Buondì a Tutti!
Premetto che sono autodidatta in materia vitivinicola, con passione e produzione Personale.
Re-introduco un argomento già trattato, che "mi appassiona" nella parte in cui a iniziative "di base scientifica" si alternano (comunque anch'esse valide) iniziative "empiriche".
Mi riferisco all'utilizzo o meno dell'olio enologico, o comunque tutti quei trattamenti posti in essere per isolare il vino dall'aria.
Entro nel merito del mio caso.
Sono al terzo anno di vendemmia. Nei due anni decorsi, ho utilizzato l'olio enologico. L'intervento mi risultava semplice poiché visivamente valutavo l'andamento della fermentazione.
Quest'anno, non so se a causa di un autunno "anomalo", ho oggettive difficoltà: non riesco a valutare la fermentazione e, altresì, nel leggere vari interventi, sono indeciso se usare o meno l'olio enologico, se non, piuttosto, lasciare il vino così com'è, all'interno di contenitori in acciaio inox, chiusi, in ambiente ottimale.
Augurandomi che l'anidride carbonica prodotta dalla fermentazione, costituisca un sufficiente "isolante" dall'ossigeno.
Allego due foto che illustrano lo stato attuale della fermentazione, si denota un processo diverso:
Nel contenitore della foto a sinistra, una produzione "schiumosa" non estesa
Nel contenitore della foto a destra, una produzione "a bollicine", uniforme.
In entrambi i casi, si è formata una pàtina, un "velo" densiforme.
Ho effettuato la svinatura 30 giorni fa.
Vi chiedo una valutazione visiva (ovvio).
Qualcuno può indicarmi che accade e se rientra tutto nella norma?
A questo punto, olio enologico (o altri interventi isolanti) o lasciare il corso "naturale"?
Cordiali Saluti e Grazie comunque!
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