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lieviti autoctoni vs lieviti selezionati 
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Iscritto il: 28/09/2013, 15:15
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ciao Maddmax1,
sei dottore in agraria?come fai a sapere tutte quelle cose che tu dici sei uno studioso in materia?
a noi viticoltori ci interessa fare un buon vino.


31/10/2013, 9:29
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Nel mosto e nel vino sono presenti talmente tante sostanze e microrganismi che interagiscono tra loro, che in alcuni casi mettersi a studiare a tavolino per prevederne l'effetto sul risultato finale è impensabile... per cui, come in ogni problema in cui ci sono troppe variabili, si abbandona la via analitica e si applica quella sperimentale :) Basti pensare all'utilizzo delle fecce nella produzione degli champagne: ogni produttore applica una tecnica diversa, in base alle specifiche condizioni della sua uva, del clima e della cantina.


31/10/2013, 13:35
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appunto non fatevi troppi complessi mentali :) i miei nonni vinificano senza solfiti e senza lieviti lasciano il mosto per un mese e poi svinano e come viene viene...risultato mai fatto vino che sa di aceto,solo un po meno di colore perchè loro non usano fare follature o rimontaggi...poi se vi piace complicarvi la vita,continuate pure :D :D :D

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DALLA VITA EREDITIAMO MOLTE ANSIE,DALLA VITE LA FORZA DI SUPERARLE


31/10/2013, 13:55
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Come ogni materia alla quale ci appassioniamo penso sia normale cercare di capirci sempre un pochino di più, sia teoricamente che praticamente approfondendo sempre più fino a che si scopre che c' è un mondo intorno a quella materia.
Poi ognuno,in base al tempo che può dedicarci o altro, arriva fino ad un certo punto è normale.


31/10/2013, 14:24
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ragazzi i tempi sono cambiati,con il passare degli anni si sono sviluppati altri parassiti...
quindi la ricerca sviluppa nuovi antiparaccitari più efficaci più potenti...io penso che nelle
uve rimane qualcosa di queste sostanze....
vi ricordate " mancozeb folpet "endoterapici che agiscono all'intrno della linfa "sistemici"...ora ci vuole i patentino per aqustarli:il folpet che era efficace
anche per la botritis pare sia stato tolto dal commercio per la sua tossicità....poi chi fa trattamenti
antibotritis.

quindi tutte queste sostanze rallentano la fermentazini allora non si può piu pensare
di fare il vino come una volta.

o si ritorna inditro come una volta con la vecchia poltigli bordolese,lo zolfo in polvere
con le varie perdite di uva colpite da altri parassiti.


31/10/2013, 15:19
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Ciao Rennyfatal,
ho una laurea in microbiologia industriale ottenuta nel 1985 con una tesi sperimentale sui meccanismi di controllo della crescita del Saccharomyces cerevisiae. Da qualche anno lavoro con i batteri lattici ingegnerizzati applicati al campo biomedico (non mi diverte molto ma paga lo stipendio).
Maddmax

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31/10/2013, 15:32
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rennyfatal ha scritto:
ragazzi i tempi sono cambiati,con il passare degli anni si sono sviluppati altri parassiti...
quindi la ricerca sviluppa nuovi antiparaccitari più efficaci più potenti...io penso che nelle
uve rimane qualcosa di queste sostanze....
vi ricordate " mancozeb folpet "endoterapici che agiscono all'intrno della linfa "sistemici"...ora ci vuole i patentino per aqustarli:il folpet che era efficace
anche per la botritis pare sia stato tolto dal commercio per la sua tossicità....poi chi fa trattamenti
antibotritis.

quindi tutte queste sostanze rallentano la fermentazini allora non si può piu pensare
di fare il vino come una volta.

o si ritorna inditro come una volta con la vecchia poltigli bordolese,lo zolfo in polvere
con le varie perdite di uva colpite da altri parassiti.

Mi diceva una persona che conosco e che fa le analisi che gli unici prodotti che rilasciano residui nel vino sono gli antibotritici, ovviamente si tratta di residui in tracce e quindi sotto il limite stabilito per legge però sono rilevabili con analisi chimiche. I restanti fungicidi molto difficilmente lasciano residui nel vino anche perché si smette di usarli relativamente presto rispetto agli antibotritici.
Quello che dici può avere un senso ma se si lavora bene in vigna (ad esempio mancozeb solo fino alla fioritura) si riesce ad avere un'uva sana senza particolari residui; d'altra parte anche il rame se usato male può portare ad avere casse rameica, e lo zolfo può ostacolare la fermentazione o rilasciare cattivi odori


31/10/2013, 15:39
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leorasta ha scritto:
rennyfatal ha scritto:
ragazzi i tempi sono cambiati,con il passare degli anni si sono sviluppati altri parassiti...
quindi la ricerca sviluppa nuovi antiparaccitari più efficaci più potenti...io penso che nelle
uve rimane qualcosa di queste sostanze....
vi ricordate " mancozeb folpet "endoterapici che agiscono all'intrno della linfa "sistemici"...ora ci vuole i patentino per aqustarli:il folpet che era efficace
anche per la botritis pare sia stato tolto dal commercio per la sua tossicità....poi chi fa trattamenti
antibotritis.

quindi tutte queste sostanze rallentano la fermentazini allora non si può piu pensare
di fare il vino come una volta.

o si ritorna inditro come una volta con la vecchia poltigli bordolese,lo zolfo in polvere
con le varie perdite di uva colpite da altri parassiti.

Mi diceva una persona che conosco e che fa le analisi che gli unici prodotti che rilasciano residui nel vino sono gli antibotritici, ovviamente si tratta di residui in tracce e quindi sotto il limite stabilito per legge però sono rilevabili con analisi chimiche. I restanti fungicidi molto difficilmente lasciano residui nel vino anche perché si smette di usarli relativamente presto rispetto agli antibotritici.
Quello che dici può avere un senso ma se si lavora bene in vigna (ad esempio mancozeb solo fino alla fioritura) si riesce ad avere un'uva sana senza particolari residui; d'altra parte anche il rame se usato male può portare ad avere casse rameica, e lo zolfo può ostacolare la fermentazione o rilasciare cattivi odori


Quoto perchè ho degli amici che producono vino in cima alla collina dove abito e mi hanno detto le stesse cose, però,
vorrei aggiungere che i lieviti autoctoni ne risentono dei trattamenti a volte spariscono proprio, quindi oggi non c'è da
farsi domande sul perchè non parte la fementazione, anche se poi parte perchè minimamente presenti e si moltiplicano...
Giustamente i tempi cambiano e anche noi dobbiamo adeguarci ai tempi, altrimenti avremmo continuato ad andare a piedi...

Ciao

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Nella vita non esistono sfide, ma solo una sfida, quella con te stesso...
"Gli esseri umani nascono con capacità diverse. Se sono liberi, non sono uguali. E se sono uguali, non sono liberi."
Aleksandr Solženicyn


31/10/2013, 21:30
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infatti le cantine serie, che vinificano con lieviti autoctoni, trattano le piante con metodi biologici o biodinamici o omeopatici.
allora si che tutto ha senso, vinifico in modo "naturale" e gestisco la vigna in modo "naturale".
non ha senso farsi le pippe mentali se sia giusto o sbagliato usare dei lieviti (che sono comunque un prodotto naturale), e poi vinificare uve acquistate da un contadino che utilizza sistemici pesanti con 10-15 trattamenti l'anno, e magari con diserbo completo del terreno.
se uno si coltiva la vigne con cura e amore, usando solo il rame o zolfo, allora ci sta la pippa mentale.
se invece uno si limita all'acquisto senza neanche preoccuparsi dei trattamenti effettuati allora non ha senso.

il rame non da problemi di casse rameica. il rame che si usa per i trattamenti, se presente nel mosto, viene completamente metabolizzato dai lieviti, e lo si ritrova poi nelle fecce.
la casse rameica si può verificare a causa di contaminazioni in cantina, per esempio con l'utilizzo di vecchie pompe con componenti in bronzo o ottone.

vi lascio con una domanda a tutti quelli che acquistano le uve.
VI informate sui tipi di trattamenti fatti sull'uva che acquistate???

la cosa che mi rende molto perplesso è che quando uno produce del vino per autoconsumo, si vanta di produrre vino "genuino" fatto da lui.
"questo si che è buono e genuino, no quelli della cantina"
poi si scopre che è uva stratrattata o anche inquinata (es vigneti a ridosso di autostrade)

il vero problema non è il bisolfito e i lieviti selezionati


02/11/2013, 13:26
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enochris ha scritto:
infatti le cantine serie, che vinificano con lieviti autoctoni, trattano le piante con metodi biologici o biodinamici o omeopatici.
allora si che tutto ha senso, vinifico in modo "naturale" e gestisco la vigna in modo "naturale".
non ha senso farsi le pippe mentali se sia giusto o sbagliato usare dei lieviti (che sono comunque un prodotto naturale), e poi vinificare uve acquistate da un contadino che utilizza sistemici pesanti con 10-15 trattamenti l'anno, e magari con diserbo completo del terreno.
se uno si coltiva la vigne con cura e amore, usando solo il rame o zolfo, allora ci sta la pippa mentale.
se invece uno si limita all'acquisto senza neanche preoccuparsi dei trattamenti effettuati allora non ha senso.

il rame non da problemi di casse rameica. il rame che si usa per i trattamenti, se presente nel mosto, viene completamente metabolizzato dai lieviti, e lo si ritrova poi nelle fecce.
la casse rameica si può verificare a causa di contaminazioni in cantina, per esempio con l'utilizzo di vecchie pompe con componenti in bronzo o ottone.

vi lascio con una domanda a tutti quelli che acquistano le uve.
VI informate sui tipi di trattamenti fatti sull'uva che acquistate???

la cosa che mi rende molto perplesso è che quando uno produce del vino per autoconsumo, si vanta di produrre vino "genuino" fatto da lui.
"questo si che è buono e genuino, no quelli della cantina"
poi si scopre che è uva stratrattata o anche inquinata (es vigneti a ridosso di autostrade)

il vero problema non è il bisolfito e i lieviti selezionati


Quoto in pieno :)

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Aleksandr Solženicyn


02/11/2013, 19:44
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