmente consiglio di assaggiare il vino e caso per caso. La qualità dell'uva, il momento di raccolta e le tecniche di vinificazione hanno un'incidenza in questo. Ciao Marco Sempre molto arduo e difficile contrastare ciò che dici, Marco, e leggerti è sempre un piacere. Infatti condivido quanto hai scritto sopra, anche se in un particolare la mia tecnica non corrisponde: io svino (dal tino) a 7 / 8 giorni dalla pigiatura, quando ancora il mosto/vino è in piena fermentazione, eppure (come detto altre volte) non ha mai preso, in decenni di esperienza, sentori e/o sapori spiacevoli. Non uso mai bisolfiti (anche se uno dei vantaggi di tale prodotto alla pigiatura è quello di estrarre più colore) o altro ma iil vino si mantiene bello scuro per più anni. Sicuramente, come dici tu, ciò dipende dalla qualità dell'uva, dal momento della raccolta e dalla tecnica di vinificazione. Il mio vino è prodotto essenzialmente da uva Cannonau (di gran lunga il vitigno di rosso più diffuso in Sardegna) e il di Cagnulari (limitato nel sassarese, sino a qualche anno fa in via di estinzione, ma in questi anni in ripresa). Produco questi vini quasi in purezza con un 20% circa di altre uve autoctone sarde. Quello che preferisco? il Cagnulari! perché? se me lo chiedete ve lo dico Saluti Pedru
_________________ Su ki iskhit su foghile ki no l'lskhet su Jannile
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12/11/2016, 21:31 |
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BluSnake
Sez. Industria Enologica
Iscritto il: 05/12/2009, 22:37 Messaggi: 3371 Località: Mildura (Australia)
Formazione: Enologo
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Con il Cannonau tu parti decisamente avvantaggiato in termini di colore e vino in generale..è uno dei miei favoriti Non conosco l'altra uva, svelaci i segreti e le qualità dell'uva per piacere
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12/11/2016, 23:30 |
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Pedru
Sez. Cani
Iscritto il: 02/12/2010, 23:57 Messaggi: 4660 Località: Sassari
Formazione: Universitaria
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Rispondo con piacere ma, permettimi, di fare prima una digressione sul Cannonau, ormai conosciuto in tutta Italia e anche fuori, è il "vino nazionale sardo", coltivato in tutta l'Isola, da nord a sud, da est a ovest. Ma non è l'unico vitigno autoctono sardo, ne abbiamo a decine, anche se sino a qualche anno fa, in maniera molto frettolosa e superficiale, senza nessuna prova, lo si dava per un vitigno iberico, portato dalla Spagna durante i lunghi secoli di dominazione spagnola, si riteneva un clone di un vitigno francese e, addirittura, del Toccai Rosso friulano , Ma c'era chi, come me, ne dubitava, anzi non ci credeva proprio! Bene. E invece, all'improvviso, un colpo di scena: una decina di anni fa, l'Università di Madrid stava facendo una ricerca e una censimento di tutti i vini spagnoli. Naturalmente con lo studio del DNA. Nell'occasione si fece una comparazione genetica tra il Garnacha spagnolo e il Cannonau sardo. Risposta: i due vitigni, per quanto morfologicamente similari, non hanno NIENTE in comune. Immagino che la notizia, pubblicata in grande rilievo con un articolo grande quasi un’intera pagina nella rubrica “Scienze” del Corriere della Sera, abbia sconvolto parecchie persone, ma non me e qualche altro. Si sapeva già infatti, e la notizia era stata ripresa dallo stesso giornale, nella stessa pagina dell’articolo prima citato, che durante scavi precedenti, in diversi siti nuragici, erano stati trovati mucchi riguardevoli di vinaccioli e, nello steso strato, apparecchiature per fare il vino. Dunque, i costruttori dei nuraghi (oggi si sa che si chiamvano Shardana) 3 mila anni fa coltivavano la vite e producevano vino prima di tutti gli altri nel Mediterraneo, secondi forse solo alle genti mesopotamiche. Altri ritrovamenti di vinaccioli sono stati fatti, sempre in siti nuragici, negli anni successivi. Ma le informazioni sballate sono dure a morire, una volta pubblicate in libri e libercoli più o meno autorevoli, diventano luoghi comuni che non muoiono mai. E si sa, chi scrive un libro o un articolo, spesso non fa ricerche approfondite ma copia da altri, quindi l’errore si perpetua. Un esempio calzante, trovato in data odierna su internet, dalla rivista “Quattrocalici”, per altro un'ottima rivista ( ma purtroppo questo luogo comune ormmai è proprio … comune): <<Ecco "Il vitigno Tocai Rosso ha le sue origini più lontane probabilmente in terra di Aragona (Spagna, noto come Garnacha) da dove giunse in Sardegna (col nome di Cannonau, citato per la prima volta alla fine del '500) per poi raggiungere la Francia (Grenache, Gamay) e penisola italiana, dove è conosciuto come Alicante o Tocai Rosso a seconda della zona di coltivazione. Alla stessa linea di origine sembra appartenere anche la Vernaccia nera coltivata a …>> E meno male che usa l’avverbio “probabilmente” Come abbiano fatto a tracciare tutto questo fantastico itinerario, e su quali basi, nessuno lo sa!
_________________ Su ki iskhit su foghile ki no l'lskhet su Jannile
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13/11/2016, 20:52 |
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Pedru
Sez. Cani
Iscritto il: 02/12/2010, 23:57 Messaggi: 4660 Località: Sassari
Formazione: Universitaria
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Cannonau e Cagnulari Cannonau, be’, questo lo conosci. Vino dal colore “rosso rubino” scuro tipico che, con l’invecchiamento, tende a diventare arancione. Odore: molto profumato e aromatico, speziato. Sapore fragrante di frutti di bosco, con sfumature di rosa, caldo, leggermente amarognolo e tannico, Molto ben strutturato ed equilibrato, persistente. Vino nobile che si presta all’invecchiamento. Gradazione da’ 13° ai 18° e, in alcune zone, non raramente tocca i 19° Cagnulari, è un vitigno autoctono, di nicchia (cioè non diffuso in tutta la Sardegna) ma tipico del sassarese (Sorso, Sassari e Usini). Era in abbandono e in via di estinzione, ma un produttore di Usini, paese a pochi km da Sassari, ci ha creduto è lo ha rilanciato. Adesso è un vitigno che ci invidiano tutti e stanno sorgendo vigne di Cagnulari un po’ in tutta la Sardegna Le caratteristiche del suo vino sono notevolmente diverse dal Cannonau e, sopratutto più accentuate: vino rosso scuro, tendente al violaceo, quasi nero (e non “rosso rubino”, tipico del Cannonau), più profumato e dal sapore più intenso, più complesso e persistente. Il sapore di frutti di bosco e prugne secche è più accentuato. Più tannico e persistente. Secondo me, ancora più adatto all’invecchiamento rispetto al Cannonau. Gradazione simile a quella del Cannonau. Lo ripeto: a mio parere, il Cagnulari è superiore al Cannonau. Saluti Pedru
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13/11/2016, 22:49 |
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BluSnake
Sez. Industria Enologica
Iscritto il: 05/12/2009, 22:37 Messaggi: 3371 Località: Mildura (Australia)
Formazione: Enologo
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Molto interessante, quando torno in Italia a Dicembre spero di poter trovare e assaggiare una bottiglia di Cagnulari
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14/11/2016, 10:58 |
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Dario6
Iscritto il: 09/09/2012, 17:29 Messaggi: 114 Località: Sicilia
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BluSnake ha scritto: Io consiglio il secondo travaso dopo 3-4 settimane, ma dipende molto da quando vuoi bere il vino Scusa Marco ma il "dipende molto da quando vuoi bere il vino" cosa vuol dire? Se lo voglio bere per Natale è bene fare il 2° travaso dopo 3 - 4 settimane dal primo mentre se vorrei lasciarlo per Pasqua o anche dopo, è preferibile farlo dopo un mese e mezzo dal primo? Pedru ha scritto: Cannonau: molto profumato e aromatico, speziato. Sapore fragrante di frutti di bosco, con sfumature di rosa, caldo, leggermente amarognolo e tannico, Molto ben strutturato ed equilibrato, persistente. Vino nobile che si presta all’invecchiamento. Gradazione da’ 13° ai 18° e, in alcune zone, non raramente tocca i 19° Cagnulari vino rosso scuro il sapore di frutti di bosco e prugne secche è più accentuato. Più tannico e persistente. Secondo me, ancora più adatto all’invecchiamento rispetto al Cannonau. Gradazione simile a quella del Cannonau. Lo ripeto: a mio parere, il Cagnulari è superiore al Cannonau. Saluti Pedru Mai bevuto questi vini sardi ma immagino debbano essere uno spettacolo, se capiterà un'altra volta che rimarrò senza rosso e dovrò acquistarlo, dritto diretto su Cannonau (mi vien da tradurlo "cannonata") e Cagnulari
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14/11/2016, 19:03 |
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Pedru
Sez. Cani
Iscritto il: 02/12/2010, 23:57 Messaggi: 4660 Località: Sassari
Formazione: Universitaria
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A Marco e Dario: il Cagnulari fuori Sardegna, essendo come ho detto, un prodotto di nicchia, credo sia molto difficile trovarlo. Comunque, Cannonau o Cagnulari, attenti a ciò che trovate, potreste comprare vini con quei nomi ma che non ne hanno tutte le caratteristiche. Ma quest'avvertenza penso che sia inutile, per esperti come voi. Sicuramente mi piacerebbe bere qualche bicchiere dei miei vini, in Sardegna, e sentire i vostri pareri Saluti Pedru
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14/11/2016, 21:46 |
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