|
Autore |
Messaggio |
Maddmax1
Iscritto il: 26/11/2011, 18:47 Messaggi: 1945 Località: SouthWest Montana
|
Orf ha scritto: ... non è che tutti quelli che fanno bio certificato (centinaia solo nella mia provincia) sono degli idioti ... Non ho mai ne' detto ne' insinuato niente di simile. Critico le dichiarazioni vaghe secondo le quali si afferma in maniera surrettizia che il biologico e' possibile a costo praticamente zero. L' esempio lampante e' quello delle cantine di cui fai menzione le quali si fanno belle con le penne del pavone "bio", scaricandone l' onere sui coltivatori diretti ai quali il meccanico non fa uno sconto speciale per la riparazione del trattore solo perche' loro producono "bio" per il signor Ferrari. Che cosa succede quando per un anno la produzione cala a zero per una qualunque ragione (grandine? corvi? peronospora fuori controllo, pioggia in fioritura? ...). Io ho solo detto che non e' possibile pensare di produrre "bio" al costo del "normale. Il biologico costa al consumatore dal 200% al 400% in piu', ed e' giusto e comprensibile che sia cosi'. Maddmax
_________________ Termopili 480 AC Poitiers AD 732 Vienna AD 1683
|
11/01/2014, 19:46 |
|
|
|
|
Orf
Iscritto il: 02/03/2011, 23:22 Messaggi: 970 Località: Trento
|
Non lo hai detto ma il messaggio era chiaro, non nascondiamoci dietro a un dito. No, non è affatto giusto nè comprensibile, in quanto i costi di produzione (complessivi) non hanno tale rapporto, per quanto superiori. Sarebbe bello se parlassimo delle cose dopo averci messo mano. Le cantine che "fanno le fenomene", quella citata in particolare, liquida ai conferitori un prezzo maggiore per il bio di circa il 10% e nessuno ha da lamentarsi, senza scomodare il meccanico. Il bio ha un costo superiore senz'altro, ma non raccontiamo che costa il doppio o più. Provo solo tanta amarezza a vedere sempre molti pregiudizi e luoghi comuni e poca esperienza diretta. (A me risulta che i corvi, la grandine e la pioggia in fioritura non scelgano il tipo di difesa che si attua prima di manifestarsi).
|
11/01/2014, 19:59 |
|
|
Maddmax1
Iscritto il: 26/11/2011, 18:47 Messaggi: 1945 Località: SouthWest Montana
|
Orf ha scritto: ... Provo solo tanta amarezza a vedere sempre molti pregiudizi e luoghi comuni e poca esperienza diretta ... Verissimo. Infatti basta andare in un qualsiasi negozio "bio" e comperare un qualsiasi prodotto per accorgersi che tu hai ragione ed io ho torto. Maddmax
_________________ Termopili 480 AC Poitiers AD 732 Vienna AD 1683
|
11/01/2014, 23:33 |
|
|
Orf
Iscritto il: 02/03/2011, 23:22 Messaggi: 970 Località: Trento
|
Maddmax1 ha scritto: Orf ha scritto: ... Provo solo tanta amarezza a vedere sempre molti pregiudizi e luoghi comuni e poca esperienza diretta ... Verissimo. Infatti basta andare in un qualsiasi negozio "bio" e comperare un qualsiasi prodotto per accorgersi che tu hai ragione ed io ho torto. Maddmax Prima parli di costi di produzione in campo e poi parli di prezzo di vendita due o tre passaggi dopo come minimo (il cui rincaro è solo speculazione che non ha niente a che vedere con i costi di produzione), e per di più in circuiti commerciali notoriamente cari. L'importante è che tu sia soddisfatto del brillante e acuto sarcasmo! Io di solito preferisco parlare in certi termini, specie se critici, di cose che conosco a fondo, non per tutti è così.
|
11/01/2014, 23:40 |
|
|
odisseo87
Iscritto il: 27/12/2012, 13:30 Messaggi: 337
|
Ehm ... scusate se mi intrometto ma ho letto con interesse la discussione e vorrei dire il mio parere. Quando sento affermare certe cose, magari da chi ha studi di alto livello alle spalle, rimango sorpreso. Ho l'impressione che - in certi casi - maggiore è il livello di studio, maggiori sono la presunzione e l'incapacità di ascoltare l'opinione altrui con la necessaria apertura mentale. Maddmax1 ha scritto: non e' possibile pensare di produrre "bio" al costo del "normale. Il biologico costa al consumatore dal 200% al 400% in piu' Porre sullo stesso piano il costo di produzione ed il costo a carico del consumatore è come equiparare mele con pere pensando che tanto si tratta di frutta. I due costi non sono nemmeno correlati direttamente: di mezzo ci sono il ricarico operato dai vari intermediari e la speculazione, per cui al diminuire del costo di produzione può anche corrispondere un aumento del costo al consumo. Insomma, tra produttore e consumatore c'è un'abisso. Maddmax1 ha scritto: enochris ha scritto: ... Fortunatamente in italia non sono permessi Pensi di nutrire 7 miliardi di esseri umani (in aumento) meta' dei quali puo' spendere da 10centesimi ad 1 dollaro al giorno, con il biologico? L' alternativa non e' tra il diserbo con la zappa del nonno ed il glyphosate. L' alternativa e' tra il glyphosate (che viene biodegradato in 48 ore) e l' atrazina che no viene biodegradata inquina le falde. Questa e' la vera alternativa che abbiamo. Maddmax Vorrei illustrare la questione con una barzelletta, visto che dicendo le cose con serietà si è poco convincenti ma facendo un pò i buffoni si ha più successo. Una comitiva di persone si dirige al ristorante per pranzare, ma trova la porta di ingresso chiusa. E il ristoratore, dall'interno: "camerieri, apparecchiate nuovi tavoli per quei clienti. Però non fateli entrare, altrimenti staremo più stretti" Come è già stato osservato, il problema non è la mancanza di cibo. Al contrario, il dramma è dato dalla sovrapproduzione di merci, anche alimentari, dalla loro distribuzione non equa e dallo spreco. Riporto uno stralcio da questo articolo, che consiglio di leggere http://www.politicheagricole.it/flex/cm ... AID%3D6467" target="_blank" target="_blank (dal sito del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali) " La FAO ci ricorda che la quantità di cibo che finisce tra i rifiuti nei Paesi industrializzati (222 milioni di tonnellate) è pari alla produzione alimentare disponibile nell’Africa subsahariana (230 milioni di tonnellate). Sempre secondo l’analisi della FAO realizzata nel 2011 , si stima che gli sprechi alimentari nel mondo in 1,3 miliardi di tonnellate all’anno, pari a circa un terzo della produzione totale di cibo destinato al consumo umano. [...] secondo l’analisi della FAO realizzata nel 2011 , si stima che gli sprechi alimentari nel mondo in 1,3 miliardi di tonnellate all’anno, pari a circa un terzo della produzione totale di cibo destinato al consumo umano. [...] Secondo l’USDA (2007), negli Stati Uniti ogni anno si spreca complessivamente il 30% del cibo destinato al consumo umano, soprattutto in casa e nei luoghi di ristorazione." E poi questo dato impressionante: " Focalizzando l’analisi sul fattore alimentazione emerge come, in quasi tutti i Paesi del mondo, si stia verificando una crescita esponenziale del fenomeno dell’obesità. Questa dinamica è così marcata che ha spinto la European Association for the Study Of Diabetes (EASD) a riconoscere la prevenzione ed il trattamento dell’obesità quale “il più importante problema di salute pubblica in tutto il mondo”.
Più del 65% degli americani risultano essere obesi o sovrappeso e si è assistito al triplicarsi di casi di sovrappeso fra i giovani dal 1970 ai nostri giorni." E infine una considerazione sul glyphosate: sarà pur vero che "viene biodegradato in 48 ore", ma è un pericolo per la salute pubblica: http://www.latramontanaperugia.it/articolo.asp?id=4450
|
12/01/2014, 12:48 |
|
|
Orf
Iscritto il: 02/03/2011, 23:22 Messaggi: 970 Località: Trento
|
Grazie per il contributo odisseo, in effetti è fin troppo facile sparare qualche luogo comune, o mezza verità ad hoc, per screditare un'intera categoria. C'è un livello di apertura mentale ridicolo.....la balla del glifosate è stata smentita da anni......almeno aggiornarsi
|
12/01/2014, 13:27 |
|
|
Maddmax1
Iscritto il: 26/11/2011, 18:47 Messaggi: 1945 Località: SouthWest Montana
|
I numeri sono numeri e le banfe restano ... banfe. Basta andare in un negozio di prodotti "bio" e saper fare le sottrazioni e le divisioni (se ci sono dei problemi, ci si puo' aiutare con una calcolatrice) Maddmax
_________________ Termopili 480 AC Poitiers AD 732 Vienna AD 1683
|
12/01/2014, 17:17 |
|
|
Orf
Iscritto il: 02/03/2011, 23:22 Messaggi: 970 Località: Trento
|
E noi stiamo qui a perdere tempo cercando di intavolare una discussione costruttiva. Capirai. Complimenti per l'onestà intellettuale e la capacità di confronto. Diffidate da chi crede di sapere tutto e di aver capito tutto.
|
12/01/2014, 17:49 |
|
|
enochris
Iscritto il: 02/10/2013, 15:36 Messaggi: 106 Località: valpolicella verona
Formazione: enologo
|
secondo me qua non di considera un aspetto fondamentale e semplicissimo.. la salute. noi uomini abbiamo rovinato l'intero pianeta, non esiste zona del mondo che non sia contaminata con qualche sostanza prodotta e usata dall'uomo. viviamo in un mondo inquinato, mangiamo veleni e beviamo morte.. guardate quante persone si ammalano di tumore al giorno d'oggi. perchè?? mah sarà un caso.... qui su questo forum non stiamo salvando il mondo, stiamo parlando di vino, di un prodotto che non è fondamentale per la vita di una persona.. non stiamo parlando di grano.. quindi tutti i discorsi sulla fame del mondo ecc lasciamoli fare a qualcun'altro... quando metto in bocca qualcosa preferirei che fosse un qualcosa di sano e di non avvelenato. anche se è praticamente impossibile ma bisogna limitare il più possibile l'assunzione di cibi e bevande "contaminate" e sinceramente i tempi di decadenza di un prodotto fitosanitario ti fanno stare tranquillo'?? chi è che ci dice che veramente non ci sono pericoli?? le ricerche effettuate dalle case farmaceutiche che vendono i prodotti?? dalle stesse case farmaceutiche che sono multinazionali con giri d'affari da capogiro che quando vietano la vendita di un prodotto loro lo spediscono in africa? lo sapete che in africa hanno ancora il DDT?? secondo voi a loro interessa se la gente muore??
se devo scegliere tra un vino biologico e uno stratrattato scelgo sicuramente quello biologico, lo pago anche il doppio, ne bevo una bottiglia di meno ma mi sento un minimo più sicuro.. e comunque la scritta "prodotto biologico" non è la soluzione, bisogna che i produttori imparino a gestire il vigneto con lotte integrate cercando dove è possibile di limitare al massimo i trattamenti. lo sapete che per controllare la tignola con la confusione sessuale si spende il 60% in meno rispetto ai trattamenti con i fitofarmaci?? io si, ho una ricerca fatta in veneto l'anno scorso che lo dimostra.. non sono favole, è la realtà.. qui vicino a casa mia c'è un DOC che impone ai viticoltori una lotta a calendario.. ma sapete cosa significa.,. quintali e quintali di prodotti chimici sparsi nell'ambiente per niente.. la lotta a calendario è la più grande vaccata che uno può fare. bisogna andare in vigneto e concentrarsi su tutti i sistemi bio che si possono usare, poi dove non arriva il bio si può intervenire con dei fitofarmaci. sicuramente un lotta integrata richiede più attenzione e conoscenza tecniche rispetto ad una a calendario, ma sicuramente si avrà un notevole risparmio di prodotti e una riduzione dell'inquinamento.
|
12/01/2014, 17:57 |
|
|
Orf
Iscritto il: 02/03/2011, 23:22 Messaggi: 970 Località: Trento
|
Prima di sputare sentenze e pressapochismi preconcetti, nel bio bisogna metterci mano. Altrimenti è troppo facile fare i fenomeni sputando sentenze. Ho visto centinaia di aziende biologiche e tradizionali, ho frequentato e sto frequentando da anni entrambi i "mondi". Non mi è mai capitato di vedere un agricoltore che ha scelto la strada del bio (magari tra mille incertezze) pentirsi della scelta fatta. Chi blatera senza averci mai messo mano veramente facendo pure il fenomeno vive di pregiudizi e presunte verità assolute.
|
12/01/2014, 18:01 |
|
|
Chi c’è in linea |
Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti |
|
Non puoi aprire nuovi argomenti Non puoi rispondere negli argomenti Non puoi modificare i tuoi messaggi Non puoi cancellare i tuoi messaggi Non puoi inviare allegati
|
|
|