Ciao a tutti. Riceverò a breve una pianta da uva che è un ibrido un po' particolare. Nel paese d'origine il "fermentato" che se ne ottiene viene definito "Vino" e come tale ha vinto nel tempo numerosi premi di importanza planetaria (non parliamo cioè del famigerato e poco apprezzato "fragolino"). Secondo la legislazione italiana, mi risulta, che non possa essere venduto come vino nessun fermentato che non derivi dalla vinifera e che non sia iscritto al registro nazionale delle varietà di vite. Ora vorrei chiedere a chi se ne intende: se io lo chiamo genericamente "fermentato di [sottospecie vegetale]" o più semplicemente "Zio Vincenzino" (cioè con un nome commerciale), posso venderlo senza incorrere in sanzioni? Grazie a chi vorrà intervenire!
Re: "Fermentato di succhi di uva" non Vitis Vinifera.
04/01/2020, 11:31
Ciao Jean e grazie della risposta. Mi rendo conto che venderlo come "vino" sarebbe una frode, ma se specifico in etichetta che si tratta di "fermentato di .........", magari indicando anche "ibrido interspecifico" la frode dove sta? Se io mi metto a commercializzare del fermentato di pesca senza chiamarlo "vino" ma chiamandolo appunto "fermentato di tabacchiere", la frode dove sta? In quest'epoca in cui sono stati inseriti nel registro nazionale diversi vitigni piwi, premesso di non volerlo spacciare per "vino", qual è l'atteggiamento del legislatore in un caso del genere?
Re: "Fermentato di succhi di uva" non Vitis Vinifera.
04/01/2020, 14:40
Trovato dei riferimenti legislativi (non cito alla lettera per via del regolamento del forum):
- Si può produrre del fermentato di uva non vinifera purché non lo si chiami vino. - Tale fermentato però in Italia non si può commercializzare (si tratta delle regole più rigide del mondo). - La situazione è completamente diversa nel resto d'Europa dove è ammessa la commercializzazione dei fermentati derivanti da ibridi produttori diretti.
Ergo, se lo produco in Italia questo fermentato e limito la vendita al resto d'Europa, magari con un piccolo negozio online, credo che la cosa si possa fare. Qualcuno degli esperti ha appunti a questo ragionamento?
Re: "Fermentato di succhi di uva" non Vitis Vinifera.
04/01/2020, 19:22
mi risulta che siano incroci tra le varietà americane e vitis vinifera. La vite di cui parlo è una aestivalisxvinifera, quindi immagino che si possa definire ibrido produttore diretto... giusto?
Re: "Fermentato di succhi di uva" non Vitis Vinifera.
05/01/2020, 0:32
Grazie della pazienza... io sapevo che vinifera x vinifera genera un incrocio (inteso come sottospecie x sottospecie) , se invece sono in ballo specie diverse si chiamano ibridi. Aestivalis x Vinifera sono appunto due specie diverse... possibile che questo veto della legge italiana si applichi solo agli incroci labrusca x vinifera? Se così fosse, perché non si può vinificare (così almeno mi risulta) ad esempio la Bacò (che è vinifera X riparia) e che, pur non essendo molto raffinata, non è affatto foxy? Dove si potrebbe approfondire l'argomento degli ibridi commerciabili e definibili "vino"? Grazie ancora dell'interesse!
Re: "Fermentato di succhi di uva" non Vitis Vinifera.
06/01/2020, 21:29
Ciao, ho mandato una mail all'ufficio relazioni con il pubblico del mipaaf. Ma, aldilà del fatto che sono stati giorni di festa, secondo me non risponderà nessuno. Nella mail ho specificato la varietà che vorrei innestare, in modo da avere delle indicazioni più precise. Credo che se non risponderanno entro un paio di settimane, una buona possibilità potrebbe essere chiedere a un qualche avvocato cosa dicono le leggi attualmente in vigore (magari con qualche riferimento europeo...). Mi rendo conto che che anche i più vivi entusiasmi devono prima o poi fare i conti con la/le burocrazie. Perché mi parli del comune? Ha una qualche competenza (e conoscenza) al riguardo? Pensi che potrei ottenere una qualche consulenza?