Ehm
... scusate se mi intrometto ma ho letto con interesse la discussione e vorrei dire il mio parere.
Quando sento affermare certe cose, magari da chi ha studi di alto livello alle spalle, rimango sorpreso.
Ho l'impressione che - in certi casi - maggiore è il livello di studio, maggiori sono la presunzione e l'incapacità di ascoltare l'opinione altrui con la necessaria apertura mentale.
Maddmax1 ha scritto:non e' possibile pensare di produrre "bio" al costo del "normale. Il biologico costa al consumatore dal 200% al 400% in piu'
Porre sullo stesso piano il costo di produzione ed il costo a carico del consumatore è come equiparare mele con pere pensando che tanto si tratta di frutta. I due costi non sono nemmeno correlati direttamente: di mezzo ci sono il ricarico operato dai vari intermediari e la speculazione, per cui al diminuire del costo di produzione può anche corrispondere un aumento del costo al consumo. Insomma, tra produttore e consumatore c'è un'abisso.
Maddmax1 ha scritto:enochris ha scritto: ... Fortunatamente in italia non sono permessi
Pensi di nutrire 7 miliardi di esseri umani (in aumento) meta' dei quali puo' spendere da 10centesimi ad 1 dollaro al giorno, con il biologico? L' alternativa non e' tra il diserbo con la zappa del nonno ed il glyphosate. L' alternativa e' tra il glyphosate (che viene biodegradato in 48 ore) e l' atrazina che no viene biodegradata inquina le falde. Questa e' la vera alternativa che abbiamo.
Maddmax
Vorrei illustrare la questione con una barzelletta, visto che dicendo le cose con serietà si è poco convincenti ma facendo un pò i buffoni si ha più successo.
Una comitiva di persone si dirige al ristorante per pranzare, ma trova la porta di ingresso chiusa.
E il ristoratore, dall'interno: "camerieri, apparecchiate nuovi tavoli per quei clienti. Però non fateli entrare, altrimenti staremo più stretti"
Come è già stato osservato, il problema non è la mancanza di cibo. Al contrario, il dramma è dato dalla sovrapproduzione di merci, anche alimentari, dalla loro distribuzione non equa e dallo spreco.
Riporto uno stralcio da questo articolo, che consiglio di leggere
http://www.politicheagricole.it/flex/cm ... AID%3D6467" target="_blank" target="_blank (dal sito del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali)
"
La FAO ci ricorda che la quantità di cibo che finisce tra i rifiuti nei Paesi industrializzati (222 milioni di tonnellate) è pari alla produzione alimentare disponibile nell’Africa subsahariana (230 milioni di tonnellate). Sempre secondo l’analisi della FAO realizzata nel 2011 , si stima che gli sprechi alimentari nel mondo in 1,3 miliardi di tonnellate all’anno, pari a circa un terzo della produzione totale di cibo destinato al consumo umano. [...]
secondo l’analisi della FAO realizzata nel 2011 , si stima che gli sprechi alimentari nel mondo in 1,3 miliardi di tonnellate all’anno, pari a circa un terzo della produzione totale di cibo destinato al consumo umano. [...]
Secondo l’USDA (2007), negli Stati Uniti ogni anno si spreca complessivamente il 30% del cibo destinato al consumo umano, soprattutto in casa e nei luoghi di ristorazione."
E poi questo dato impressionante:
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Focalizzando l’analisi sul fattore alimentazione emerge come, in quasi tutti i Paesi del mondo, si stia verificando una crescita esponenziale del fenomeno dell’obesità. Questa dinamica è così marcata che ha spinto la European Association for the Study Of Diabetes (EASD) a riconoscere la prevenzione ed il trattamento dell’obesità quale “il più importante problema di salute pubblica in tutto il mondo”.
Più del 65% degli americani risultano essere obesi o sovrappeso e si è assistito al triplicarsi di casi di sovrappeso fra i giovani dal 1970 ai nostri giorni."
E infine una considerazione sul glyphosate: sarà pur vero che "viene biodegradato in 48 ore", ma è un pericolo per la salute pubblica:
http://www.latramontanaperugia.it/articolo.asp?id=4450