08/07/2020, 18:56
10/07/2020, 10:09
10/07/2020, 19:45
Di che quantità/hl parliamo?Alla fine delle fermentazione tumultuosa io normalmente non solfito, se eviti di solfitare in pigiatura però una leggera quantità la metterei.
Batonnage puro e semplice quindi… il dover lavorare “all’aria” può dare problemi? In caso io solfiterei sia in pigiatura che a 0 babo. Non penso inibisca la malolattica… spero. Se è bene farlo e farlo entrambe le volte, in che ragione?A 0 babo le vinacce come dici non affiorano più e non serve fare rimontaggi giornalieri, io personalmente mi limiterei a dargli una mescolata ogni 4-5 giorni.
Pensavo in realtà di prelevare con pompa e mandare in altro inox che forse avrò a disposizione. Altrimenti, vino in tino all’aria, pulizia veloce dell’inox e reimmissione della massa sempre con pompa. E’ necessario solfitare ancora? Sospetto che l’arma migliore sia poca ma costante in (quasi) tutti i passaggi.Se non hai la portella si svina a secchi
Quindi nessun travaso, una volta in botte? Non so quanto lo fai sostare tu, ma io tenderei a farli, con 24 mesi di sosta in legno. Dici che è sbagliato/dannoso? In ultimo: può essere conveniente rimettere in sospensione le fecce fini, durante l'affinamento? Se sì, quante volte e fino a quanto prima dell'imbottigliamento?Una volta in barrique io non lo muovo più fino all'imbottigliamento
10/07/2020, 21:13
10/07/2020, 21:18
11/07/2020, 5:32
11/07/2020, 16:01
Ovvia e precisa segnalazione: la più grande delle mie preoccupazioni “ambientali” è proprio il fatto che, al momento, vinificherei in una cantina senza pavimentazione. La cosa non mi piace affatto ma al momento non ho alternativa. Sono in cerca da un po’ di una soluzione di backup, ma al momento sono fermo lì. L’anno scorso sono stato a lavorare in vendemmia a Barolo: ho rubato più che ho potuto con gli occhi per quel che riguarda la vinificazione, e se c’è una cosa che mi è saltata subito all’occhio è stata: PULIZIA, PULIZIA, PULIZIA. Lo immaginavo già, ma vederlo a quel livello di quasi maniacalità, è diverso. Ti convince veramente della sua importanza. Fare un buon vino senza lavorare puliti e, contemporaneamente, col minore interventismo possibile, credo sia impossibile. Questo è uno dei parametri che non avevo dichiarato, ma che mi tira dalla parte dei lieviti selezionati, ad esempio.Prima cosa da fare, pulire e disnfettare tutto quello che andrai a usare per la vinificazione, basta farlo il giorno prima, anche a terra in cantina
butta un secchio di acqua e candeggina.
Sì, è esattamente il conto che avevo fatto; mi interessava arrivare al secondo anno di affinamento in legno senza rischiare la barrique scolma, quindi ho considerato un 10% di part des anges all’anno e calcolato una buona quantità per essere tranquillo con le colmature. Ho un discreto numero di damigiane (avevo omesso anche questo passaggio) disponibili, proprio per avere più recipienti e di misure differenti per travasi, stoccaggio, colmature etc.Da 5 quintali di uva sarai intorno ai 320 litri di vino, hai bisogno di altri contenitori, damgiane magari, per travasare.
Ammetto che non conosco così approfonditamente chi fornirà le uve da poter mettere le mani sul fuoco, ma sicuramente avrei domandato nelle prossime settimane la situazione dell’annata (intendo dal punto di vista fitosanitario e dei trattamenti). Conscio ovviamente che nessuno gli potrebbe impedire di dirmi fischi per fiaschi, anche questo era un punto a favore dei selezionati. Come ho cercato di spiegare nel mio intervento precedente, a favore degli indigeni rimanevano – alla fine di molte considerazioni che in realtà ho omesso – il minore interventismo e l’idea che questo tipo di vinificazione ha su di me. Per qualcuno sono spunti deboli, per me sono un po’ più forti (devo dire con mio stesso stupore). Il fatto che tu sia già il secondo che “spinge” per questa soluzione, mi fa capire che forse dare ascolto alla mia parte razionale sia la scelta migliore, anche in ragione della mia palese inesperienza.La questione lieviti non lieviti, è che non sai quando hanno trattato la vigna e con che cosa, ci sono alcuni trattamenti che inibiscono
un pò la fermentazione, se non parte sarai poi obbligato a farne uso.
Proprio per questo chiedevo delle misure il più precise possibili sulla solforosa da utilizzare. Quelle che ho indicato io, dove le ho indicate, mi sembravano quantità ragionevoli. Segnalo purtroppo che derivano da libri di testo di enologia e/o appunti e suggerimenti trovati qua e là. Sono teoria. Sarà difficile per me adattarli in modo autonomo alla pratica, nel caso saltasse fuori qualche rogna dell’ultimo minuto. Vorrei delle oneste misure “di sicurezza”, senza che ce ne sia a quintali dentro (non voglio un vino “comatoso”), beh: quello è il mio obiettivo. Purtroppo finora non ho avuto riscontri. Se puoi essere più specifico, mi farà piacere.Usa i solfiti con moderazione, ci vorrebbe un bilancino di precisione per non fare danni, una bilancia elettronica da due soldi non va bene.
La speranza era di aspettare il giusto a livello temporale, clima potendo, e arrivare a vinificare avendo i babo per svolgere intorno ai 14-14.5 gradi alcol. Contando che poi con l’affinamento in legno perderò quei 0.2-0.3°/anno, otterrei una gradazione che mi sembra adatta ad un vino di buona gittata. Non ho invece idea dell’acidità a cui sarebbe il caso di iniziare a lubrificare le forbici, stante anche il fatto che non vorrei certo acidificare dopo né trovarmi un mosto troppo “cotto”.La durata nel tempo del vino va bene se il vino ha una discreta gradazione, non c'entra nulla dove matura, se ben chiuso e protetto.
Mi sembrava di aver letto qua e là che si potesse ulteriormente illimpidire con travasi anche una volta in barrique, ma magari ho capito male. Faresti del batonnage allora, sfruttando le fecce fini rimaste? E’ necessario proteggere maggiormente con solforosa, in caso? Francamente me lo eviterei anche solo per praticità, ma se può apportare miglioramenti interessanti al vino, perché no. Ok, cercherò di comprare il tappo colmatore. Fare le colmature stappando settimanalmente il tappo di silicone è MOLTO peggio?Una volta nella botte non devi più travasarlo, devi semmai colmare di tanto in tanto la botte, tappo colmatore si.
Sì, vorrei farle. Sicuramente una sulle uve quando prenderò il pied de cuvée (se riuscirò) o direttamente sul mosto appena pigiato (per decidere quando tirar giù l’uva, guarderei solo i babo. So che non è eccezionale, però… analisi = $$$$), una dopo la svinatura e una prima dell’imbottamento. Forse ne servirebbe una anche dopo il primo travaso? Anche qui: come spiegavo precedentemente, il mio grosso problema è quello economico. Riuscissi a trovare una soluzione “a buon mercato”, ne farei il giusto numero, così da non lasciare a se stesso il vino in nessun momento. Temo non sarà possibile e toccherà scremare… quando e quali quelle irrinunciabili?Analisi complete, meglio farle per capire se devi correggere e come correggere il vino.
Come avevo buttato qua e là nei messaggi precedenti, mi ritengo più ferrato come bevitore che come vinificatore (cosa in cui sono uno zero assoluto). L’utilizzo della botte esausta è una conseguenza dei miei assaggi di aglianico: non mi sembra che la vinificazione fatta utilizzando il legno piccolo renda giustizia a pieno del vitigno e dell’areale. Sono sufficientemente convinto che la scelta giusta possa essere quella di utilizzare il legno grande, neutro. Io ovviamente, per motivi di quantità, non ho modo di utilizzare una botte grande – nonostante la ritenga la scelta migliore. A quel punto, ho pensato di orientarmi su una barrique (facile da utilizzare, da controllare e con una capienza non impossibile per me) ma di quelle esauste: non ne vorrei una di secondo/terzo passaggio che possa cedere ancora qualcosa al vino. L’idea è di usarla come semplice “contenitore”, né più, né meno, “simulando” una botte grande seppur con una microvinificazione. Ovviamente i risultati sarebbero diversi in termini di microssigenazione del vino ed altri parametri (nonostante i pori già chiusi in buona parte possano magari “simulare” un’ossigenazione più bassa e simile a quella della botte grande), però credo che sia un’idea valida e vorrei provare. Ovviamente dovrò stare molto attento con l’igiene della barrique prima di usarla e spero di trovare quello che fa al caso mio in giro. Mi sto già muovendo, vediamo cosa salta fuori.Quella della botte esausta non l'ho capita, poi me la spieghi.
Non posso che concordare e mi farebbe MOLTO piacere sapere a cosa fai riferimento, in particolare.Sinceramente credo che ognuno di noi debba "crescere" senza saltare tappe intermedie, altrimenti dovrai tornare indietro per imparare.
11/07/2020, 20:26
11/07/2020, 20:35
Per le dosi dei solfiti che hai scritto su, vanno bene, sono moderate
Ti ringrazio molto per questo appunto, mi farebbe molto piacere proseguire in mp se non ti disturbo, così magari non rischio di andare troppo ot rispetto al thread che ho aperto io stessoSaltare le tappe della conoscenza fa perdere tempo e porta a fare grandi errori, bisogna essere umili per fare un buon vino, semplici per
non complicare le cose, amarlo fino alla sua maturità.
Se non impari i processi di base, non puoi saltare a fare vinificazioni con passaggi complicati o particolarmente complessi, rischi di
buttare via tutto.
11/07/2020, 23:29
Powered by phpBB © phpBB Group.
phpBB Mobile / SEO by Artodia.